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Cambio al vertice delle forze armate israeliane: dopo poco più di due anni in carica, Herzi Halevi ha passato il testimone a Eyal Zamir, nuovo capo di Stato maggiore. A lui il compito di guidare l’Idf, impegnato su sette fronti all’estero, con l’ottavo in patria nella sfida di contenere le ingerenze politiche – in primis dell’estrema
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destra, alleato fondamentale del premier Benjamin Netanyahu nel governo – e ristabilire il rapporto di fiducia con l’opinione pubblica. Non e’ stata una luna di miele con l’esecutivo e andando via, due anni in anticipo, Halevi non lo ha nascosto. Alla cerimonia di passaggio di consegne, davanti a Netanyahu e ai capi di Mossad e Shin Bet, David Barnea e Ronen Bar, così come al capo del Centcom, Michael Kurilla, il capo di Stato maggiore uscente ha ribadito la richiesta dell’istituzione di una commissione d’inchiesta statale sul 7 ottobre, \”necessaria e vitale, non per dare la colpa, ma per scoprire prima di tutto la radice dei problemi e rendere possibile risolverli\”. Questa è vista come fumo negli occhi dal premier che continua a respingerla: di recente ha denunciato che il risultato sarebbe \”già scritto\”, tutto diretto contro una sola parte, e ne ha chiesta una \”non politicizzata\” dopo la fine della guerra a Gaza. . – Del resto, Netanyahu non si e’ mai assunto chiaramente e pubblicamente la responsabilità di quanto avvenuto, puntando il dito piuttosto proprio contro militari e intelligence. Al contrario, Halevi fin da subito aveva dichiarato il \”fallimento\” dell’esercito sotto il suo comando nella \”sua missione di proteggere i cittadini di Israele\” e aveva prospettato le dimissioni non appena fosse stato possibile. Quel momento e’ stato annunciato a fine gennaio, in concomitanza con l’avvio della prima fase dell’accordo per il cessate a fuoco a Gaza. Una tempistica precisa, secondo un ex alto funzionario israeliano citato dal Washington Post, convinto che in questo ci fosse un \”messaggio\” da parte dell’allora capo di Stato maggiore. \”Halevi non crede che avverrà la seconda fase, in cui la guerra finisce e il resto degli ostaggi viene restituito. Poiché’ sa che la seconda fase non avverrà e crede che dovrebbe (avvenire), si dimette. Sta dicendo, ‘non mi farete combattere di nuovo, nella seconda fase’\”. Una previsione che si è avverata, vista l’impasse in cui si trova l’accordo per il cessate il fuoco nella Striscia, dopo la fine della prima fase e il mancato avvio dei negoziati per la seconda, come previsto dall’intesa. Ma non c’è stato solo il riferimento alla commissione d’inchiesta statale. Nel suo discorso di commiato Halevi, rivendicando \”il bene dello Stato come valore principale\” e di non essere \”mai stato leale solo a una persona\”, ha citato altre due questioni delicate: gli ostaggi e la leva militare obbligatoria per i giovani ultraortodossi. Quest’ultima è una necessità secondo il generale, che in più occasioni nell’ultimo anno e’ tornato a chiedere l’arruolamento degli haredi, il cui numero deve aumentare per ridurre la pressione sui riservisti, condividere il peso della difesa del Paese e onorare il sacrificio dei caduti. Quanto al dramma degli ostaggi, Halevi nel suo discorso ha ricordato che l’Idf non può mai lasciare soldati feriti \”in territorio nemico\”. \”Dobbiamo fare di tutto per riportare a casa tutti i rapiti, questo e’ fondamentale per la vittoria\”, ha sottolineato. E come primo atto dopo il passaggio di consegne, ha fatto visita alla ‘Piazza degli Ostaggi’ a Tel Aviv e ha parlato con familiari e attivisti presenti. Ora il comando passa a Zamir. Il cinquantanovenne subentra in un momento delicato, con l’accordo di cessate il fuoco bloccato in un’impasse, l’estrema destra che fa pressioni per \”aprire le porte dell’inferno a Gaza\” e il presidente Usa Donald Trump che sogna una ricostruzione della Striscia in stile ‘Riviera’ di lusso, senza palestinesi. Alta tensione anche in Cisgiordania, dove per la prima volta in 20 anni sono stati schierati di nuovo i carri armati israeliani, a Jenin, mentre resta sul tavolo il dossier nucleare iraniano, con le discussioni in corso su come affrontare Teheran, alla luce dei duri colpi subiti dal suo ‘Asse del male’ in Libano e Siria. \”L’Idf ha ottenuto risultati impressionanti sul campo. Abbiamo vinto battaglie a Gaza e in Libano, abbiamo colpito lontano in Yemen e in Iran. Hamas ha ricevuto un duro colpo, ma non e’ stato ancora sconfitto. La missione non è ancora stata completata\”, ha affermato il nuovo capo di Stato maggiore, che ha rassicurato i familiari degli ostaggi sul \”dovere morale\” di \”riportare tutti a casa, in qualsiasi modo possibile e il piu’ rapidamente possibile\”. Il generale ha poi fatto riferimento alla questione dell’obbligo militare per gli ultraortodossi, mettendo l’accento sul bisogno di \”coesione\” ed esortando \”tutti i segmenti della società
“,”postId”:”9537f3cf-79e6-471f-9f95-433541ff49d5″},{“timestamp”:”2025-03-05T19:56:00.415Z”,”timestampUtcIt”:”2025-03-05T20:56:00+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Quanto costerà ricostruire la Striscia di Gaza? La conta dei danni”,”content”:”
Una devastazione senza precedenti. Oggi, più della metà della Striscia di Gaza è completamente rasa al suolo. Secondo gli esperti, non si è mai registrato un simile livello di distruzione in un’area così piccola e densamente popolata. Le stime per la ricostruzione di Gaza, che potrà essere avviata solo dopo il completamento delle tre fasi dell’accordo di tregua tra Israele e Hamas, sono esorbitanti. Ecco le ultime stime su quanto costerà ricostruire Gaza dopo la devastazione causata dal conflitto tra Hamas e Israele e sulla conta dei danni. PER SAPERNE DI PIÙ
