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Nonostante la pubblicazione di alcuni importanti titoli di grandi editori come Final Fantasy VII Rebirth o Elden Ring: Shadow of the Erdtree, il videogioco di cui si è più parlato e che ha ricevuto nell’ultimo anno un’attenzione senza pari è Balatro, un gioco di carte creato da un solo sviluppatore. In Balatro non si fa nulla delle cose che si fanno nei giochi che solitamente hanno successo: non si corre, non si salta, non si spara e non si compete online, ma si giocano mani di un gioco di carte che richiama il poker come immaginario ma che con il poker c’entra pochissimo, e ancora meno con il gioco d’azzardo.
È comune tra le persone che provano anche solo a fare qualche partita a Balatro finire per giocarci molto più del previsto, o pensarci anche una volta finita la partita. Non è la prima volta che un piccolo gioco indipendente sviluppato da una sola persona raggiunge un tale successo, ma è ormai l’ennesima dimostrazione di come la diffusione degli strumenti di sviluppo permetta a chi ha buone idee di creare dei videogiochi capaci di vendere milioni di copie senza il bisogno di avere un grande studio o un grande editore alle spalle.
Il gioco è disponibile dal 20 febbraio del 2024 su PC e console e da settembre su iPhone e telefoni Android, e ha venduto nel solo primo mese di commercializzazione un milione di copie, arrivando a 5 a gennaio del 2025. Il successo di Balatro è stato tale che nell’edizione 2024 dei Game Awards, una serata in cui si celebra l’industria dei videogiochi attraverso l’assegnazione di premi suddivisi in diverse categorie di merito, il gioco ha vinto due premi (Miglior gioco indipendente e Miglior gioco per piattaforme mobile) e ottenuto la candidatura a Gioco dell’anno, solitamente ad appannaggio degli editori più grandi e importanti.
Balatro è stato sviluppato da LocalThunk, lo pseudonimo con cui si fa chiamare lo sviluppatore canadese che lo ha creato, ed è pubblicato da un piccolo editore, Playstack, il cui gioco di maggior successo finora era stato The Rise of the Golden Idol, un’avventura investigativa che è anche presente nel catalogo dei giochi gratuiti di Netflix. Balatro è un gioco di carte che utilizza diversi elementi distintivi del poker, nel quale il giocatore deve fare abbastanza punti per superare otto livelli, chiamati “ante”, a loro volta divisi in tre “bui”, entrambi termini del gergo pokeristico utilizzati per definire le puntate obbligatorie prima della distribuzione delle carte. I punti si fanno giocando le combinazioni di carte tipiche del poker come colore, full, scala o tris che vengono poi potenziate dalla presenza di alcuni jolly, ognuno con delle caratteristiche peculiari.
È proprio la presenza di questi jolly a rendere Balatro qualcosa di molto diverso dal poker: alcuni di questi ad esempio raddoppiano il punteggio delle figure, altri rendono identiche le carte con seme fiori o picche (rendendo così più facile fare un colore per esempio, che è quando si giocano tutte le carte dello stesso seme), altre ancora aumentano il moltiplicatore del punteggio o le fiches di gioco.
Questi potenziamenti si possono acquistare tra un buio e l’altro e sono l’elemento distintivo del gameplay: trovare la giusta sinergia tra i jolly e tra le carte bonus selezionabili (che a loro volta potenziano le combinazioni delle carte e aggiungono o tolgono carte dal mazzo) è quello che permette di riuscire ad avere un mazzo sufficientemente competitivo per arrivare fino alla fine dell’ottavo round e potenzialmente anche oltre, visto che il gioco continua all’infinito (a patto di riuscire a fare sempre abbastanza punti per superare il turno). Il fatto che i jolly e le carte speciali siano casuali rende ogni partita diversa e identifica Balatro più come un gioco di tipo “roguelike” che un gioco di carte in senso stretto. I giochi roguelike sono quelli in cui ogni partita è caratterizzata da elementi diversi, solitamente generati casualmente (la mappa, le armi, o in questo caso le carte e i loro potenziamenti), in cui però dopo ogni partita rimane qualcosa, sia esso un potenziamento, dei soldi o dei mazzi di carte con abilità specifiche.
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Sin dal lancio il gioco è stato accolto benissimo sia dal pubblico che dalla critica, che ha apprezzato tanto il gameplay, potenzialmente infinito, quanto lo stile grafico retrò che richiama i monitor a tubo catodico, oltre a una colonna sonora così efficace che riesce a non stancare anche se composta, di fatto, da una sola traccia e qualche effetto sonoro. Una delle ragioni del suo successo è l’immediatezza con cui si possono comprendere le sue meccaniche di base: cosa sia un mazzo da 52 carte o quali siano le combinazioni vincenti di una mano di poker sono concetti che chiunque generalmente già conosce, e se anche la sinergia tra i diversi jolly è più complessa, tanto basta per poter almeno iniziare a fare le prime partite senza dover già avere chissà quale esperienza pregressa nel mondo dei videogiochi. La grande varietà dei bonus presenti rende poi ogni partita diversa, ma soprattutto incline a repentini cambi di strategia, che quando funzionano sono in grado di restituire un gran senso di gratificazione al giocatore.
Una piccola selezione dei 150 jolly presenti.
