La Baviera sta facendo di tutto per non far aprire questo “cannabis social club”

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Ad Aschheim, una cittadina a circa 15 chilometri da Monaco di Baviera, c’è il negozio di prodotti derivati dalla cannabis più grande della Germania. È gestito da Wenzel Cerveny, uno dei più noti attivisti tedeschi per la legalizzazione della marijuana: da mesi Cerveny sta provando a trasformare una parte dell’attività in un “cannabis social club”, un posto dove le persone possono acquistare cannabis legalmente, come stabilito dalla legge federale che nel 2024 che ne legalizzò l’uso ricreativo. L’amministrazione locale e il governo bavarese però stanno cercando in tutti i modi di impedirglielo.

Cerveny ha 63 anni ed è originario della Repubblica Ceca. Il suo negozio si trova in un’area residenziale: davanti ha un grosso parcheggio per le auto, mentre subito dopo l’ingresso ci sono un’area bar e un piccolo palco dove vengono organizzati eventi e spettacoli sul tema della legalizzazione della cannabis. Ci sono poi due ampie sale dedicate alla vendita, una con i vestiti e i prodotti tessili ottenuti dalla canapa e l’altra con tutto il resto.

Mentre passeggia per il negozio Cerveny mostra le varie merci: semi e terriccio, piante di cannabis e piccole serre da mettere in casa, prodotti alimentari, creme per viso e corpo, shampoo, saponi e un sacco di gadget.

Il negozio, 22 febbraio 2024 (Matthias Balk/dpa/ansa)

In Germania la norma sulla legalizzazione della cannabis per uso ricreativo fu approvata a febbraio del 2024 dal governo del cancelliere Olaf Scholz, dei Socialdemocratici, con il sostegno dei Verdi, dei Liberali e della sinistra della Linke. Entrò in vigore lo scorso 1° aprile: autorizza tutte le persone maggiorenni ad avere con sé fino a 25 grammi di cannabis e a coltivare fino a tre piante in casa. La cannabis può essere acquistata, entro i limiti di legge, solo nei cosiddetti “cannabis club”, cioè associazioni senza scopo di lucro che possono avere fino a 500 membri. I club possono coltivare l’erba e poi distribuirne un massimo di 50 grammi al mese agli iscritti, che pagano una quota fissa.

Per aprire un cannabis club è necessario ottenere l’autorizzazione delle autorità statali, e non è facile. Secondo i dati della BCAv, l’associazione federale dei coltivatori di cannabis, finora sono state presentate 593 richieste in tutta la Germania: di queste 133 sono state approvate e 23 rifiutate, le altre sono ancora in attesa. Soltanto in due stati non è stata approvata nemmeno una domanda: il Saarland, dove ne sono state presentate in totale 6, e la Baviera, dove quelle in attesa sono 29, tra cui quella di Cerveny.

Le sedi dei cannabis club devono rispettare alcuni requisiti, tra cui distare almeno 200 metri da scuole o aree per bambini, come i parchi giochi. Cerveny iniziò a progettare il negozio di Aschheim nell’estate del 2023, quando l’approvazione della legge era già ritenuta probabile: «Pensavamo che l’area che avevamo scelto avrebbe rispettato tutti gli standard» richiesti per aprire non solo il negozio ma anche il club, dice.

L’area era effettivamente adatta, ma le cose sono cambiate. Sul lato opposto della strada, a circa 100 metri, ci sono gli uffici del comune di Aschheim. Poco dopo l’inaugurazione del negozio, l’amministrazione locale ha iniziato a costruire un piccolissimo parco giochi proprio davanti al comune, rendendo di fatto illegale per Cerveny aprire lì un cannabis club.

Cerveny dice di non aver mai ricevuto una comunicazione ufficiale da parte del comune: «Ho visto solo che poco dopo l’inaugurazione [del negozio] hanno iniziato a sollevare la terra, ma pensavo avrebbero piantato dei fiori o delle piante». Il parco giochi consiste in una piccolissima area recintata, con due strutture per bambini. L’amministrazione di Aschheim sostiene che sia stato aperto per permettere ai genitori di passare il tempo con i figli mentre aspettano il loro appuntamento negli uffici: è una «coincidenza» che sia anche vicino al negozio di cannabis, ha detto alla Süddeutsche Zeitung Christian Schürer, un rappresentante del comune.