“,”postId”:”ccd8a9e6-4ad9-4306-898d-a925ce4dc213″},{“timestamp”:”2025-03-05T19:43:24.778Z”,”timestampUtcIt”:”2025-03-05T20:43:24+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Delegazione lettone discute cooperazione economica con Israele”,”content”:”
Una delegazione di quaranta imprenditori lettoni, guidata dal ministro dell’Economia del Paese baltico, Viktors Valainis, ha concluso una visita di quattro giorni in Israele, nel corso della quale si è discusso delle possibilità di collaborazione economica nei settori dell’aviazione, dell’energia e del fintech. I colloqui hanno portato alla stipula di un accordo di cooperazione tra la Latvian FinTech Association, la Latvian Blockchain Association e l’Israeli Financial Technology Centre con l’obiettivo di sviluppare il settore della criptovalute in Lettonia, e tra la Camera di commercio e dell’industria lettone e la Federazione delle camere di commercio israeliane al fine di aumentare la penetrazione degli esportatori lettoni in Medio oriente. Sono state inoltre avviate trattative con Doral group, uno dei principali fondi israeliani per le energie rinnovabili, in vista dello sviluppo di alcuni progetti di energia verde in Lettonia, e con Israeli aerospace industries in vista dello sviluppo di progetti di assistenza tecnica degli aeromobili nel Paese baltico
“,”postId”:”93273a43-ef04-4c44-9931-ff825ee60b4e”},{“timestamp”:”2025-03-05T19:33:00.365Z”,”timestampUtcIt”:”2025-03-05T20:33:00+0100″,”altBackground”:false,”title”:”La situazione a Gaza e il ruolo degli Usa: i possibili scenari su rifugiati e aiuti”,”content”:”
Dallo scoppio della guerra tra Israele e Hamas si è aggravata la situazione degli sfollati palestinesi che da anni trovano accoglienza nei Paesi dell’area come Giordania e Libano. Mentre la tregua vacilla, la proposta del presidente americano Trump sul futuro della Striscia rischia di aumentare il numero di rifugiati. Anche di questo si è parlato nella puntata dell’11 febbraio di \”Numeri\”, approfondimento di Sky TG24. LEGGI QUI
“,”postId”:”c6c71776-c76c-4970-b142-c9966582f643″},{“timestamp”:”2025-03-05T19:32:58.304Z”,”timestampUtcIt”:”2025-03-05T20:32:58+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Israele conferma, consultati da Usa su contatti Hamas”,”content”:”
Dopo che la Casa Bianca ha confermato che l’amministrazione Trump ha avuto colloqui diretti con Hamas, Israele afferma di aver fatto sapere a Washington i suoi sentimenti in merito ai contatti, ma non fornisce ulteriori dettagli secondo il Times of Israel. \”Nei nostri contatti con gli Stati Uniti\”, afferma l’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu, \”Israele ha espresso la sua posizione sui colloqui diretti con Hamas\”. La Casa Bianca ha dichiarato stasera che Israele è stato consultato sui colloqui.
“,”postId”:”2f1574c9-db9d-461c-b9fb-3a5c981f56c0″},{“timestamp”:”2025-03-05T19:04:00.966Z”,”timestampUtcIt”:”2025-03-05T20:04:00+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Gaza, la tregua è in bilico: civili a rischio fame per il blocco degli aiuti”,”content”:”
Netanyahu spinge per cambiare le carte in tavola rispetto all’accordo di gennaio: Israele vuole che Hamas accetti di prolungare la tregua per altre sei settimane, dopo le quali aprire la seconda fase che, secondo il piano dell’inviato Usa Steve Witkoff, prevederebbe il rilascio di tutti gli ostaggi rimasti nelle mani dei palestinesi. Mentre i mediatori si trovano al Cairo, nella Striscia sono stati uccisi almeno 115 civili dal cessate il fuoco e si allunga l’ombra della carestia. L’APPROFONDIMENTO
“,”postId”:”31cecfb9-017d-425f-afe4-776547d87977″},{“timestamp”:”2025-03-05T18:57:44.483Z”,”timestampUtcIt”:”2025-03-05T19:57:44+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Media israeliani: inviato Usa annulla visita in Qatar”,”content”:”
Steve Witkoff, l’inviato per il Medio Oriente del presidente americano Donald Trump, ha annullato una visita prevista per questa settimana in Qatar. Lo riferisce il Jerusalem Post, mentre si susseguono le notizie di colloqui diretti che ci sarebbero stati in Qatar tra Stati Uniti e Hamas.-
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Hamas riconosce di aver avuto colloqui diretti con l’Amministrazione Trump. Lo riferisce la tv satellitare al-Arabiya che dà notizia della conferma da parte di una fonte anonima di Hamas dopo le rivelazioni di Axios e dopo che una fonte diplomatica di alto livello aveva parlato alla stessa tv di colloqui diretti a Doha, in Qatar, che hanno visto impegnati l’inviato Usa Adam Boehler e rappresentanti del gruppo per parlare degli ostaggi con cittadinanza americana tenuti prigionieri nella Striscia di Gaza dall’attacco del 7 ottobre 2023 in Israele. La Casa Bianca ha confermato che un inviato americano ha parlato direttamente con Hamas. \”Israele è stato consultato su questo argomento\”, ha detto la portavoce Karoline Leavitt. \”Dialogare e parlare con persone di tutto il mondo per fare ciò che è nell’interesse del popolo americano è qualcosa che il presidente ritiene giusto\”, ha aggiunto la funzionaria
“,”postId”:”d7310f78-5da2-4dec-b458-a0371d915bec”},{“timestamp”:”2025-03-05T18:34:13.827Z”,”timestampUtcIt”:”2025-03-05T19:34:13+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Nuova telefonata del Papa alla parrocchia di Gaza”,”content”:”
Ill Papa, \”nel corso della mattina, ha chiamato padre Gabriel Romanelli, parroco della Sacra Famiglia di Gaza\”, riferisce la Sala stampa vaticana. \”Nel pomeriggio ha alternato il riposo al lavoro\”, aggiunge.
