DAZI PAZZI. FERMATE QUELL’ UOMO!

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Donald Trump continua a comportarsi con una supponenza ed una sicurezza illimitata. Questa tracotanza si manifesta spesso attraverso decisioni estreme ed emotive, apparentemente ragionevoli, ma che possono rivelarsi dannose nel tempo, specialmente in ambito economico.

Un esempio calzante di tale fenomeno è l’imposizione di dazi commerciali, strumenti protezionistici volti a tutelare le economie nazionali aumentando il costo delle merci importate rispetto a quelle locali. Sebbene l’intento sia quello di favorire la produzione interna, tali misure possono trasformarsi in un boomerang, causando effetti negativi per il paese che le adotta.

Ve la faccio semplice. Perché Donald Trump sta sbagliando TUTTO? Perché la storia insegna innazitutto! Eccovi alcuni casi.

  • Durante la Grande Depressione degli anni ’30, molti paesi adottarono politiche protezionistiche per proteggere le proprie economie. Tuttavia, queste misure portarono a una contrazione del commercio internazionale, aggravando ulteriormente la crisi economica. Wikipedia
  • Un altro esempio è la guerra commerciale anglo-irlandese del 1932-1938, in cui l’introduzione di dazi reciproci tra Irlanda e Regno Unito causò una stagnazione economica in Irlanda, evidenziando come tali misure possano avere effetti controproducenti. Wikipedia
  • In tempi più recenti, l’Accordo nordamericano per il libero scambio (NAFTA) ha mostrato come la rimozione dei dazi possa avere effetti controversi, con benefici per alcune industrie e svantaggi per altre, sottolineando la complessità delle dinamiche commerciali. Wikipedia

Questi esempi storici dimostrano come l’adozione di dazi commerciali, sebbene possa sembrare una soluzione efficace per proteggere l’economia nazionale, possa in realtà trasformarsi in un’arma a doppio taglio, causando danni sia al paese che li impone sia all’economia globale. Nel contesto delle politiche commerciali internazionali, i dazi rappresentano un esempio emblematico di come misure apparentemente protettive possano trasformarsi in un pericoloso boomerang economico.

La seduzione dei dazi e la realtà economica

I dazi commerciali vengono spesso presentati come strumenti di protezione dell’economia nazionale: promettono di salvaguardare posti di lavoro locali, ridurre il deficit commerciale e rafforzare le industrie domestiche. Tuttavia, l’evidenza economica suggerisce una realtà più complessa e preoccupante. E anche in questo caso ve lo dimostro “scomodando” alcune istituzioni di rilievo.

Secondo studi della Banca Mondiale, i dazi commerciali tendono a ridurre l’efficienza economica complessiva, aumentando i costi per consumatori e imprese. Un rapporto del Peterson Institute for International Economics ha dimostrato che, storicamente, i paesi che hanno implementato significative barriere tariffarie hanno sperimentato cali di produttività e crescita economica rallentata nel medio-lungo termine.

Gli effetti boomerang delle guerre commerciali

Le recenti tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina offrono un caso di studio illuminante. Secondo un’analisi della Federal Reserve, i dazi che poi sono stati implementati durante l’amministrazione Trump hanno comportato:

  1. Aumento dei costi di produzione per le aziende americane che utilizzavano input importati
  2. Ritorsioni commerciali che hanno danneggiato gli esportatori statunitensi, particolarmente nel settore agricolo
  3. Perdita netta di posti di lavoro manifatturieri, contrariamente agli obiettivi dichiarati

Uno studio di Moody’s Analytics ha stimato che la guerra commerciale con la Cina è costata all’economia americana circa 300.000 posti di lavoro e una riduzione del PIL di 0,3% – dimostrando come politiche commerciali aggressive possano danneggiare proprio coloro che intendevano proteggere.

Credo possa bastare. E allora ditemi… CHE CAVOLO STA SUCCEDENDO e PERCHE’ NESSUNO LO SPIEGA AL PAGLIACCIO BIONDO?

Ma vi dirò di più. Ho scoperto persino che esiste un raro consenso tra economisti di diverse scuole di pensiero riguardo i dazi. Un sondaggio dell’Università di Chicago  tra economisti di diversi orientamenti politici ha rivelato che oltre il 95% ritiene che i dazi riducano il benessere economico generale.

Nobel dell’economia come Paul Krugman e Joseph Stiglitz, pur avendo visioni diverse su molte questioni, concordano sui danni provocati dal protezionismo commerciale, sottolineando come i benefici a breve termine per alcune industrie vengano ampiamente superati dai costi distribuiti su tutta l’economia.

E noi stiamo qui a doversi leccare le ferite e subire le follie di tali personaggi al potere. Come diceva un tipo mesi fa…. FATE PRESTO!

PS: lo so che politicamente non era una cima ma… ascoltate qui Ronald Reagan.

STAY TUNED!

Danilo DT

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