Cerveny non crede a questa versione e sostiene sia stata una mossa deliberata contro di lui.

Il parco giochi davanti al negozio di Cerveny, Aschheim, 21 febbraio 2025 (il Post)

L’opposizione della politica bavarese alla legalizzazione della cannabis è nota da tempo. Lo stato è amministrato da decenni dalla CSU, il ramo locale della CDU, il principale partito tedesco di centrodestra. La CSU e il suo leader Markus Söder hanno sempre detto di essere contrari alla legalizzazione della cannabis, e in parlamento avevano votato contro la legge. Söder ha detto che in Baviera sarà applicata in modo «estremamente restrittivo», e la ministra statale per la salute Judith Gerlach ha aggiunto: «Ci assicureremo che la Baviera non diventi un centro per il fumo nonostante la legalizzazione della cannabis».

Cerveny però è convinto che il governo bavarese non potrà continuare per sempre a opporsi all’apertura di cannabis club nello stato: «È una legge federale, quindi devono rispettarla. È solo questione di tempo, e stanno rendendo tutto inutilmente difficile».

Intanto nel retro del negozio, in una parte per ora non accessibile ai clienti, è già pronto lo spazio in cui in teoria dovrebbe aprire il cannabis club. Per ora ci sono varie piantine riposte sugli scaffali e altre piante più grandi chiuse in una serra che mantiene una temperatura costante di 24 gradi centigradi con un livello di umidità del 65 per cento, condizioni considerate ottimali per la coltivazione.

Wenzel Cerveny in una serra nel retro del negozio, 22 agosto 2024 (Frank Hoermann/SVEN SIMON/dpa/ansa)

Per Cerveny l’attesa è anche un problema economico: «Sto perdendo centinaia di migliaia di euro, che mi servivano per pagare l’affitto» del locale, dice. «Costa 20mila euro al mese: quando abbiamo iniziato pensavamo che metà l’avremmo pagato con gli incassi del negozio, e metà con quelli del club. Ma ora il negozio deve pagare per tutto, perché non possiamo avere iscritti». Aggiunge di avere una lista di mille persone interessate a iscriversi al suo futuro cannabis club (anche se, come detto, per legge possono essere al massimo 500).

Intanto, per cercare di ovviare al problema ha allestito nel parcheggio antistante al negozio un container che può contenere fino a 6mila piante di cannabis. «Dato che non possiamo aprire il club all’interno [del negozio], abbiamo acquistato questa struttura. Funziona in modo completamente automatico, si può controllare tutto dal computer», racconta. Aggiunge di stare «tentando ogni soluzione possibile», tra cui anche indicare il container come sede del club, dato che questo potrebbe essere spostato altrove, lontano dal parco giochi.

Il container nel parcheggio del negozio, 22 agosto 2024 (Frank Hoermann/SVEN SIMON/dpa/ansa)

Cerveny sta anche provando a entrare in politica, principalmente come forma di protesta contro l’approccio restrittivo del governo bavarese verso la legge sulla cannabis. Lo scorso novembre ha fondato il partito Cannabis Social Club (CSC), poco dopo aver saputo che il governo della Baviera aveva rifiutato per la prima volta una richiesta di aprire un cannabis social club nello stato: «Quello è stato troppo», dice.

Il 19 dicembre scorso il CSC aveva ricevuto l’autorizzazione per presentarsi alle elezioni federali del 23 febbraio, ma per accedervi avrebbe dovuto raccogliere 2mila firme entro tre settimane. Non ci è riuscito, fermandosi a 1.200, e quindi il partito non è stato inserito nelle schede elettorali. Cerveny dice di voler partecipare con il CSC alle elezioni locali di Monaco, nella primavera del 2026, e poi a quelle bavaresi del 2028.

Non è la prima volta che prova a entrare nel dibattito pubblico: già nel 2015 raccolse le firme per organizzare un referendum sulla legalizzazione della cannabis, ma il governo bavarese non approvò la richiesta sostenendo che il tema fosse di competenza federale e non statale. La questione arrivò fino alla Corte Suprema, che diede regione allo stato. «Ora però abbiamo una legge federale, e il governo della Baviera continua a negare i permessi», dice Cerveny. Se il governo rifiuterà la domanda per il suo cannabis social club intende organizzare un nuovo referendum.



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