“,”postId”:”8f489cbc-24dd-4635-8c06-4bd8f3a8a9bc”},{“timestamp”:”2025-03-05T18:07:39.130Z”,”timestampUtcIt”:”2025-03-05T19:07:39+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Siria, ministro Esteri: \”Distruggeremo scorte armi chimiche\””,”content”:”
Il ministro degli Esteri siriano si è impegnato a distruggere le scorte di armi chimiche accumulate sotto la cacciata del leader Bashar al-Assad, in uno storico discorso all’organo di controllo globale Opcw. Asaad al-Shaibani è stato il primo rappresentante siriano a rivolgersi al Consiglio esecutivo dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche all’Aia. L’ex presidente Assad e’ stato ripetutamente accusato di aver usato armi chimiche durante i 13 anni di guerra civile in Siria e, dopo la sua cacciata dell’8 dicembre, si è diffusa la preoccupazione per il destino delle scorte siriane. \”Il programma di armi chimiche del regime di Assad rappresenta uno dei capitoli più oscuri della storia della Siria e del mondo\”, ha dichiarato Shaibani ai delegati. Piu’ di dieci anni fa, la Siria ha accettato di consegnare le sue scorte dichiarate per la distruzione, ma l’Opcw ritiene che la dichiarazione fosse incompleta e che ci siano ancora più armi non censite. Shaibani ha promesso di \”ricostruire il futuro della Siria su basi di trasparenza, giustizia e cooperazione con la comunità internazionale\”. \”Questo programma di armi chimiche, creato sotto l’era di Assad, non è il nostro programma… Tuttavia, il nostro impegno è quello di smantellare tutto ciò che ne rimane, per porre fine a questa dolorosa eredita’\”, ha dichiarato.
“,”postId”:”ba1439cb-d418-4812-a8b7-584ee2c3737e”},{“timestamp”:”2025-03-05T18:02:43.595Z”,”timestampUtcIt”:”2025-03-05T19:02:43+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Onu, Bogotà presenta le sue osservazioni sul caso contro Israele”,”content”:”
La Colombia ha denunciato \”la diffusa violazione da parte di Israele degli obblighi essenziali riguardanti la protezione dei civili in tempo di guerra, sanciti dalla quarta Convenzione di Ginevra del 1949, tra cui il divieto di far morire di fame i civili come metodo di guerra\”. E’ quanto osservato dal ministero degli Esteri di Bogotà in occasione della presentazione davanti alla Corte internazionale di giustizia delle osservazioni in merito agli obblighi di Israele di garanzia delle attività umanitarie svolte dall’Onu e da altre organizzazioni internazionali in Palestina\”. Il documento si basa su una risoluzione delle Nazioni unite del dicembre scorso. Nel testo Bogotà ha sottolineato, tra le altre cose, il lavoro svolto dall’agenzia delle Nazioni unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi in Medio Oriente (Unrwa) in termini di accesso agli aiuti umanitari e diritti fondamentali a Gaza e in altri territori sotto assedio da parte delle forze militari israeliane. Il ministero degli Esteri ha affermato che la decisione della Colombia di partecipare a questa procedura consultiva rientra nella sua politica estera, che propone una soluzione pacifica e negoziata ai conflitti e alle divergenze tra i Paesi, alla luce del diritto internazionale.
“,”postId”:”0c8e87b8-99ee-475f-9179-30c53959cb59″},{“timestamp”:”2025-03-05T17:25:26.088Z”,”timestampUtcIt”:”2025-03-05T18:25:26+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Smotrich: \”A Washington per rafforzare cooperazione con Usa\””,”content”:”
Al via la missione a Washington del ministro israeliano delle Finanze, Bezalel Smotrich, e i colloqui al Dipartimento del Tesoro. Lo conferma su X lo stesso Smotrich dopo che la scorsa settimana i media israeliani anticipavano un atteso faccia a faccia con il segretario al Tesoro, Scott Bessent.
