Turisti in crescita ad Asti, ma il titolare dell’Hotel Palio attacca il Comune: «Questa amministrazione non ha fatto niente»

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Solo pochi giorni fa i dati del settore turistico dell’area Langhe, Monferrato e Roero, riferiti al 2024, sono stati accolti con favore dalle amministrazioni locali e dell’Atl grazie a una crescita del 4% negli arrivi (694.282) e del 5,2% delle presenze (1.547.536). Asti si distingue, in particolare, consolidando la sua attrattività turistica e a conferma di ciò sono stati diffusi i dati della tassa di soggiorno. Il Comune ha registrato un incremento ben oltre le medie del territorio, superando il +6% e passando da 212.182 euro nel 2023 a 225.299 euro nel 2024.

«Questo risultato – commenta l’assessore al Turismo Riccardo Origlia – è il frutto di un lavoro serio e costante della città. È molto importante notare come la crescita sia stata omogenea in tutti e quattro i trimestri del 2024. Questo dimostra il successo della strategia di destagionalizzazione degli eventi che ha reso la città attrattiva per i turisti non solo nel periodo autunnale, tradizionalmente il più frequentato, ma durante tutto l’anno. Nel 2024, Asti ha puntato fortemente sulla valorizzazione dell’enogastronomia, della cultura e delle tradizioni locali: le numerose manifestazioni organizzate hanno ottenuto un grande successo, confermando la validità della scelta di creare un calendario omogeneo di eventi distribuiti su gran parte dell’anno. Questo approccio ha favorito non solo l’aumento delle presenze turistiche, ma anche una maggiore sostenibilità e distribuzione dei flussi turistici sul territorio».

L’albergatore Luca Mogliotti dell’Hotel Palio: «Il Comune non fa niente e prende meriti non suoi»

Ma l’entusiasmo dell’amministrazione sui dati turistici viene raffreddato da Luca Mogliotti, titolare dell’Hotel Palio, con un commento tranchant: «Non è cambiato un bel niente». Mogliotti contesta che l’aumento del turismo sia in qualche modo dovuto alle iniziative dell’amministrazione comunale. «La gente non viene a dormire all’Hotel Palio perché ad Asti succede qualcosa. La gente viene perché è interessata alle colline del Monferrato, delle Langhe e a tutte le varie ricchezze che ci sono intorno. Questa amministrazione non ha fatto niente e non deve prendersi meriti non suoi, tenuto conto che AstiMusica esiste da 25 anni e che i mercatini di Natale, pur svolgendosi su suolo comunale, sono frutto di organizzazioni esterne».

Mogliotti, già presidente dell’Associazione Albergatori e Ristoratori, rivendica con forza il suo ruolo nell’introduzione della tassa di soggiorno: «È stata una lotta che il sottoscritto ha vinto perché aveva riconosciuto che il Comune non poteva attingere a fondi che non aveva per fare gli eventi». Tuttavia, evidenzia che il gettito della tassa c’è, ma bisogna pagare l’Atl di Alba: «Questi soldi vanno direttamente ad Alba perché il Comune, in quanto socio, deve contribuire. Invece dovrebbe andare all’Atl e dire: signori, mettiamo sul tavolo 150.000 euro e vogliamo che Asti diventi un punto di riferimento annuale». Moltiplicare gli eventi in città, «anche a costo di bloccare tutto il traffico», è la strada che l’albergatore indica al Comune dicendosi favorevole all’estensione della Ztl «che porta benefici a bar, ristoranti e negozi perché, togliendo le auto, si respira aria più pulita e la gente va più in giro».

Per Mogliotti sono comunque gli albergatori a fare il grosso del lavoro nella promozione, tra mille difficoltà e spesso costi di gestione proibitivi, ma «il Comune deve dare il mandato a dei professionisti per l’organizzazione di eventi di grande richiamo». E le mostre a Palazzo Mazzetti? «Le mostre, pur registrando presenze, non si traducono in pernottamenti alberghieri significativi».

