Giustizia minorile, protocolli per combattere l’uso di droga e promuovere il reinserimento sociale

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito


«Serve un impegno determinato per contrastare l’uso di droga, non solo in ambito penitenziario, opponendosi con forza e in maniera capillare ai messaggi diseducativi che si diffondono in maniera pericolosa nella società. Messaggi secondo cui esisterebbe un consumo di droga lecito, innocuo, o la distinzione tra droghe leggere e pesanti. Sappiamo che non è così. La droga è una piaga sociale che colpisce trasversalmente ogni fascia d’età e contesto, ed è purtroppo un fenomeno peculiare della popolazione carceraria, e in particolare di quella minorile. La maggior parte dei ragazzi ospiti degli istituti hanno problemi di dipendenza». Lo ha detto il presidente del Tribunale per i Minorenni, Teresa Chiodo, intervenendo questa mattina ad un incontro per la sottoscrizione di due importanti protocolli d’intesa con il Centro per la Giustizia Minorile per la Calabria, diretto da Valeria Cavalletti, uno dei quali con il Serd del Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze dell’Asp di Catanzaro.

«Nel nostro lavoro al Tribunale per i Minorenni – ha detto la presidente Chiodo – ci scontriamo quotidianamente con gli effetti devastanti della droga, non solo in ambito penale ma anche nelle procedure civili. Troppi minori vengono abbandonati, crescono in situazioni di grave disagio o subiscono maltrattamenti a causa della dipendenza dei genitori. A volte siamo costretti ad allontanare neonati dalle madri che hanno fatto uso di sostanze fino al giorno prima del parto. La droga non è mai innocua. Non solo slatentizza patologie psichiatriche e induce comportamenti violenti, ma è anche tra le principali cause di incidenti stradali che mettono a rischio vite umane».

A rafforzare l’allarme lanciato dalla presidente Chiodo, i dati forniti dalla direttrice del Serd di Catanzaro, Giulia Audino: «Da anni collaboriamo con il Centro di Giustizia Minorile, avendo maturato un’esperienza sul campo che ha evidenziato la necessità di un protocollo specifico per affrontare queste problematiche in modo strutturato e fornire una risposta efficace ai pazienti con dipendenze patologiche. Nel 2024, il Serd di Catanzaro ha preso in carico 27 pazienti detenuti nell’IPM di Catanzaro, con un’età compresa tra i 15 e i 17 anni, oltre ad alcuni giovani tra i 21 e i 25 anni. Il sistema sanitario ha risposto ai loro bisogni con interventi mirati. Inoltre, abbiamo seguito 15 pazienti provenienti dalla comunità ministeriale e altri in messa alla prova».

Valeria Cavalletti e Giulia Audino

Secondo Audino i dati sul consumo di sostanze all’interno dell’IPM indicano che «la droga più diffusa tra i giovani detenuti è la cannabis. Abbiamo inoltre riscontrato un uso problematico di alcol e un abuso eccessivo di farmaci, in particolare tra i detenuti provenienti da altre regioni. In alcuni casi, si registrano anche episodi di consumo di cocaina. A differenza degli adulti – tra i quali il consumo di eroina e cocaina è più significativo e spesso trattato con terapie farmacologiche – i minori hanno un profilo di consumo diverso, che rende ancora più cruciale un intervento educativo mirato. Questo dimostra quanto il lavoro sia complesso e difficile: senza un dialogo tra le istituzioni, diventa impossibile costruire un progetto comune che vada oltre la cura della dipendenza e miri anche alla riabilitazione educativa. L’obiettivo è “sfruttare”, lo dico tra virgolette, il periodo di detenzione come un’opportunità per restituire alla società giovani con un nuovo percorso di vita. Ogni volta che entro nel carcere minorile, la sensazione che provo è quella di un fallimento della società. Ecco perché questa collaborazione è fondamentale, non solo per trasmettere un messaggio educativo, ma anche per offrire ai ragazzi detenuti nell’IPM di Catanzaro una speranza concreta per il futuro».

La cura del minore o giovane adulto tossicodipendente è un ambito complesso che richiede il coinvolgimento di diverse figure professionali e un approccio multidisciplinare. Questo protocollo nasce per sperimentare nuove modalità operative che garantiscano interventi più efficaci e coordinati. «L’accordo, di tipo operativo, garantirà maggiore attenzione ai ragazzi da parte del servizio dipendenze – ha spiegato la direttrice del Centro di Giustizia Minorile, Valeria Cavalletti – individuando giornate specifiche in cui tenere incontri dedicati e prevedendo l’integrazione del Serd nell’équipe educativa, assicurando così un coordinamento più efficace nei percorsi di recupero».

IL PROTOCOLLO D’INTESA CON IL ROTARY

Cavalletti ha anche illustrato i contenuti del secondo protocollo, sottoscritto con il Rotary Club e l’Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna (UIEPE), che è finalizzato a sostenere progetti di inclusione e di educazione alla salute psico-fisica, diretti al reinserimento sociale e alla riduzione della recidiva per minori e adulti sottoposti a procedimenti e condanne penali: «L’obiettivo – ha spiegato Cavalletti – è quello di favorire l’inclusione attraverso percorsi formativi ed esperienziali che possano arricchire il loro curriculum e offrire opportunità concrete per il futuro. L’ispirazione nasce dal progetto PACT dei Rotary Club canadesi, un insieme di iniziative mirate a ridurre il rischio di recidiva».