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I colloqui, scrive Smotrich in un post, serviranno a \”gettare le basi per una forte cooperazione economica e strategica\” tra Israele e Stati Uniti. \”Sono convinto che il rafforzamento della nostra cooperazione possa portare crescita, sviluppo e prosperità a beneficio di entrambi i Paesi\”, conclude.
“,”postId”:”2ecbf487-40ac-4863-a00d-fd0cb14ec69c”},{“timestamp”:”2025-03-05T16:29:46.208Z”,”timestampUtcIt”:”2025-03-05T17:29:46+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Finito incarico, Halevi si reca in ‘Piazza Ostaggi'”,”content”:”
Il capo di Stato maggiore uscente, Herzl Halevi, ha fatto visita alla ‘Piazza degli Ostaggi’ a Tel Aviv e ha parlato con i familiari presenti, subito dopo la conclusione della cerimonia del passaggio di consegne con il successore Eyal Zamir. Finora Halevi si era astenuto dal recarsi sul posto, durante il suo mandato come capo di Stato maggiore, dietro richiesta della leadership politica che lo considerava un atto politico.
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\”Le forze armate israeliane (Idf) appartengono a tutti noi, non abbiamo nessun altro esercito. Chiedo all’opinione pubblica e certamente ai leader pubblici di togliere la politica dall’Idf e l’Idf dalla politica\”. Lo ha affermato il presidente Isaac Herzog, in un incontro con il nuovo capo di Stato maggiore dell’Idf, Eyal Zamir, e il suo predecessore Herzi Halevi, nel giorno del passaggio di consegne.
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Gli Stati Uniti hanno sanzionato sette leader Houthi, oltre a un individuo che aveva inviato civili yemeniti a combattere per la Russia in Ucraina. Ieri Washington aveva classificato come ‘terrorista’ il gruppo militante yemenita.
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\”Questi individui hanno introdotto di nascosto oggetti di tipo militare e sistemi d’arma nelle aree dello Yemen controllate dagli Houthi e hanno anche negoziato l’acquisto di armi dalla Russia per gli Houthi\”, ha affermato il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti.
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Dal 7 ottobre 2023 nella Striscia di Gaza sono morte almeno 48.440 persone e 111.845 sono rimaste ferite, secondo un ultimo bilancio diffuso dal ministero della Salute palestinese controllato da Hamas In una dichiarazione citata da Al Jazeera online, si precisa che nelle ultime 24 ore sono state registrate quattro nuove vittime, 30 corpi recuperati e uno morto per ferite riportate. Molte vittime, aggiunge la stessa fonte, rimangono sotto le macerie e pertanto il bilancio è destinato ad aumentare sensibilmente.
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Negoziare direttamente con Hamas, senza l’adesione di Israele, eèun altro passo che gli Usa non hanno mai compiuto, ha sottolineato Ravid, ricordando che dei 59 ostaggi ancora a Gaza, 35 sono morti mentre 22 si ritiene siano ancora vivi e di due non si hanno notizie certe. Tra i vivi, anche l’israelo-americano Edan Alexander, uno dei cinque con cittadinanza Usa nelle mani di Hamas. I negoziati per la seconda fase del cessate il fuoco nella Striscia non sono stati avviati dopo la conclusione della prima, contrariamente a quanto previsto dall’intesa. Sul tavolo c’e’ la liberazione degli ostaggi, il ritiro delle truppe israeliane e la fine della guerra. I combattimenti non sono ripresi, ma Israele ha interrotto l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza come ritorsione per il rifiuto di Hamas di aderire alla richiesta unilaterale dello Stato ebraico di estendere la prima fase.
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Le trattative, tenute dall’invitato americano per gli ostaggi Adam Boehler, sono senza precedenti: gli Stati Uniti infatti non si sono mai impegnati direttamente con Hamas, designata come organizzazione terroristica nel 1997. Gli incontri fra Boehler e i funzionari di Hamas, riporta Axios, si sono tenuti a Doha nelle ultime settimane.
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L’amministrazione Trump sta tenendo colloqui diretti con Hamas per il rilascio degli ostaggi americani prigionieri a Gaza e la possibilità di un accordo più ampio per porre fine alla guerra. Lo ha riferito il giornalista di Axios, Barak Ravid, citando due fonti a conoscenza diretta delle discussioni. A gestire i colloqui è l’inviato Usa per gli ostaggi Adam Boehler, che ha incontrato esponenti del gruppo militante palestinese a Doha nelle ultime settimane, ha riferito il reporter, sottolineando che mai prima Washington si era impegnata direttamente con Hamas, designata come organizzazione terroristica nel 1997.
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Germania, Francia e Regno Unito ribadiscono il loro \”continuo sostegno al cessate il fuoco tra Israele e Hamas\”: è quanto si legge in una dichiarazione congiunta dei ministri degli Esteri dei tre Paesi, diffusa a Parigi dal Quai d’Orsay. Nel testo, i capi della diplomazia di Berlino, Parigi e Londra sottolineano la necessità che \”il cessate il fuoco venga mantenuto, che tutti gli ostaggi vengano rilasciati e che il flusso di aiuti umanitari alla Striscia di Gaza continui ad essere garantito\”. \”Esortiamo tutte le parti ad avviare negoziati costruttivi sulle fasi successive dell’accordo al fine di contribuire alla sua piena attuazione e alla cessazione permanente delle ostilità. Accogliamo con favore gli sforzi di mediazione compiuti da Egitto, Qatar e Stati Uniti affinché si possa raggiungere un accordo per estendere il cessate il fuoco\”. \”La situazione umanitaria nella Striscia di Gaza – si prosegue nel comunicato diffuso dai tre Paesi – è catastrofica. Siamo profondamente preoccupati per il fatto che il governo israeliano abbia annunciato la sua decisione di bloccare l’ingresso di tutte le merci e le forniture nella Striscia di Gaza. Chiediamo al governo israeliano di rispettare i suoi obblighi internazionali affinché gli aiuti umanitari raggiungano la popolazione della Striscia di Gaza in modo completo, rapido, sicuro e senza ostacoli\”.
