Lavori Consiglio: Test PCR 2, Vendita di aziende agricole

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(AGENPARL) – Roma, 13 Marzo 2025

(AGENPARL) – gio 13 marzo 2025 **Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano**
Comunicato del 13/03/2025, ore 11:38
Nota ai media!
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In osservanza delle disposizioni sulla par condicio (legge 22 febbraio 2000, n. 28 “Disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica”), in vigore in vista delle prossime elezioni amministrative, e nel rispetto del principio dell’imparzialità nello svolgimento delle funzioni di informazione e comunicazione istituzionale, questo comunicato non cita i nomi delle persone candidate e riporta in maniera essenziale discussioni su temi che possono rappresentare propaganda elettorale.
Consiglio
Lavori Consiglio: Test PCR 2, Vendita di aziende agricole
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È ripresa questa mattina in Consiglio provinciale la trattazione della L’esito del test PCR deve riportare il valore CT e il prodotto utilizzato per effettuare il test, con la quale Renate Holzeisen (Vita) chiedeva di impegnare la Giunta provinciale a provvedere affinché i laboratori dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige e tutti i laboratori che eseguono test PCR per conto della stessa, riportino nella conferma scritta del risultato dei test il valore CT nonché il nome commerciale e il produttore del test utilizzato.
Ieri la discussione era arrivata fino alla replica dell’ass. Hubert Messner. In controreplica, la presentatrice Holzeisen ha ritenuto che la reazione alla sua proposta fosse stata molto aggressiva, inoltre si era cercato di evitare certi argomenti, come già quando aveva fatto notare la problematica nel novembre 2020. Esperti (citati dalla consigliera) che avevano detto che un test covid positivo non va considerato come un caso Covid erano stati censurati, anche se pure l’OMS aveva ritenuto necessario che ci fossero i sintomi; era stato chiarito che i test non potevano indicare quanto si era infettivi; i test quantitativi devono indicare il valore CT e il prodotto utilizzato. La mozione, votata con voto nominale, è stata respinta con  15 no, 9 sì e 3 astensioni.
Con la Terreni agricoli in mano nostra (Wirth Anderlan), Jürgen Wirth Anderlan (JWA Wirth Anderlan) ha chiesto che il Consiglio provinciale deliberasse di (1) subordinare l’acquisizione di aziende agricole in provincia di Bolzano alle seguenti condizioni: diploma di una scuola agraria o di corsi di agraria, (2) subordinare l’acquisizione di aziende agricole in provincia di Bolzano alla continuazione del loro utilizzo principalmente a fini agricoli. Per via di cambio generazionale, aumento dei prezzi, burocrazia, ha detto il proponente, i masi diventano oggetto di speculazione; negli ultimi 5 anni sono stati venduti circa 170 masi, un quarto dei quali è stato acquistato da stranieri, un altro quarto da altoatesini che non li utilizzano più a fini agricoli. Il resto è suddiviso tra agricoltori che hanno acquistato dei masi, e non agricoltori che utilizzano i masi acquistati a fini agricoli.
Bernhard Zimmerhofer (Süd-Tiroler Freiheit) ha chiarito che anche in Valle Aurina e Pusteria ci sono persone molto ricche che acquistano i masi come seconde case per le vacanze, cosa che altri non si possono permettere. Questo fa venire meno anche la solidarietà tra agricoltori.
Sandro Repetto (Partito Democratico) ha considerato la particolare condizione dei masi chiusi e ha fatto riferimento alle agevolazioni fiscali che spettano a imprenditori agricoli o coltivatori diretti nel caso di trasmissioni di masi, aggiungendo che ci sono fenomeni di evidente aggiramento della norma. Nascono così attività di agriturismo che sfuggono alla norma del “Bettenstopp”. opportuno sarebbe un controllo periodico sull’effettivo svolgimento dell’attività agricola e sull’attività edificatoria. Alcuni aspetti della mozione sono condivisibili.
Paul Köllensperger (Team K) ha condiviso la proposta, ma ritenuto che fosse di difficile attuazione, anche perché mancano dati. Se si ricorre a società agricole che incorporano i masi è difficile contrastare il fenomeno. Andrebbero valutate le singole situazioni, perché in alcuni casi bisogna apprezzare se qualcuno rileva un’azienda.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha detto che se i residenti vendono i propri masi a speculatori questo fa riflettere, anche a fronte del fatto che ci sono giovani che si assumerebbero volentieri il carico di un’azienda agricola; ci sono però aree dove è difficile trovare persone disposte a vivere nei masi. In merito alla parte dispositiva, non bisognerebbe accontentarsi della semplice frequenza di un corso di agraria.
