Piano per le periferie, il governo: «Caivano modello da seguire»

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Un piano per le periferie a rischio da 180 milioni. È il modello Caivano, già rodato e affinato, esteso alle altre zone difficili del nostro Paese così come annunciò proprio la Meloni quando venne per la prima volta al parco Verde il 31 agosto di due anni fa. Un modello, quindi, mai messo a punto ma che ha funzionato a dovere se viene replicato, per attori istituzionali e criteri, in ben otto realtà. Da Sud a Nord, in aree dove sinora lo Stato si era visto poco. «A Caivano abbiamo dimostrato che le cose possono cambiare. Noi abbiamo messo la faccia su una sfida che altri avevano considerato troppo difficile», spiega la premier Giorgia Meloni, nel corso dell’incontro, ieri mattina a Palazzo Chigi, per fare il punto sulla definizione del Piano straordinario previsto dal decreto Caivano-bis.

E aggiunge: «L’abbiamo fatto con uno straordinario lavoro di squadra – per il quale ringrazio ancora una volta tutti i ministeri, le amministrazioni e gli uffici che ci hanno lavorato – e giorno dopo giorno abbiamo messo una sopra l’altro i mattoni per ricostruire Caivano». Un progetto annunciato proprio nella cittadina a Nord di Napoli quando la premier arrivò per un triste fatto di cronaca: due cuginette minorenni stuprate dal branco.

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Il modello

«Questo è il modello che vogliamo estendere a tutte quelle realtà dove lo Stato è stato meno presente o, peggio, ha scelto di fare un passo indietro. Abbiamo voluto il decreto Caivano-bis e previsto di applicare questa modalità di intervento ad altre 8 realtà, cioè le realtà che voi amministrate e che conoscete meglio di chiunque altro», aggiunge il presidente del Consiglio nel corso della riunione alla quale hanno partecipato i ministri competenti (Piantedosi, Abodi, Foti, Bernini e rappresentanti del ministero per le Disabilità), il sottosegretario Mantovano, il commissario Ciciliano, i sindaci di Roma, Napoli, Rosarno, San Ferdinando, Palermo e Catania, il vicesindaco di Rozzano, la Commissione prefettizia di Orta Nova e gli amministratori di Sport e Salute e di Invitalia. Progetti possibili «con i 180 milioni dai Fondi di Sviluppo e di Coesione. E grazie – continua la leader Fdi – ad un meccanismo per individuare, insieme, le iniziative da portare avanti. Concentrandoci, in particolare, sugli interventi di riqualificazione delle periferie e su ciò che fosse più utile per dare una risposta ai bisogni concreti delle famiglie e dei più giovani».

Il concetto, infatti, è quello di lavorare in sinergia con gli enti locali e non di un commissariamento o un esproprio di poteri per predisporre poi il piano straordinario sulle periferie entro il 31 marzo. E d’altronde i sindaci presenti, anche di centrosinistra, sottolineano alla fine del vertice il clima di grande sinergia istituzionale. Perché l’obiettivo importante è risolvere i problemi in un’ottica anzitutto sociale «che è la partita più complessa». E proprio in quest’ottica sono gli stessi comuni che hanno stilato la priorità degli interventi e messo a disposizione anche fondi pur di passare ai fatti e approfittare dei poteri in deroga che fanno capo al commissario. L’attenzione è focalizzata su scuole, sport, rigenerazione urbana e il verde per fare in modo che i cittadini possano riappropriarsi degli spazi nelle città. Tra l’altro gli interventi riguardano il Quarticciolo a Roma, Scampia e Secondigliano a Napoli, Rozzano in provincia di Milano, Borgonuovo a Palermo, Rosarno e San Ferdinando in Calabria, San Cristoforo a Catania e Orta Nova nel Foggiano.

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Napoli

«A Napoli ci concentreremo su Scampia e Secondigliano, e uno degli interventi più significativi che abbiamo intenzione di portare avanti è quello di sgomberare e bonificare l’area del campo rom di Via Cupa Perillo a Scampia e di realizzare al suo posto un campo da rugby, da affidare alla gestione delle Fiamme Oro», dice la Meloni spiegando i progetti per le periferie. E su Napoli ritorna il modello di gestione usato per il parco Delphinia di Caivano, ristrutturato in tempi record. «È stato un incontro molto produttivo: abbiamo concordato e arricchito tutto insieme al commissario Ciciliano e tutto procede bene, in completa condivisione», spiega il sindaco Gaetano Manfredi quando esce ieri mattina da palazzo Chigi.

«È previsto un uso di poteri commissariali per alcuni interventi su aree periferiche, Scampia e Secondigliano in particolare, in cui ci sono condizioni critiche ma ci sono delle risorse aggiuntive. Noi – aggiunge Manfredi – abbiamo messo a disposizione 20 milioni come Comune e città metropolitana, ci saranno poi fra 30 e 40 milioni che verranno dal decreto». I progetti riguardano la riqualificazione del rione Berlingieri a Secondigliano, lo smantellamento del campo rom di Cupa Perillo, a Scampia e il recupero della piscina sempre a Secondigliano. In totale progetti per circa 80 milioni di euro. Una serie di progetti che mette tutti d’accordo senza guardare ai colori politici. «Sono iniziative fondamentali per la riqualificazione delle periferie della nostra città. In qualità di consigliere dell’M5s, desidero esprimere il mio sostegno verso le misure presentate», dice il consigliere Salvatore Flocco che ringrazia la Meloni e il sottosegretario Mantovano. «Il modello Caivano fa scuola. L’azione energica per bonificare territori dove regna l’illegalità è un pilastro del governo», osserva Michele Schiano Di Visconti, deputato e coordinatore napoletano di Fdi.





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