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Gli Stati Uniti stanno trattando direttamente con Hamas sul rilascio degli ostaggi americani a Gaza e su un accorso più ampio per mettere fine alla guerra. Lo riporta Axios citando alcune fonti. La Casa Bianca accoglie con favore il “contributo” delle nazioni arabe per il futuro di Gaza, pur insistendo che Hamas non può rimanere al potere. “Il presidente Trump è stato chiaro sul fatto che Hamas non può continuare a governare Gaza”. “Pur mantenendo la sua coraggiosa visione di una Gaza postbellica, il presidente accoglie con favore il contributo dei nostri partner arabi nella regione. È chiaro che le sue proposte hanno spinto la regione a sedersi al tavolo piuttosto che permettere che la questione si trasformasse in un’ulteriore crisi”, ha dichiarato il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Brian Hughes, secondo quanto riportato dal Times of Israel. Il piano della Lega araba è stato invece già bocciato da Israele, secondo cui “non ha affrontato la realtà della situazione successiva al massacro perpetrato da Hamas il 7 ottobre 2023”.
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Cambio guardia a guida Idf, ora fedelissimo Bib
Cambio al vertice delle forze armate israeliane: dopo poco più di due anni in carica, Herzi Halevi ha passato il testimone a Eyal Zamir, nuovo capo di Stato maggiore. A lui il compito di guidare l’Idf, impegnato su sette fronti all’estero, con l’ottavo in patria nella sfida di contenere le ingerenze politiche – in primis dell’estrema
destra, alleato fondamentale del premier Benjamin Netanyahu nel governo – e ristabilire il rapporto di fiducia con l’opinione pubblica. Non e’ stata una luna di miele con l’esecutivo e andando via, due anni in anticipo, Halevi non lo ha nascosto. Alla cerimonia di passaggio di consegne, davanti a Netanyahu e ai capi di Mossad e Shin Bet, David Barnea e Ronen Bar, così come al capo del Centcom, Michael Kurilla, il capo di Stato maggiore uscente ha ribadito la richiesta dell’istituzione di una commissione d’inchiesta statale sul 7 ottobre, “necessaria e vitale, non per dare la colpa, ma per scoprire prima di tutto la radice dei problemi e rendere possibile risolverli”. Questa è vista come fumo negli occhi dal premier che continua a respingerla: di recente ha denunciato che il risultato sarebbe “già scritto”, tutto diretto contro una sola parte, e ne ha chiesta una “non politicizzata” dopo la fine della guerra a Gaza. . – Del resto, Netanyahu non si e’ mai assunto chiaramente e pubblicamente la responsabilità di quanto avvenuto, puntando il dito piuttosto proprio contro militari e intelligence. Al contrario, Halevi fin da subito aveva dichiarato il “fallimento” dell’esercito sotto il suo comando nella “sua missione di proteggere i cittadini di Israele” e aveva prospettato le dimissioni non appena fosse stato possibile. Quel momento e’ stato annunciato a fine gennaio, in concomitanza con l’avvio della prima fase dell’accordo per il cessate a fuoco a Gaza. Una tempistica precisa, secondo un ex alto funzionario israeliano citato dal Washington Post, convinto che in questo ci fosse un “messaggio” da parte dell’allora capo di Stato maggiore. “Halevi non crede che avverrà la seconda fase, in cui la guerra finisce e il resto degli ostaggi viene restituito. Poiché’ sa che la seconda fase non avverrà e crede che dovrebbe (avvenire), si dimette. Sta dicendo, ‘non mi farete combattere di nuovo, nella seconda fase'”. Una previsione che si è avverata, vista l’impasse in cui si trova l’accordo per il cessate il fuoco nella Striscia, dopo la fine della prima fase e il mancato avvio dei negoziati per la seconda, come previsto dall’intesa. Ma non c’è stato solo il riferimento alla commissione d’inchiesta statale. Nel suo discorso di commiato Halevi, rivendicando “il bene dello Stato come valore principale” e di non essere “mai stato leale solo a una persona”, ha citato altre due questioni delicate: gli ostaggi e la leva militare obbligatoria per i giovani ultraortodossi. Quest’ultima è una necessità secondo il generale, che in più occasioni nell’ultimo anno e’ tornato a chiedere l’arruolamento degli haredi, il cui numero deve aumentare per ridurre la pressione sui riservisti, condividere il peso della difesa del Paese e onorare il sacrificio dei caduti. Quanto al dramma degli ostaggi, Halevi nel suo discorso ha ricordato che l’Idf non può mai lasciare soldati feriti “in