Valeria Cavalletti, Rocco Scicchitano ed Elena Grimaldi
Generico marzo 2025

L’accordo punta anche a promuovere la sensibilizzazione della comunità locale sui temi dell’esecuzione penale esterna e della Giustizia minorile. «Con questo accordo – ha spiegato la presidente del Rotary Club Catanzaro Elena Grimaldi – mettiamo a disposizione dei giovani detenuti la professionalità dei soci del Rotary Club di Catanzaro, affinché possano essere un supporto concreto sia per loro che per l’intera comunità. Il Rotary ha il dovere di occuparsi anche della prevenzione della delinquenza giovanile. Questo significa tra l’altro offrire sostegno, formazione e collaborare a tutte quelle iniziative che possano aiutare i ragazzi a non ricadere nel crimine, oltre a sensibilizzare la società su questi temi. Dobbiamo essere al fianco di questi giovani e delle strutture che li accolgono. Per questo, la firma di oggi ha un valore profondo: dà senso al nostro impegno, perché essere rotariani significa servire al di sopra di ogni interesse personale».

Per Rocco Scicchitano, dirigente dell’UIEPE per la Calabria, «è fondamentale coinvolgere la comunità in tutte le iniziative legate sia alla prevenzione che all’esecuzione della pena, affinché la giustizia di comunità possa realmente funzionare. È necessario promuovere una nuova concezione della pena che ne garantisca l’effettività, ma che al tempo stesso permetta di ricucire la frattura tra il condannato e la società. Questo percorso inizia con la conoscenza e la prevenzione, per ridurre il rischio di commissione di reati, e prosegue con un’effettiva inclusione, affinché chi ha sbagliato possa reintegrarsi e il rischio di recidiva diminuisca. Un protocollo di inclusione ben strutturato diventa quindi uno strumento essenziale per raggiungere questi obiettivi».

Valeria Cavalletti, Rocco Scicchitano ed Elena Grimaldi
Generico marzo 2025

Nel corso dell’incontro è intervenuta anche la Procuratrice della Repubblica per i minorenni, Maria Alessandra Ruberto, che ha rimarcato quanto sia «fondamentale che questi ragazzi possano tornare a far parte della comunità, non solo durante l’esecuzione della pena, ma anche attraverso le misure alternative, che non a caso sono definite misure di comunità. L’obiettivo è favorire il loro reintegro, riparando la frattura che si è creata con la società. Per questo, l’impegno del Rotary e delle altre associazioni del terzo settore deve concentrarsi sempre più su questa direzione, promuovendo la prevenzione e garantendo, anche nella fase successiva, una gestione che non sia stigmatizzante, ma orientata al recupero».

Ruberto ha rimarcato l’importanza di «creare accessi al Serd dedicati, in linea con i principi di destigmatizzazione del minore coinvolto nel sistema penale. L’augurio è di favorire una collaborazione preventiva con gli uffici di Procura minorile, che hanno il ruolo delicato di intercettare la devianza prima che si traducano in comportamenti illeciti. Noi collaboriamo anche con il Tribunale, che incentiva le misure rieducative come strumento di prevenzione, che esula dall’aspetto penale. In questa direzione, è importante che tutti gli operatori sociali e sanitari segnalino all’ufficio competente, così da favorire interventi tempestivi in una logica preventiva, soprattutto in un territorio difficile come il nostro, dove spesso mancano risorse per gestire il disagio minorile».

«Le sinergie operative tra Enti ed Istituzioni del Terzo Settore sono fondamentali per dare risposte concrete ai bisogni emergenti che non devono mai negare la dignità delle persone anche se detenute e specie se in età minorile dove il recupero è più possibile», ha detto il prefetto Castrese De Rosa, manifestando gratitudine ai promotori e ai firmatari delle intese.

All’incontro hanno preso parte, tra gli altri, il dirigente del Dipartimento Assistenza territoriale- Salute nelle carceri Francesco Lucia, il direttore Dipartimento Salute Mentale e delle Dipendenze Michele Gabriele Rossi, il Dirigente della Sanità Penitenziaria Giulio Di Mizio, il presidente del Consiglio Comunale di Catanzaro Gianmichele Bosco, il Garante regionale per i detenuti Giovanna Francesca Russo, il consigliere regionale Antonio Montuoro: «L’integrazione tra le strutture sanitarie e i servizi per la giustizia minorile – ha detto Montuoro, intervenuto in rappresentanza della Regione Calabria – è fondamentale per affrontare con efficacia problematiche complesse, come la dipendenza e il disagio psicologico, e per garantire cure adeguate a chi si trova in situazioni di fragilità. Solo attraverso un approccio che coniuga giustizia, sanità e opportunità di riscatto possiamo dare ai giovani una seconda possibilità, aiutandoli a costruire un futuro lontano dalla marginalità».





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link