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La pasta italiana: tra patrimonio Unesco, dazi, futuro e nuove generazioni


Giuseppe Dalbon, Direttore Ricerca e Tecnologia del gruppo De Cecco, ha illustrato la strategia industriale dell’azienda che punta a superare il miliardo di euro di fatturato in cinque anni: «Stiamo investendo su una pasta proteica che unisce grano e legumi, con un contenuto proteico del 30% e un apporto calorico ridotto. È un prodotto ad alto valore aggiunto, pensato per i mercati globali ma profondamente legato ai nostri metodi di produzione a bassa temperatura. L’innovazione, per noi, è la capacità di mantenere vivi i valori della qualità».

In un quadro segnato dalla crisi climatica e dalla volatilità dei prezzi del grano (–20% in un anno), Confagricoltura ha rilanciato il bisogno di politiche stabili e di rafforzamento delle filiere.
Il rappresentante della Giunta Nazionale dell’organizzazione, Cesare Soldi ha evidenziato il ruolo crescente delle tecnologie compatibili: «Oggi si può applicare l’agricoltura di precisione senza cambiare i mezzi agricoli. Serve però formazione, risorse dedicate e strumenti come la piattaforma Abpharma per gestire dati e trattamenti in modo integrato».

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Chiara la visione anche dal mondo delle start-up: Gionata Fiorentini di DNCubed ha presentato un progetto di yield intelligence basato su open data, intelligenza artificiale e condivisione dei dati tra tutti gli attori della filiera: «Oggi solo il 25% delle superfici agricole italiane è assicurato. Con dati strutturati, possiamo aprire l’accesso a finanziamenti e polizze agevolate. È una rivoluzione silenziosa, ma fondamentale per garantire sostenibilità, resilienza e competitività».

In conclusione, il confronto promosso dalla Fondazione Vincenzo Agnesi ha evidenziato una volontà concreta di costruire una visione comune per il futuro della pasta italiana: un settore che unisce cultura, economia e innovazione, e che oggi chiede coesione tra imprese, istituzioni, filiere produttive e mondo della conoscenza. Perché difendere la pasta italiana oggi significa difendere un pezzo essenziale del nostro futuro.

XXV edizione del Premio del Museo Nazionale delle Paste Alimentari

L’incontro odierno ha anticipato la XXV edizione del Premio del Museo Nazionale delle Paste Alimentari, con oltre 600 elaborati in concorso, a dimostrazione di quanto questo alimento sia ancora oggi un potente strumento narrativo, sociale ed educativo. A raccontarlo, i lavori di studenti, giornalisti e artisti: dai progetti scolastici al carcere minorile, dagli ospedali pediatrici alle esperienze autobiografiche. Il tema “Io sono pasta”, scelto in sintonia con la candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale UNESCO, ha permesso ai partecipanti di esplorare questo alimento come simbolo di identità e linguaggio universale, capace di raccontare tradizioni e di ispirare nuove visioni. Il Premio del Museo ha infine acceso i riflettori sui progetti che trasformano la pasta in occasione di riscatto: come il laboratorio Pastificio Futuro nel carcere minorile di Casal del Marmo, l’associazione Smile&MakePasta nei reparti oncologici pediatrici e le scuole del network Dialogues for Future.



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