territorio nemico”. “Dobbiamo fare di tutto per riportare a casa tutti i rapiti, questo e’ fondamentale per la vittoria”, ha sottolineato. E come primo atto dopo il passaggio di consegne, ha fatto visita alla ‘Piazza degli Ostaggi’ a Tel Aviv e ha parlato con familiari e attivisti presenti. Ora il comando passa a Zamir. Il cinquantanovenne subentra in un momento delicato, con l’accordo di cessate il fuoco bloccato in un’impasse, l’estrema destra che fa pressioni per “aprire le porte dell’inferno a Gaza” e il presidente Usa Donald Trump che sogna una ricostruzione della Striscia in stile ‘Riviera’ di lusso, senza palestinesi. Alta tensione anche in Cisgiordania, dove per la prima volta in 20 anni sono stati schierati di nuovo i carri armati israeliani, a Jenin, mentre resta sul tavolo il dossier nucleare iraniano, con le discussioni in corso su come affrontare Teheran, alla luce dei duri colpi subiti dal suo ‘Asse del male’ in Libano e Siria. “L’Idf ha ottenuto risultati impressionanti sul campo. Abbiamo vinto battaglie a Gaza e in Libano, abbiamo colpito lontano in Yemen e in Iran. Hamas ha ricevuto un duro colpo, ma non e’ stato ancora sconfitto. La missione non è ancora stata completata”, ha affermato il nuovo capo di Stato maggiore, che ha rassicurato i familiari degli ostaggi sul “dovere morale” di “riportare tutti a casa, in qualsiasi modo possibile e il piu’ rapidamente possibile”. Il generale ha poi fatto riferimento alla questione dell’obbligo militare per gli ultraortodossi, mettendo l’accento sul bisogno di “coesione” ed esortando “tutti i segmenti della società
Quanto costerà ricostruire la Striscia di Gaza? La conta dei danni
Una devastazione senza precedenti. Oggi, più della metà della Striscia di Gaza è completamente rasa al suolo. Secondo gli esperti, non si è mai registrato un simile livello di distruzione in un’area così piccola e densamente popolata. Le stime per la ricostruzione di Gaza, che potrà essere avviata solo dopo il completamento delle tre fasi dell’accordo di tregua tra Israele e Hamas, sono esorbitanti. Ecco le ultime stime su quanto costerà ricostruire Gaza dopo la devastazione causata dal conflitto tra Hamas e Israele e sulla conta dei danni. PER SAPERNE DI PIÙ
Delegazione lettone discute cooperazione economica con Israele
Una delegazione di quaranta imprenditori lettoni, guidata dal ministro dell’Economia del Paese baltico, Viktors Valainis, ha concluso una visita di quattro giorni in Israele, nel corso della quale si è discusso delle possibilità di collaborazione economica nei settori dell’aviazione, dell’energia e del fintech. I colloqui hanno portato alla stipula di un accordo di cooperazione tra la Latvian FinTech Association, la Latvian Blockchain Association e l’Israeli Financial Technology Centre con l’obiettivo di sviluppare il settore della criptovalute in Lettonia, e tra la Camera di commercio e dell’industria lettone e la Federazione delle camere di commercio israeliane al fine di aumentare la penetrazione degli esportatori lettoni in Medio oriente. Sono state inoltre avviate trattative con Doral group, uno dei principali fondi israeliani per le energie rinnovabili, in vista dello sviluppo di alcuni progetti di energia verde in Lettonia, e con Israeli aerospace industries in vista dello sviluppo di progetti di assistenza tecnica degli aeromobili nel Paese baltico
La situazione a Gaza e il ruolo degli Usa: i possibili scenari su rifugiati e aiuti
Dallo scoppio della guerra tra Israele e Hamas si è aggravata la situazione degli sfollati palestinesi che da anni trovano accoglienza nei Paesi dell’area come Giordania e Libano. Mentre la tregua vacilla, la proposta del presidente americano Trump sul futuro della Striscia rischia di aumentare il numero di rifugiati. Anche di questo si è parlato nella puntata dell’11 febbraio di “Numeri”, approfondimento di Sky TG24. LEGGI QUI
Israele conferma, consultati da Usa su contatti Hamas
Dopo che la Casa Bianca ha confermato che l’amministrazione Trump ha avuto colloqui diretti con Hamas, Israele afferma di aver fatto sapere a Washington i suoi sentimenti in merito ai contatti, ma non fornisce ulteriori dettagli secondo il Times of Israel. “Nei nostri contatti con gli Stati Uniti”, afferma l’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu, “Israele ha espresso la sua posizione sui colloqui diretti con Hamas”. La Casa Bianca ha dichiarato stasera che Israele è stato consultato sui colloqui.
