Il governo scommette sul rinnovo dei contratti del pubblico impiego. Quelli per il triennio 2022-2024 sono praticamente tutti ancora fermi: finora è stato sottoscritto, a gennaio, solo il Ccnl delle Funzioni centrali.
Nel nuovo Documento di finanza pubblica (ex Def), approvato la settimana scorsa dal Consiglio dei ministri, sono contenute le previsioni tendenziali sulla spesa per redditi da lavoro dipendente delle amministrazioni pubbliche, stimata pari a 201 miliardi nel 2025 (+2,3%), a 205,9 miliardi nel 2026 (+2,4%) e a 207 miliardi nel 2027 (+0,5%). Questo andamento risulta in linea con il triennio precedente. Per il 2028 si prevede un incremento dell’1,7 per cento.
Statali, spinta del governo per il rinnovo dei contratti
«Le previsioni in termini di cassa – si legge nel Dfp – sono basate sull’ipotesi che nel 2025 verranno siglati i contratti relativi al triennio 2022-2024 per il personale non dirigenziale del comparto Funzioni centrali, del comparto Funzioni locali, del comparto Sanità, del comparto Istruzione e Ricerca, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, delle Forze armate e dei Corpi di polizia ad ordinamento civile e militare, oltre che della Carriera prefettizia e della Carriera diplomatica».
Per i restanti contratti, prosegue il Dfp, si ipotizza la sottoscrizione nel 2026. Per quanto riguarda il 2024, la spesa per redditi da lavoro dipendente delle amministrazioni pubbliche è risultata pari invece a 196,6 miliardi, in crescita del 4,5% sul 2023 quando si attestava a quota 188 miliardi. Anche l’incidenza sul Pil, pari al 9%, è risultata in aumento rispetto al valore registrato nel 2023 (8,8%). L’andamento del 2024 è influenzato, in particolar modo, dalla tornata contrattuale 2022-2024, per la quale sono state stanziate risorse pari a oltre 8,5 miliardi di euro. Sul dato di consuntivo espresso in termini di cassa, specifica il Documento di finanza pubblica, hanno avuto effetto da un lato la contabilizzazione conseguente alla sottoscrizione dei contratti relativi alla tornata 2019-2021 e, dall’altro, l’erogazione dell’indennità di vacanza contrattuale maggiorata di 6,7 volte a copertura dei Ccnl 2022-2024 ancora da sottoscrivere.
LA CONVOCAZIONE
Giovedì l’Aran, l’agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni che negozia i rinnovi con le parti sociali, ha convocato per il 29 aprile le organizzazioni sindacali rappresentative del comparto Sanità per riprendere il confronto sul Contratto collettivo nazionale di lavoro. Il muro alzato da Cgil e Uil, che chiedono al governo più risorse, finora ha reso impossibile arrivare a un’intesa. Lo stesso muro blocca anche la trattativa per le Funzioni locali. Nel caso delle Funzioni centrali è stata decisiva la firma di Cisl Fp, Confsal Unsa, Flp e Confintesa Fp, che insieme rappresentano il 54,6% dei lavoratori del comparto. Il no di Fp Cgil e Uil Pa è stato così aggirato: circa 195mila dipendenti della Pa centrale hanno ricevuto grazie al nuovo Ccnl aumenti medi lordi mensili pari a 165 euro.
LA SPESA
Nei prossimi anni la spesa per redditi da lavoro dipendente delle amministrazioni pubbliche è stimata in crescita non solo per effetto delle risorse destinate al rinnovo dei contratti del pubblico impiego per il triennio 2025-2027 dall’ultima legge di Bilancio, che per esempio incidono sulla spesa del 2025 per circa 2,7 miliardi di euro. Pesano anche l’incremento, a decorrere dal 2025, dei fondi per il trattamento economico accessorio del personale pubblico, anche dirigenziale, nella misura dello 0,22 per cento della massa salariale del 2021, nonché le disposizioni finalizzate all’incremento di specifiche indennità della dirigenza medica, della dirigenza sanitaria non medica e del personale infermieristico.
Nel frattempo il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, sta lavorando d’intesa con il Mef a un provvedimento, in vista della conversione in legge del decreto legge Pa, per portare gli stipendi dei lavoratori degli enti locali al livello di quelli erogati nelle amministrazioni centrali, così da aiutare Comuni e Regioni a limitare la fuga dei dipendenti verso i ministeri.
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