Calabria Film Commission. Il mondo del potere occhiutiano e il ricatto (riuscito) al Pd



Dopo anni di articoli su articoli sulla Calabria Film Commission fa piacere vedere che parte della stampa e della politica hanno finalmente acceso le luci su questo mondo che noi abbiamo definito la cassaforte del sistema di potere di Roberto Occhiuto. L’attenzione della stampa si sta concentrando su quel mondo di consulenze e di incarichi distribuiti ad amici, parenti, clientes. La questione è arrivata finalmente in Consiglio Regionale per un’interrogazione del consigliere Cinquestelle Davide Tavernise. Le informazioni che ci arrivano parlano di un presidente isterico e nervoso che all’accusa di poca trasparenza ha risposto così: “… che Calabria Film Commission ha pubblicato tutti i dati con puntualità sul portale dedicato l’elenco dei consulenti, e le procedure di affidamento di beni e servizi”. In più ha sottolineato che “…le risorse utilizzate da Film Commission, sono risorse europee e in quanto tali vincolate e soggette ad una normativa stringente. La Fondazione non ha mai avuto problemi da questo punto di vista perché in questi anni, sotto la mia gestione, le cose sono state fatte nel rispetto della legge e in piena regolarità”.

Certo ci vuole una bella faccia di bronzo (e Occhiuto grazie a Dio ne ha da… vendere!) a sostenere che le attività della Calabria Film Commission siano improntate alla trasparenza. E’ tutto il sistema che è basato sull’opacità, andate voi a trovare sul sito della fondazione Calabria Film Commission l’elenco delle consulenze con relativi contratti allegati, solo gente esperta ci riesce e di certo non un comune cittadino. Nella nostra inchiesta mentre siamo riusciti a visionare molte delle determine e delibere delle attività affidate dai vari dipartimenti alla Calabria Film Commission, poi non si riesce a capire come questi fondi siano stati spesi dalla Calabria Film Commission, siamo al vuoto quasi assoluto, spesso si trova solo l’elenco con il numero e poco più.

Il presidente ad un certo punto è esploso dando fiato alla sua voce stridula e fastidiosa: “Non dovete pensare che gli altri sono come voi” rivendicando che sotto di lui “le cose sono state fatte nel rispetto della legge e in piena regolarità”. E per mandare un messaggio all’opposizone ha calato l’asso da novanta: “Ed è agli atti della Procura della Repubblica: Calabria Film Commission ha dato incarichi fino al 2020 ad un unico avvocato per 500 mila euro”. Questa sarebbe la trasparenza del presidente Occhiuto: inviare messaggi occulti al principale partito d’opposizione, il Pd. A 24 ore dall’accusa nessuna risposta si è avuta da parte del Pd: forse ha recepito il messaggio? Forse ha capito che è meglio stare zitto?

In ogni caso un presidente di regione, soprattutto in una regione come la Calabria, non può usare un simile linguaggio omertoso. Occhiuto parla di trasparenza e poi non ha il coraggio di dire che si riferiva alle consulenze ricevute dall’avvocato Pasquale Gallo che fu oggetto di una serie di articoli sul suo giornale di famiglia, diretto da una delle loro più fedelissime sostenitrici. A Cosenza lo sanno tutti…

L’avvocato Gallo inviò una lettera in cui sosteneva che l’ammontare delle consulenze erano pari a 120 mila euro dal 2016 al 2020 durante la presidenza Citrigno. All’arrivo, sotto la presidenza Santelli, di Giovanni Minoli alla Calabria Film Commission, fu messa su una diligence affidata ad uno studio romano per valutare tutti gli incarichi ricevuti dallo studio Gallo & Gallo oltre ad una indagine interna della stessa Calabria Film Commission, una revisione degli atti, partendo da consulenze e spese legali. Naturalmente di queste diligence nel corso degli anni non si è saputo più nulla, così come della revisione interna della Calabria Film Commission. Siccome oggi, cinque anni dopo, il presidente parla di atti della Procura della Repubblica dovrebbe chiarire se quelle diligence sono terminate alla Procura o altrimenti come fa a sapere che presso la Procura della Repubblica c’è un fascicolo aperto su questa vicenda?

L’episodio è la dimostrazione lampante non della discontinuità della presidenza Occhiuto rispetto al passato – auuuuu dicono sempre a Cosenza –, ma dell’assoluta continuità di azione nel considerare la Calabria Fim Commission come una specie di cassaforte dei presidenti di turno che si sono succeduti negli anni. Rispetto al passato c’è una novità: con la presidenza Occhiuto la Calabria Film Commission ha allargato il suo raggio d’azione nella promozione turistica e nel progetto di costruire la Cinecittà della Calabria. Le consulenze e gli incarichi professionali sono solo la parte emergente dell’iceberg Calabria Film Commission.


Le voci più succulente che interessano il sistema Occhiuto sono la promozione turistica e la Cinecittà calabrese. Su queste voci c’è il silenzio più assoluto. Dopo due anni di svolgimento del Capodanno Rai in Calabria non è mai stato pubblicato nulla, né la convenzione con la Rai com, non sappiamo nulla sui costi, sulle società coinvolte, nulla di nulla. E così anche per le varie fiere turistiche, le varie iniziative culturali, il Vinitaly and city, per non parlare dei marcatori identitari. Ma ciò che sarà devastante per la nostra regione sarà la Cinecittà che si sta costruendo a Lamezia Terme. Il mega progetto che dovrebbe rappresentare l’arco di trionfo dell’epoca Occhiuto va avanti. Per adesso siamo solo allo sperpero di denaro della Comunità Europea e che sperpero… 10 milioni di euro. La tragedia ci sarà nel 2026, data prevista per l’apertura degli Studios. Il mantenimento degli Studios sarà un bagno di sangue, un cappio al collo, che peserà su tutti noi calabresi. Il mondo del cinema in Italia è in profonda crisi, molte produzioni stanno prendendo la via della Spagna. Cinecittà ha chiuso l’esercizio 2023 con un debito di quasi sette milioni di euro pari a circa un terzo del capitale sociale, destinato alla fine di quest’anno ad allargarsi fino al triplo. Al solo pensiero c’è da rabbrividire. Ma vi riproporremo fino alla noia la nostra inchiesta, e vi si aprirà un mondo. Il mondo del potere di Roberto Occhiuto. 



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