Gaza, la tregua è in bilico: civili a rischio fame per il blocco degli aiuti
Netanyahu spinge per cambiare le carte in tavola rispetto all’accordo di gennaio: Israele vuole che Hamas accetti di prolungare la tregua per altre sei settimane, dopo le quali aprire la seconda fase che, secondo il piano dell’inviato Usa Steve Witkoff, prevederebbe il rilascio di tutti gli ostaggi rimasti nelle mani dei palestinesi. Mentre i mediatori si trovano al Cairo, nella Striscia sono stati uccisi almeno 115 civili dal cessate il fuoco e si allunga l’ombra della carestia. L’APPROFONDIMENTO
Media israeliani: inviato Usa annulla visita in Qatar
Steve Witkoff, l’inviato per il Medio Oriente del presidente americano Donald Trump, ha annullato una visita prevista per questa settimana in Qatar. Lo riferisce il Jerusalem Post, mentre si susseguono le notizie di colloqui diretti che ci sarebbero stati in Qatar tra Stati Uniti e Hamas.-
Fonte Hamas conferma colloqui diretti con Usa
Hamas riconosce di aver avuto colloqui diretti con l’Amministrazione Trump. Lo riferisce la tv satellitare al-Arabiya che dà notizia della conferma da parte di una fonte anonima di Hamas dopo le rivelazioni di Axios e dopo che una fonte diplomatica di alto livello aveva parlato alla stessa tv di colloqui diretti a Doha, in Qatar, che hanno visto impegnati l’inviato Usa Adam Boehler e rappresentanti del gruppo per parlare degli ostaggi con cittadinanza americana tenuti prigionieri nella Striscia di Gaza dall’attacco del 7 ottobre 2023 in Israele. La Casa Bianca ha confermato che un inviato americano ha parlato direttamente con Hamas. “Israele è stato consultato su questo argomento”, ha detto la portavoce Karoline Leavitt. “Dialogare e parlare con persone di tutto il mondo per fare ciò che è nell’interesse del popolo americano è qualcosa che il presidente ritiene giusto”, ha aggiunto la funzionaria
Nuova telefonata del Papa alla parrocchia di Gaza
Ill Papa, “nel corso della mattina, ha chiamato padre Gabriel Romanelli, parroco della Sacra Famiglia di Gaza”, riferisce la Sala stampa vaticana. “Nel pomeriggio ha alternato il riposo al lavoro”, aggiunge.
Siria, ministro Esteri: “Distruggeremo scorte armi chimiche”
Il ministro degli Esteri siriano si è impegnato a distruggere le scorte di armi chimiche accumulate sotto la cacciata del leader Bashar al-Assad, in uno storico discorso all’organo di controllo globale Opcw. Asaad al-Shaibani è stato il primo rappresentante siriano a rivolgersi al Consiglio esecutivo dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche all’Aia. L’ex presidente Assad e’ stato ripetutamente accusato di aver usato armi chimiche durante i 13 anni di guerra civile in Siria e, dopo la sua cacciata dell’8 dicembre, si è diffusa la preoccupazione per il destino delle scorte siriane. “Il programma di armi chimiche del regime di Assad rappresenta uno dei capitoli più oscuri della storia della Siria e del mondo”, ha dichiarato Shaibani ai delegati. Piu’ di dieci anni fa, la Siria ha accettato di consegnare le sue scorte dichiarate per la distruzione, ma l’Opcw ritiene che la dichiarazione fosse incompleta e che ci siano ancora più armi non censite. Shaibani ha promesso di “ricostruire il futuro della Siria su basi di trasparenza, giustizia e cooperazione con la comunità internazionale”. “Questo programma di armi chimiche, creato sotto l’era di Assad, non è il nostro programma… Tuttavia, il nostro impegno è quello di smantellare tutto ciò che ne rimane, per porre fine a questa dolorosa eredita’”, ha dichiarato.
Onu, Bogotà presenta le sue osservazioni sul caso contro Israele
La Colombia ha denunciato “la diffusa violazione da parte di Israele degli obblighi essenziali riguardanti la protezione dei civili in tempo di guerra, sanciti dalla quarta Convenzione di Ginevra del 1949, tra cui il divieto di far morire di fame i civili come metodo di guerra”. E’ quanto osservato dal ministero degli Esteri di Bogotà in occasione della presentazione davanti alla Corte internazionale di giustizia delle osservazioni in merito agli obblighi di Israele di garanzia delle attività umanitarie svolte dall’Onu e da altre organizzazioni internazionali in Palestina”. Il documento si basa su una risoluzione delle Nazioni unite del dicembre scorso. Nel testo Bogotà ha sottolineato, tra le altre cose, il lavoro svolto dall’agenzia delle Nazioni unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi in Medio Oriente (Unrwa) in termini di accesso agli aiuti umanitari e diritti fondamentali a Gaza e in altri territori sotto assedio da parte delle forze militari israeliane. Il ministero degli Esteri ha affermato che la decisione della Colombia di partecipare a questa procedura consultiva rientra nella sua politica estera, che propone una soluzione pacifica e negoziata ai conflitti e alle divergenze tra i Paesi, alla luce del diritto internazionale.
Smotrich: “A Washington per rafforzare cooperazione con Usa”
Al via la missione a Washington del ministro israeliano delle Finanze, Bezalel Smotrich, e i colloqui al Dipartimento del Tesoro. Lo conferma su X lo stesso Smotrich dopo che la scorsa settimana i media israeliani anticipavano un atteso faccia a faccia con il segretario al Tesoro, Scott Bessent.
I colloqui, scrive Smotrich in un post, serviranno a “gettare le basi per una forte cooperazione economica e strategica” tra Israele e Stati Uniti. “Sono convinto che il rafforzamento della nostra cooperazione possa portare crescita, sviluppo e prosperità a beneficio di entrambi i Paesi”, conclude.
Finito incarico, Halevi si reca in ‘Piazza Ostaggi’
Il capo di Stato maggiore uscente, Herzl Halevi, ha fatto visita alla ‘Piazza degli Ostaggi’ a Tel Aviv e ha parlato con i familiari presenti, subito dopo la conclusione della cerimonia del passaggio di consegne con il successore Eyal Zamir. Finora Halevi si era astenuto dal recarsi sul posto, durante il suo mandato come capo di Stato maggiore, dietro richiesta della leadership politica che lo considerava un atto politico.