Balatro è solo una questione di numeri e di probabilità. Balatro, alla fine, è solo matematica» ha scritto Grayson Morley sul sito Polygon, spiegando come la sua struttura fatta di numeri e moltiplicazioni sia molto ben mascherata da un sistema di gioco capace di far appassionare il giocatore mentre gli spiega con chiarezza il funzionamento del sistema.
Sempre Morley dice di essersi trovato spesso a pensare al gioco anche mentre fa altro, e soprattutto a come utilizzare tutti quei numeri a suo beneficio: «C’è qualcosa di profondamente attraente nel senso di controllo che sono in grado di dare i giochi come Balatro, soprattutto in un mondo che a volte sembra sembra funzionare in una maniera ancora più casuale di un roguelike [cioè di un gioco basato proprio sul caso]».
La capacità di creare un sistema di regole comprensibile che risulti onesto senza dare al giocatore l’impressione di essere truccato è generalmente la caratteristica di Balatro più apprezzata sia dai giocatori, che dopo averlo provato difficilmente se ne riescono a staccare, sia dalla stampa specializzata. Jordan Middler lo riassume bene nella sua recensione sul portale VGC: «ma alla fine, cos’è che rende Balatro così irresistibile? È la perfetta amalgama delle sue meccaniche inattaccabili e della comicità creata dal caos e dalla casualità. Le regole di Balatro non cambiano, e il giocatore lo sa. Giocherete le stesse mani migliaia di volte, ma non ci saranno mai due partite uguali».
Lo sviluppo del gioco è durato poco più di due anni ed è stato fatto interamente da LocalThunk, lo pseudonimo dello sviluppatore, che ha raccontato in un lungo post come prima avesse fatto solo giochi per sé e una ristretta cerchia di amici. Anche Balatro avrebbe dovuto seguire lo stesso percorso, ma le reazioni estremamente positive di alcuni suoi amici che hanno provato le prime versioni lo convinsero a proseguire nello sviluppo, al punto di arrivare a lasciare il suo lavoro e dedicarcisi a tempo pieno.
CD Projekt RED, lo sviluppatore polacco di Cyberpunk 2077, ha omaggiato il gioco inserendo all’interno del suo gioco una missione secondaria nella quale bisogna trovare alcuni dei jolly di Balatro.
Nel corso dell’ultimo anno si è molto parlato di Balatro anche a causa del lungo contenzioso che ha avuto con il PEGI (che sta per Pan European Game Information, il sistema di classificazione di giochi e film europeo che aiuta a definire l’età minima che una persona dovrebbe avere per fruire del contenuto), che si è concluso solo nelle ultime settimane. Quando è stato pubblicato Balatro era infatti indicato come un gioco 3+, adatto quindi a tutti, ma dopo pochi giorni, nel pieno quindi del periodo di lancio (quello dove solitamente si registrano le vendite migliori e l’interesse è più alto), il PEGI ha modificato la sua classificazione facendolo diventare 18+, consigliandolo quindi al solo pubblico adulto. Per l’ente il fatto che Balatro contenesse «evidenti rappresentazioni legate al gioco d’azzardo e istruzioni che ne spiegassero i meccanismi» era un motivo sufficiente a cambiare la classificazione che invece il gioco aveva ricevuto in maniera automatica una volta caricato sulle piattaforma di distribuzione di Steam.
«È difficile quantificare l’impatto che questo possa aver avuto sulle vendite», ha detto Wout van Halderen, direttore della comunicazione di Playstack, «visto soprattutto che la popolarità crescente del gioco ha tamponato le perdite. Ma certamente ha interrotto l’abbrivio che avevamo guadagnato grazie al lancio». Playstack ha presentato due diversi ricorsi: mentre il primo è stato respinto, il secondo è stato accolto, portando Balatro tra i giochi classificati come PEGI 12 e contribuendo nel frattempo a far modificare all’ente il modo in cui valuta la rappresentazione del gioco d’azzardo nei videogiochi.
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Il modo in cui questi vengono categorizzati è da sempre oggetto di contestazione, soprattutto per quanto riguarda il gioco d’azzardo. Come ha fatto notare lo stesso LocalThunk in un tweet lo scorso anno, il suo gioco, in cui si giocano immaginarie partite di carte con jolly magici e in cui non si possono spendere soldi veri, è indirizzato ai soli adulti, mentre EA FC 25 (il gioco di calcio di Electronic Arts che un tempo si chiamava FIFA), che vende pacchetti di figurine virtuali (la cui percentuale di uscita è estremamente bassa) in cambio di soldi veri è classificato come “3” e quindi adatto anche ai bambini.
Nonostante questo però il successo di Balatro non si è fermato: da quando è stato pubblicato per smartphone il gioco è costantemente in cima alle classifiche di download nonostante il modello premium (costa cioè 9,99€ e non ha una versione gratuita con acquisti in app), e ha generato in soli tre mesi 4,5 milioni di dollari di incassi. In un’intervista a GQ LocalThunk ha detto che le entrate sono tali che potrebbe ritirarsi anche ora e vivere di rendita: «potrei sviluppare un gioco e lasciarlo lì nella sua cartella. Mi sento davvero fortunato. Gran parte dell’industria non è in questa situazione, specialmente oggi».
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