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La geotermia toscana è stata protagonista del primo Italian Geothermal Forum, l’evento dedicato alla promozione del dibattito sullo stato e sulle prospettive del settore geotermico e svoltosi a Roma ieri e oggi (11 e 12 marzo) presso il Centro Congressi ‘Auditorium della Tecnica’, in Viale dell’Astronomia 30, a Roma.
La manifestazione è stata realizzata grazie alla collaborazione tra Unione Geotermica Italiana (UGI), Associazione Italiana Riscaldamento Urbano (AIRU), Consiglio Nazionale dei Geologi e Associazione Nazionale Impianti Geotermia Heat Pump, con la partecipazione di importanti partner. Tra questi Enel Green Power, tra i leader globali nel settore che in Italia gestisce il più antico e allo stesso tempo innovativo complesso geotermico del mondo con 34 centrali geotermiche, per un totale di 37 gruppi di produzione, dislocate nel cuore caldo di Toscana, tra le province di Pisa, Siena e Grosseto. Ad illustrare il modello di sviluppo della geotermia toscana sono Luca Rossini, responsabile Geotermia Enel Green Power, e Geoffrey Giudetti, responsabile Geothermal Resource Evaluation Centro Eccellenza geo Enel Green Power.
“La geotermia – ha detto Rossini durante la tavola rotonda ‘La Geotermia come volano di sviluppo in Italia: il punto di vista delle aziende’ – affonda le sue radici in Italia, nel cuore della Toscana, ed oggi continua a essere un pilastro della transizione energetica. Questa fonte rinnovabile gioca un ruolo chiave a livello regionale e nazionale, non solo per la produzione di energia elettrica, ma anche per il teleriscaldamento e le applicazioni industriali. Con oltre 200 anni di storia, la geotermia mantiene la sua attualità in un processo di continua innovazione e rappresenta un’eccellenza tecnologica nonché un modello di economia circolare, contribuendo a uno sviluppo sempre più sostenibile e alla transizione energetica”.
Un concetto approfondito da Geoffrey Giudetti nel panel ‘Produzione geotermoelettrica: storia, situazione attuale e trend di sviluppo anche alla luce delle politiche europee’: “La geotermia – ha osservato Giudetti nella sua illustrazione – è un ponte tra energia, territorio, economia e scienza. Dalle prime cinque lampadine accese nel 1904 e dalla prima centrale geotermoelettrica del 1913 fino alle tecnologie più avanzate di oggi, la fisica del serbatoio e la coltivazione dei campi geotermici ci consente di rendere virtuoso il percorso della geotermia, per la quale continuiamo a investire in ricerca e innovazione con l’obiettivo di consolidare questa risorsa quale modello di sviluppo sostenibile”.
Tra gli interventi particolarmente apprezzato anche quello del sindaco di Pomarance Graziano Pacini, che ha portato l’esempio di Larderello e dell’area geotermica cosiddetta tradizionale: “I quasi 6 miliardi di kWh prodotti annualmente sul territorio regionale, oltre a soddisfare circa il 33% del fabbisogno elettrico regionale e a rappresentare il 70% delle rinnovabili prodotte in Toscana, costituiscono un distretto di lavoro e occupazione ad alta specializzazione e forniscono calore utile a riscaldare oltre 13mila utenti, 27 ettari di serre e numerose aziende dell’agroalimentare, dello slow food e dell’artigianato di qualità, per una filiera di eccellenza tecnologica e di economia circolare che si pone come modello di sviluppo sostenibile e laboratorio di innovazione continua”.
Nella due giorni di convegno sono intervenuti figure di spicco come il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che aprirà i lavori del Forum, e il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che darà via alla seconda giornata. Presenti anche Philippe Dumas, Segretario Generale EGEC, il Direttore Generale ENEA, Giorgio Graditi, e il Presidente GSE, Paolo Arrigoni, che faranno il punto sui piani di sviluppo del settore e sugli incentivi a disposizione. I saluti di benvenuto sono affidati a Paolo Angelini, Amministratore Unico In Fieri. Durante le sessioni plenarie si è discusso sugli scenari di politica energetica e di mercato presenti e futuri, a scala nazionale ed europea, anche con la partecipazione di rappresentanti delle Istituzioni nazionali e regionali, e sessioni tecniche parallele dedicate alla produzione geotermoelettrica, al teleriscaldamento, alle pompe di calore, al geoscambio, alle CER termiche e ai minerali strategici dalle brine geotermiche.
Nel corso dei vari dibattiti si è parlato anche della necessità di un piano nazionale di azione per la Geotermia, in sintonia con l’impegno del Parlamento Europeo per una strategia geotermica Europea, di semplificare gli iter autorizzativi e di dotarsi di strumenti che mitighino il rischio esplorativo. Si sono tenuti anche momenti di networking fra istituzioni, operatori e territori, incontri con i media e la presenza di enti di ricerca e associazioni italiane ed estere, nonché focus sugli utilizzi termici a servizio dei cittadini ma anche sulla possibile estrazione delle cosiddette terre rare dai serbatoi geotermici.
In prima linea a supportare l’evento le Istituzioni e gli enti di ricerca. Hanno concesso il Patrocinio il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), la Regione Lazio e Roma Capitale. Tra gli altri patrocinatori annoveriamo anche: Amici della Terra, Anim, CTI, IAH Italian Chapter, ISPRA, ENEA, CNR, SNPA. Diamond Sponsor dell’evento sono Danfoss, Isoplus, Hartmann Valves e Termoleader. Tutte le società sottolineano l’enorme potenziale della geotermia, purtroppo non sfruttato, e l’importanza delle istituzioni a promuovere uno sviluppo pieno del settore. Attualmente, infatti, la geotermia contribuisce per il 2% alla copertura della domanda nazionale di energia elettrica, nonostante l’Italia sia uno dei Paesi a più elevato potenziale geotermico in Europa. Stando a quanto emerso nello studio svolto da TEHA (The European House Ambrosetti) nell’aprile 2024, se valorizzassimo anche solo il 2% del potenziale presente in tutto il territorio italiano nei primi 5 km di profondità, la geotermia potrebbe soddisfare il 10% della domanda di elettricità in Italia al 2050.
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