Qr code sulle bottiglie di vino e obbligatorio in etichetta: cosa cambia


Il Qr code obbligatorio sulle etichette delle bottiglie, previsto da una proposta della Commissione Europea, ha suscitato diverse reazioni. Se da un lato si apprezza la volontà di garantire maggiore trasparenza per i consumatori, dall’altro emergono delle preoccupazioni riguardo agli aspetti burocratici che potrebbero rallentare il processo e complicare ulteriormente la situazione per le aziende vinicole.

Qr code obbligatorio sulle bottiglie di vino, cosa prevede la nuova proposta europea

La Commissione Europea ha recentemente presentato una proposta che prevede l’introduzione obbligatoria di un qr code sulle bottiglie di vino, per garantire ai consumatori l’accesso a informazioni complete e dettagliate sul prodotto che stanno acquistando. Il Qr code, quindi, consentirà a chi acquista una bottiglia di vino di scansionare il codice con uno smartphone e accedere immediatamente a una pagina web con tutte le informazioni necessarie, senza che l’etichetta debba essere sovraccaricata di dati. In pratica, l’etichetta diventa più snella, mentre la trasparenza rimane garantita grazie alla possibilità di consultare ulteriori dettagli.

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Le informazioni disponibili attraverso il Qr code saranno varie e complete. Si potranno trovare dati nutrizionali, indicazioni per lo smaltimento degli imballaggi e informazioni generali sul prodotto, come la provenienza delle uve, la cantina di produzione e, potenzialmente, anche la storia della tradizione vinicola che accompagna ogni bottiglia.

Pro e contro

Come sottolineato dagli esperti di settore, tra cui Coldiretti, facilita il compito delle aziende di rimanere competitive in un mercato globale che, più che mai, richiede comunicazioni chiare e snelle. Il Qr code non solo risponde alla necessità di trasparenza, ma diventa anche uno strumento utile per la promozione del vino italiano.

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Il link diretto al sito web del prodotto crea infatti una connessione immediata con il consumatore, che può favorire l’acquisto diretto, la fidelizzazione del cliente e l’esposizione del prodotto a un pubblico più ampio, soprattutto se associato a iniziative di marketing digitali.

Tuttavia, anche se la trasparenza è fondamentale, è necessario un approccio più flessibile riguardo alle normative e alle misure di sostegno all’industria, come investimenti e aiuti per la promozione.

Come sottolinea Luigi Scordamaglia, Amministratore Delegato di Filiera Italia, le politiche per sostenere il comparto vinicolo devono essere coerenti con gli obiettivi di promozione e crescita del settore. Il rischio di una regolamentazione eccessivamente restrittiva potrebbe compromettere i benefici derivanti dall’innovazione.

Un settore che combatte contro la minaccia dei dazi

In un contesto già difficile, segnato dalla minaccia dei dazi americani sul vino europeo, la Commissione Europea sta cercando di sostenere il comparto vitivinicolo, ma deve anche fare attenzione a non introdurre regolamenti che potrebbero risultare penalizzanti. I produttori italiani, che già affrontano la concorrenza di Paesi non soggetti ai dazi, rischiano di vedersi ulteriormente danneggiati se la regolamentazione – conseguente all’introduzione del Qr code – dovesse diventare troppo rigida o complicata.

Senza un adeguato sostegno, infatti, il Qr code rischia di diventare solo una misura formale, senza reali benefici per le aziende vinicole e che, al contrario, comporta solo altre pratiche burocratiche che allentano e pesano su tutti gli altri processi produttivi, soprattutto in un momento in cui la competizione internazionale si fa sempre più intensa e la situazione economica rimane incerta.





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