Brigitte Foppa (Gruppo verde) ha condiviso l’obiettivo della mozione, ma si è chiesta se è possibile intervenire sul mercato libero. Anche nell’ambito del convenzionamento al 100%, di cui si sta parlando, si parla di utilizzo dell’immobile, non dell’acquisto.
Hannes Rabensteiner (Süd-Tiroler Freiheit) ha apprezzato la mozione, aggiungendo che molti sudtirolesi vorrebbero acquistare un’azienda agricola ma non se lo possono permettere. Anche in futuro saranno gli imprenditori o i ricchi ad acquistare i masi, mentre c’è chi non può permetterselo ma lo vedrebbe come il lavoro dei sogni: dovrebbe invece essere sostenuto.
Andreas Leiter Reber (Freie Fraktion) ha detto che anche per acquistare un albergo o un negozio sotto i portici ci vogliono molti soldi; un’azienda agricola è anche un’azienda economica. Ci sono già delle condizioni per l’acquisto dei masi chiusi, ma vengono aggirate; bisogna intervenire  laddove dall’attività agricola si passa a quella turistica. Ha quindi chiesto una votazione per parti separate.
Renate Holzeisen si è detta d’accordo con Foppa – ci sono problemi giuridici di base – e con Leiter Reber – a volte basta un corso di apicoltura della moglie di un imprenditore per farla passare come coltivatrice diretta.
Dai banchi dei consiglieri, Arnold Schuler (SVP) ha detto che è difficile sapere quanti masi non appartengono ad altoatesini, ma si sa che ci sono 39 masi con codice fiscale del proprietario non italiano.  I masi chiusi sono 13.000, i proprietari 14.000, quindi ci sono più proprietari per un maso, cosa che contraddice il principio del maso chiuso. Solo su questi si può intervenire, perché sul resto manca la competenza. va detto che ci sono anche persone cresciute nel maso, che tuttavia non avevano i requisiti e le qualifiche  per acquistarlo, e nonostante ciò l’hanno fatto, gestendolo in maniera esemplare.
Madeleine Rohrer (Gruppo verde) ha evidenziato la vicinanza di Wirth Anderlan alle posizioni della Afd e ricordato che proprio uno dei più grandi finanziatori di questo partito aveva acquistato un maso per 10 milioni. la mozione non riuscirà certo ad allontanare certi miliardari.
Ogni anno vengono abbandonati 150 masi, ha chiarito Franz Locher (SVP),che diventano oggetto di speculazione, e che passino nelle mani di persone estranee irrita. Bisogna però considerare i limiti del diritto privato.
Andreas Colli (Wir Bürger) ha apprezzato la mozione, ma chiesto di considerare la realtà: è difficile introdurre delle limitazioni senza entrare in contatto con il codice civile.
L’ass. Luis Walcher ha ammesso che non è possibile entrare in contrasto con il diritto privato; possibilità di intervento ci sono solo nell’ambito del maso chiuso. Tutti coloro che svolgono una professione hanno seguito una formazione, e proprio in ambito agricolo questa è importante,bisogna conoscere l’area e i rischi del lavoro. Il maso chiuso ha uno status speciale. In Alto Adige ci sono aziende piccole, ma in Germania vengono abbandonate anche aziende con enormi superfici. In ogni caso, nella omnibus abitativa che si discuterà si prevede una formazione per la gestione del maso chiuso; serve poi la formazione continua, anche per affrontare le sfide dei cambiamenti climatici. I masi hanno un grande mercato nelle aree più belle, in quelle meno belle o difficilmente raggiungibili hanno prezzi adeguati. La mozione non può essere accolta: la omnibus contiene già proposte analoghe ma solo per i masi chiusi. Wirth Anderlan ha ringraziato per la discussione, ma ricordato che lui parlava di tutti i masi, e ribadito che spesso la norma viene aggirata. La mozione è stata respinta: le premesse sono state respinte con 18 no, 7 sí e 4 astensioni, il punto (1) con 18 no, 9 sì e 2 astensioni, il (2) con 17 no, 9 sì e 3 astensioni.
(continua)
I lavori del plenum vengono trasmessi in diretta sulla homepage e sul canale YouTube del Consiglio provinciale. Su quest’ultimo è possibile interrompere lo streaming per rivedere i passaggi precedenti, in caso di interesse a specifici interventi. Alla pagina web è disponibile invece, di norma dal giorno successivo alle riprese, una riproduzione strutturata delle stesse, con la possibilità di cercare e selezionare la discussione su un determinato atto e gli interventi dei singoli consiglieri/delle singole consigliere. 

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