Herzog: “Togliere politica da forze armate”
“Le forze armate israeliane (Idf) appartengono a tutti noi, non abbiamo nessun altro esercito. Chiedo all’opinione pubblica e certamente ai leader pubblici di togliere la politica dall’Idf e l’Idf dalla politica”. Lo ha affermato il presidente Isaac Herzog, in un incontro con il nuovo capo di Stato maggiore dell’Idf, Eyal Zamir, e il suo predecessore Herzi Halevi, nel giorno del passaggio di consegne.
Usa sanzionano 7 leader Houthi
Gli Stati Uniti hanno sanzionato sette leader Houthi, oltre a un individuo che aveva inviato civili yemeniti a combattere per la Russia in Ucraina. Ieri Washington aveva classificato come ‘terrorista’ il gruppo militante yemenita.
“Questi individui hanno introdotto di nascosto oggetti di tipo militare e sistemi d’arma nelle aree dello Yemen controllate dagli Houthi e hanno anche negoziato l’acquisto di armi dalla Russia per gli Houthi”, ha affermato il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti.
Hamas: “Sale a 48.440 il bilancio dei morti a Gaza”
Dal 7 ottobre 2023 nella Striscia di Gaza sono morte almeno 48.440 persone e 111.845 sono rimaste ferite, secondo un ultimo bilancio diffuso dal ministero della Salute palestinese controllato da Hamas In una dichiarazione citata da Al Jazeera online, si precisa che nelle ultime 24 ore sono state registrate quattro nuove vittime, 30 corpi recuperati e uno morto per ferite riportate. Molte vittime, aggiunge la stessa fonte, rimangono sotto le macerie e pertanto il bilancio è destinato ad aumentare sensibilmente.
Axios: “Colloqui segreti Usa con Hamas su ostaggi” (2)
Negoziare direttamente con Hamas, senza l’adesione di Israele, eèun altro passo che gli Usa non hanno mai compiuto, ha sottolineato Ravid, ricordando che dei 59 ostaggi ancora a Gaza, 35 sono morti mentre 22 si ritiene siano ancora vivi e di due non si hanno notizie certe. Tra i vivi, anche l’israelo-americano Edan Alexander, uno dei cinque con cittadinanza Usa nelle mani di Hamas. I negoziati per la seconda fase del cessate il fuoco nella Striscia non sono stati avviati dopo la conclusione della prima, contrariamente a quanto previsto dall’intesa. Sul tavolo c’e’ la liberazione degli ostaggi, il ritiro delle truppe israeliane e la fine della guerra. I combattimenti non sono ripresi, ma Israele ha interrotto l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza come ritorsione per il rifiuto di Hamas di aderire alla richiesta unilaterale dello Stato ebraico di estendere la prima fase.
Media: “Usa trattano con Hamas per gli ostaggi e la fine della guerra” (2)
Le trattative, tenute dall’invitato americano per gli ostaggi Adam Boehler, sono senza precedenti: gli Stati Uniti infatti non si sono mai impegnati direttamente con Hamas, designata come organizzazione terroristica nel 1997. Gli incontri fra Boehler e i funzionari di Hamas, riporta Axios, si sono tenuti a Doha nelle ultime settimane.
Axios: “Colloqui segreti Usa con Hamas su ostaggi”
L’amministrazione Trump sta tenendo colloqui diretti con Hamas per il rilascio degli ostaggi americani prigionieri a Gaza e la possibilità di un accordo più ampio per porre fine alla guerra. Lo ha riferito il giornalista di Axios, Barak Ravid, citando due fonti a conoscenza diretta delle discussioni. A gestire i colloqui è l’inviato Usa per gli ostaggi Adam Boehler, che ha incontrato esponenti del gruppo militante palestinese a Doha nelle ultime settimane, ha riferito il reporter, sottolineando che mai prima Washington si era impegnata direttamente con Hamas, designata come organizzazione terroristica nel 1997.
Appello Francia-Gb-Germania: “Israele faccia entrare aiuti a Gaza”
Germania, Francia e Regno Unito ribadiscono il loro “continuo sostegno al cessate il fuoco tra Israele e Hamas”: è quanto si legge in una dichiarazione congiunta dei ministri degli Esteri dei tre Paesi, diffusa a Parigi dal Quai d’Orsay. Nel testo, i capi della diplomazia di Berlino, Parigi e Londra sottolineano la necessità che “il cessate il fuoco venga mantenuto, che tutti gli ostaggi vengano rilasciati e che il flusso di aiuti umanitari alla Striscia di Gaza continui ad essere garantito”. “Esortiamo tutte le parti ad avviare negoziati costruttivi sulle fasi successive dell’accordo al fine di contribuire alla sua piena attuazione e alla cessazione permanente delle ostilità. Accogliamo con favore gli sforzi di mediazione compiuti da Egitto, Qatar e Stati Uniti affinché si possa raggiungere un accordo per estendere il cessate il fuoco”. “La situazione umanitaria nella Striscia di Gaza – si prosegue nel comunicato diffuso dai tre Paesi – è catastrofica. Siamo profondamente preoccupati per il fatto che il governo israeliano abbia annunciato la sua decisione di bloccare l’ingresso di tutte le merci e le forniture nella Striscia di Gaza. Chiediamo al governo israeliano di rispettare i suoi obblighi internazionali affinché gli aiuti umanitari raggiungano la popolazione della Striscia di Gaza in modo completo, rapido, sicuro e senza ostacoli”.
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