Il titolare di B&B a Cortandone: «Con Lusi è in collina rifiutiamo l’omologazione»

«Sui dati del turismo nel Monferrato ci sono segnali interessanti, ma avendo aperto un anno fa preferisco rivolgere lo sguardo al futuro piuttosto che al passato». Luca Gregorio, originario di Milano, ha scelto un antico casale di Cortandone per creare, insieme a Silvia Izzo, il suo progetto di ospitalità: Lusi è in collina. Si tratta di un un bed and breakfast, con due suite uniche al mondo, la Circus e la Biker, ma anche un home restaurant e location di eventi. Chi pernotta proviene, principalmente, da Liguria, Torino, Milano e Svizzera, mentre il suo home restaurant attira clienti soprattutto dal territorio astigiano e un po’ dall’Albese.

Gregorio ha preferito investire nel Monferrato piuttosto che nelle Langhe. «L’ho fatto per questioni economiche – spiega – perché abbiamo comprato 30.000 mq di di terreno collinare in un unico corpo, cosa che ad Alba sarebbe una vera impresa a causa del prezzo». Il divario economico nel costo dei terreni è stato un fattore determinante, unitamente alla percezione di una maggiore dinamicità nel tessuto imprenditoriale locale. I turisti arrivano per vivere delle esperienze gratificanti sotto vari punti di vista. Gregorio paragona le Langhe alla zona del “Duomo di Milano” e il Monferrato ai quartieri più periferici come Isola o la vecchia “Porta Garibaldi”, suggerendo che, pur essendo le Langhe più consolidate, «il Monferrato offre maggiori opportunità per chi ha voglia di innovare».

Se dovesse contestare qualcosa alle amministrazioni locali, l’imprenditore non ha dubbi: «Devono investire di più nella promozione del territorio, non necessariamente attraverso massicce sponsorizzazioni online, ma supportando iniziative di rete tra gli operatori». Il successo di Lusi è in collina si spiega nel voler rompere gli schemi e non accettare l’omologazione, un particolare che gli ospiti apprezzano. «È faticoso, ma se avessimo fatto il b&b della nonna a 120 euro a notte avremmo le camere sempre piene. Non è però quello che vogliamo».

Nel Nicese con il titolo Unesco moltiplicati gli stranieri

Passeggiando in un weekend in via Meastra, nel centro di Nizza, sempre più spesso può capitare di ascoltare accenti stranieri o di altre zone italiane. Il Monferrato, lo confermano i dati, è la nuova scoperta del turismo «esperienziale», di chi cerca il connubbio tra ambiente, cultura, paesaggio e buona tavola.

Un buon punto di osservazione è l’ufficio informazioni turistiche di Nizza. Gli italiani, lombardi e liguri sopratutto, amano il periodo tra settembre e novembre, in particolare per le fiere, come quella di Libri in Nizza, della Bagna Cauda e di San Carlo. Gli stranieri, belgi, olandesi, scandinavi e danesi per lo più, preferiscono i mesi estivi, sopratutto quelli da maggio e giugno.

A far da richiamo ci sono anche gli eventi: da Nizza è Barbera alla storica corsa delle botti. Da non dimenticare il mercatino dell’antiquariato, ogni terza domenica del mese, che nei mesi tra aprile e ottobre fa il suo boom, specialmente di camperisti. La svolta è arrivata senz’altro con il riconoscimento Unesco che ha inserito queste zone nelle mete del turismo internazionale.

Solo Nizza, considerando hotel, b&b, camere e agriturismi, conta 405 posti a dormire, tutto il territorio invece 3011. Ma sono cresciute anche le presenze di stranieri che hanno acquistato seconde case: da Agliano a Mombaruzzo molte cascine sono rinate. «Agli stranieri piace soprattutto il nostro paesaggio, la possibilità di spostarsi in bicicletta ma è essenziale avere il collegamento wi-fi che non dappertutto è facile» fa sapere un operatore turistico.

È importante non dimenticarsi di un’altra punta di diamante del territorio: l’offerta enogastronomica, sopratutto quella dei grandi vini rossi. Il Nizza Docg sta diventando un volano che attira wine lovers soprattutto dall’estero. L’ultimo grande traguardo a livello gastronomico invece è stato il riconoscimento del Tartufo bianco dell’Alto Monferrato.





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