Il presidente dell’associazione costruttori traccia il piano
“Dazi, cantieri, territori. Il Sannio come caso nazionale per una strategia industriale di sistema”. Il presidente Ance Benevento, Flavian Basile riflette sulla congiuntura attuale, che pubblichiamo di seguito.
“In momenti come quello che stiamo vivendo, non serve rincorrere titoli. Serve offrire una visione. Perché l’economia reale non si muove sulle dichiarazioni, ma sulla capacità di tenere insieme competitività, coerenza e capacità esecutiva.
L’introduzione dei dazi americani su una serie di prodotti europei – e la conseguente risposta attesa da parte dell’Unione – ha riportato in primo piano la connessione diretta tra scenari geopolitici e filiere produttive. Per chi guida imprese, per chi lavora nei territori, per chi ha la responsabilità di trasformare investimenti pubblici in infrastrutture e sviluppo, il tema non è solo macroeconomico. È operativo.
Parliamo di materiali da costruzione, componenti tecnologici, approvvigionamenti fondamentali. Parliamo di prezzi che cambiano, forniture che rallentano, contratti che rischiano di non reggere. E, quindi, di cantieri che si fermano. Di opere che rischiano di non essere completate.
Non è un’ipotesi astratta. È una possibilità concreta. E proprio per questo va affrontata con la sobrietà e la responsabilità che spettano a chi, come noi, rappresenta il settore delle costruzioni.
La questione non è se arriveranno conseguenze. È come le gestiremo
Nel Sannio, territorio che oggi ho l’onore di rappresentare attraverso la Presidenza di ANCE Benevento, è in corso un ciclo di investimenti straordinario: grandi opere ferroviarie, ammodernamento della viabilità strategica, interventi del PNRR in ambito scolastico, sanitario, urbano.
Parliamo di lavori già avviati o in fase di esecuzione. Parliamo di imprese impegnate, lavoratori in campo, aspettative delle comunità. Non possiamo permetterci rallentamenti non governati. Non possiamo permetterci di trasformare una grande opportunità in un nuovo fronte di tensione.
Il vero rischio che si profila all’orizzonte non è la mancanza di fondi. È la perdita della capacità di realizzare. È il disallineamento tra ciò che si finanzia e ciò che si completa. Tra ciò che si promette e ciò che si inaugura.
Il settore costruzioni come leva industriale e istituzionale
La filiera delle costruzioni è uno snodo strategico per il Paese. Non è semplicemente un comparto economico. È un’infrastruttura industriale diffusa, che unisce ingegneria, progettazione, logistica, sostenibilità, lavoro. È lo strumento attraverso cui il PNRR diventa realtà. È la leva con cui il Paese si connette, si protegge, si rigenera.
Eppure, troppo spesso, viene considerata solo in termini di spesa. Quando invece è un moltiplicatore di stabilità, produttività, fiducia.
In questo momento serve tutelare il settore non con interventi straordinari, ma con strumenti ordinari, certi, automatici. Perché non si può chiedere alle imprese di farsi carico, da sole, di ogni variabile globale.
Una proposta industriale, istituzionale, territoriale
Come ANCE, e come sistema imprenditoriale che lavora sul campo, abbiamo una proposta semplice, concreta, immediata:
1. Clausole di revisione prezzi applicate in automatico, su tutto il territorio nazionale.
Le norme ci sono. Vanno attuate in modo uniforme, trasparente, senza interpretazioni divergenti. Perché l’Italia non può essere a due velocità.
2. Un fondo nazionale permanente per la continuità dei cantieri.
Non si può ogni volta invocare un decreto d’urgenza. Serve una linea stabile, alimentata con risorse dedicate, per garantire la sostenibilità economica dei contratti in corso e futuri.
3. Un coordinamento operativo interistituzionale locale.
Serve una cabina di regia stabile tra amministrazioni, imprese, stazioni appaltanti, rappresentanze economiche e sociali. Non un nuovo tavolo, ma uno strumento di lavoro congiunto, da attivare immediatamente per presidiare i programmi in essere.
Il Sannio, una periferia solo per chi non guarda davvero
Noi crediamo che il Sannio sia oggi un banco di prova nazionale. Qui si misurano, con estrema concretezza, le politiche industriali, i meccanismi di attuazione del PNRR, la tenuta del rapporto tra territorio, imprese e istituzioni.
Se qui si riesce a portare a compimento ciò che è stato previsto, si dimostra che l’Italia può farcela. Se qui ci si ferma, il messaggio che passa è ben più ampio del singolo cantiere.
Conclusione: costruire insieme
Noi siamo pronti. A lavorare, a collaborare, a guidare, se serve. Come imprenditori, abbiamo sempre fatto la nostra parte. Ora chiediamo che anche le istituzioni facciano la loro, non con parole, ma con strumenti e decisioni.
Non c’è tempo da perdere. I mercati non aspettano. I territori non possono restare fermi.
O si costruisce insieme, o si rischia di perdere una stagione storica per la modernizzazione del Paese”.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link