«E non c’erano ancora i dazi»


La terza via

«L’Europa – riprende Martin – deve uscire da questa situazione di sudditanza e proporre una terza via facendo forza sulla propria storia e cultura democratica. Una via che non può essere solo lastricata di armamenti, ma deve andare controcorrente, semplificando e rafforzando il libero scambio di merci, persone, competenze e capitali al suo interno o, con un gruppo di volenterosi, che io chiamerei coraggiosi. Tutto questo non per un puro pensiero romantico, ma per rafforzare il nostro tessuto economico eliminando lacci e laccioli che rallentano la crescita delle nostre imprese».
Secondo l’Ufficio Studi di Confartigianato, nel 2024 l’export manifatturiero provinciale ha registrato una contrazione del 14%, attestandosi a 5,7 miliardi di euro. In particolare, le esportazioni verso gli Stati Uniti sono passare dai 644 milioni del 2022 ai 558 milioni del 2024 (il 9,8% del totale regionale) subendo una flessione di quasi 100 milioni di euro -13,4%.
Ma cosa potrebbe fare il Governo in concreto?
«L’accesso facilitato al credito agevolato, crediti di imposta o deduzioni fiscali specifiche per le imprese colpite dai dazi per compensare l’aumento dei costi, rafforzamento di strumenti come il Fondo gestito da Simest magari con una corsia preferenziale per le micro e piccole imprese artigiane e aiuti per la diversificare l’accesso ai mercati esteri come Asia, Canada o i Paesi del Golfo. Dove ci voglia portare questo Presidente Americano non è ancora chiaro conclude Martin ma dobbiamo impedire la distruzione del nostro tessuto imprenditoriale fatto da migliaia di piccole ma laboriose realtà».

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