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TRENTO. I cambiamenti sull’utilizzo di fitofarmaci che hanno visto l’ok della Terza Commissione provinciale hanno portato le associazioni apistiche del Trentino a dividersi.
Se da un lato Marco Facchinelli, dell’Associazione degli Apicoltori del Trentino, ha giudicato positivamente i cambiamenti proposti dalla Giunta provinciale (QUI L’ARTICOLO), dall’altro a non condividere questo giudizio è la Federazione Associazioni Apicoltori del Trentino che parla di “Tre importanti passi indietro”.
L’OK DELLA TERZA COMMISSIONE PROVINCIALE
La modifica si inserisce all’interno del decreto del Presidente della Provincia dell’8 agosto 2012, che disciplina l’esecuzione della legge provinciale dell’11 marzo 2008, relativa alla protezione e promozione dell’apicoltura.
Nello specifico, nell’articolo 12 vengono specificati i divieti. “Durante il periodo di fioritura è vietato trattare le colture arboree, arbustive, erbacee, ornamentali e spontanee con prodotti fitosanitari dannosi alle api, compresi gli erbicidi, secondo quanto indicato nell’etichetta dei medesimi. Il divieto si applica dall’apertura dei primi fiori fino alla completa caduta dei petali”.
Oltre a questo, a tutela degli insetti pronubi, viene spiegato: “La Giunta provinciale può stabilire ulteriori condizioni, modalità e indicazioni operative per l’effettuazione di trattamenti con prodotti fitosanitari non dannosi per le api, nonché criteri per l’applicazione progressiva di questo comma, sulla base delle risultanze delle attività di monitoraggio condotte dalla Fondazione Edmund Mach”.
Al punto due viene poi ribadito che “è vietato a chiunque consigliare o prescrivere tecniche fitoiatriche in contrasto con quanto prescritto dalla vigente normativa, fatto salvo condizioni eccezionali di carattere fitosanitario”.
LE ASSOCIAZIONI
“Questo risultato – aveva spiegato a il Dolomiti il presidente degli Apicoltori Trentini, Marco Facchinelli – è stato raggiunto dopo diverse concertazioni e con un dialogo continuo con la Pat. È importante riuscire a specificare maggiormente i divieti, evitando in questo modo interpretazioni che potevano essere fatte in passato”.
Diversa la posizione della Federazione Associazioni Apicoltori del Trentino che sottolinea come la propria posizione non sia stata ascoltata in Commissione. “La proposta della Giunta provinciale che modifica lo schema di regolamento ‘a tutela dell’apicoltura’ rappresenta un grave danno per l’apicoltura: di fatto, viene ‘addomesticato’ ad uso e consumo del settore agricolo trentino l’unico articolo significativo a protezione delle api” spiegano in una nota Raniero Beber e Christian Martinello. Per la Federazione, che riunisce cinque associazioni di apicoltori, le modifiche volute dalla Giunta e che sarebbero state approvate dalla Terza Commissione “non sono un passo in avanti, ma tre indietro”.
Il primo passo indietro è il fatto che con le modifiche si potrà trattare anche in fioritura. Per la Federazione, infatti, si passa dal divieto di trattare con qualsiasi fitofarmaco al divieto solo per “i prodotti fitosanitari dannosi per le api, compresi gli erbicidi secondo quanto indicato nell’etichetta dei medesimi”.
Questo significa, viene spiegato dalla Federazione, “che moltissimi fitofarmaci potranno essere utilizzati anche in fioritura. L’esperienza pregressa ha dimostrato che alcuni fitofarmaci, definiti inizialmente come non dannosi per le api, hanno creato danni ingenti e sono stati alla fine ritirati dal mercato proprio per la loro tossicità verso gli apoidei”.
Un secondo passo indietro, invece, è che ci potranno essere altre modifiche e i monitoraggi saranno condotti da un ente non indipendente dalla Pat. “Non solo quindi si potrà trattare con fitofarmaci anche durante la fioritura – spiegano gli apicoltori – ma la Giunta provinciale si tutela anche per eventuali interventi futuri lasciando aperta qualsiasi strada”. Il riferimento è al passaggio nel quale si specifica che “La Giunta provinciale può stabilire ulteriori condizioni, modalità e indicazioni operative per l’effettuazione di trattamenti con prodotti fitosanitari non dannosi per le api, nonché criteri per l’applicazione progressiva di questo comma, sulla base delle risultanze delle attività di monitoraggio condotte dalla Fondazione Edmund Mach”.
La Federazione fa poi notare che “l’azione di monitoraggio è affidata a un ente che, pur essendo Fondazione, è legato a doppio filo con la Pat sia per quanto riguarda i finanziamenti sia per quando riguarda l’attività svolta. Le associazioni locali degli apicoltori non sono chiamate in causa per un eventuale monitoraggio che resta in mano a una istituzione che non è certo indipendente e priva di interessi in merito alla questione”.
Il terzo passo indietro è che la consulenza, in condizioni di emergenza, potrà dare indicazioni in contrasto con le vigenti norme. “La Giunta tutela anche gli organismi tecnici nel senso che le azioni di consulenza possano agire in contrasto con le vigenti norme laddove si dice che: ‘è vietato a chiunque consigliare e prescrivere tecniche fitoiatriche in contrasto con quanto previsto dalla vigente normativa, fatto salvo condizioni eccezionali di carattere fitosanitario. A dire insomma che la vigente normativa si rispetta solo in condizioni normali, in condizioni eccezionali si potrà anche fare diversamente”.
Per la Federazione Associazioni Apicoltori del Trentino, infine “è evidente che queste modifiche vanno incontro alle esigenze di un determinato settore dell’agricoltura e non rispondono invece ad un ragionamento più ampio nel quale agricoltura e apicoltura non solo possono convivere, ma anzi devono integrarsi per favorire non solo la qualità del prodotto, ma soprattutto la salute dei cittadini, che passa anche dalla salute delle api”.
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