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Gli USA trattano direttamente con Hamas. Nuovi raid israeliani a Gaza, l’Onu denuncia lo stop agli aiuti per i civili: “11 giorni sono 11 giorni di troppo”
Gaza, i corpi delle vittime di un bombardamento israeliano
Nuovo allarme dell’Onu: “Gaza senza aiuti, mancano cibo e medicine”
La popolazione di Gaza è entrata nell’undicesimo giorno senza aiuti umanitari, a causa del blocco dei convogli attuato dall’esercito israeliano che sta compromettendo la situazione dopo sei settimane di cessate il fuoco. Lo ha denunciato il portavoce dell’Onu nel corso dell’incontro quotidiano con i media, al Palazzo di Vetro. “In tutta la Striscia – ha aggiunto Stephane Dujarric – sta diventando sempre più difficile per le persone avere cibo decente e sufficiente, oltre all’acqua e ai servizi medici”. Nella zona nord solo il 16% dei centri medici è funzionante interamente o in modo parziale.
L’ONU: “A Gaza scuola per 200mila bambini, difficoltà enormi”
Nella Striscia di Gaza l’attività scolastica per quasi 200mila bambini è ripresa, ma tra molte difficoltà: lo ha annunciato il portavoce delle Nazioni Unite.
Le organizzazioni umanitarie hanno aperto 200 nuovi spazi temporanei per l’apprendimento, portando il numero dei ‘centri’ scolastici a 630. Questi spazi ospitano più di 170mila bambini. Il 60% di tutti i giovani palestinesi in età scolare ha accesso a qualche forma di apprendimento, ma mancano gli strumenti didattici, incluse le tende e i kit per gli studenti.
La delegazione israeliana resta a Doha, i negoziati continuano
La squadra di negoziatori israeliani inviata dal governo in Qatar per trattare sulla prosecuzione della tregua con Hamas resta a Doha. Lo ha riferito il Times of Israel dopo le voci che davano il team di rientro. Citando una fonte palestinese, l’emittente pubblica Kan ha confermato che gli Stati Uniti stanno spingendo per un cessate il fuoco di 60 giorni in cambio del rilascio di 10 ostaggi. Se la proposta non funzionasse, gli Usa potrebbero trattare solo per la restituzioni dei soli ostaggi statunitensi.
Un uomo palestinese cucina un pasto iftar per rompere il digiuno fuori dal suo rifugio nel campo di Bureij per rifugiati palestinesi nella Striscia di Gaza centrale l’11 marzo 2025 (Afp)
L’Onu denuncia il blocco degli aiuti israeliani a Gaza
“Undici giorni sono già 11 giorni di troppo”, ha dichiarato il sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari Tom Fletcher, riferendosi al numero di giorni in cui Israele ha finora bloccato gli aiuti da Gaza.
Fletcher ha affermato che dall’inizio del cessate il fuoco a fine gennaio, le Nazioni Unite sono riuscite a fare “progressi nel nutrire molti di quei milioni di persone che hanno bisogno di cibo [e] nel far arrivare le medicine”. Ha avvertito che “una crisi umanitaria” potrebbe emergere di nuovo. Fletcher ha aggiunto che le Nazioni Unite stanno anche aiutando le comunità sfollate nella Cisgiordania occupata a causa delle operazioni militari israeliane in corso.
La corte internazionale di giustizia ha ricevuto documentazione da 45 Stati e Organizzazioni Internazionali per chiedere di imporre a Israele la presneza e le attività delle agenzie ONU nei territori palestinesi occupati
La Corte internazionale di giustizia ha ricevuto 45 contributi scritti da parte di Stati e organizzazioni intergovernative nel caso relativo all’obbligo di Israele di acconsentire e facilitare la presenza e le attività delle agenzie ONU, delle organizzazioni umanitarie e degli Stati neutrali nel territorio palestinese occupato.
Le udienze pubbliche inizieranno il 28 aprile e il parere consultivo è atteso per fine maggio o inizio giugno. Tra gli Stati che intervengono ci sono importanti donatori di aiuti umanitari, tra cui Norvegia, Belgio, Francia, Spagna.
Ancora bombe israeliane su Gaza, braccio di ferro tra Anp e Hamas, si tratta a Doha
Colloqui a Doha incentrati su proposta Witkoff
Israele è concentrato sulla cosiddetta “proposta Witkoff” durante i colloqui in corso in Qatar sul futuro del cessate il fuoco a Gaza e sull’accordo di rilascio degli ostaggi. Lo ha dichiarato un funzionario israeliano al The Times of Israel. Lo schema, che si dice sia stato creato nei colloqui tra il ministro degli Affari strategici Ron Dermer e l’inviato speciale degli Stati Uniti in Medio Oriente Steve Witkoff, prevede un’estensione di circa due mesi del cessate il fuoco, durante la quale Hamas rilascerebbe circa metà degli ostaggi vivi in anticipo e il resto alla fine, insieme alla fine della guerra. Il team negoziale israeliano dovrebbe tornare a casa stasera, afferma il funzionario, ma potrebbe rimanere a Doha se ci fosse una svolta.
Taglio aiuti a Gaza, Houthi riprendono le ostilità contro Israele
I miliziani yemeniti Houthi hanno annunciato la ripresa degli attacchi contro le navi israeliane al termine della scadenza dei 4 giorni concessi a Israele per la ripresa delle consegne di aiuti a Gaza. In una nota, gli Houthi hanno affermato che avrebbero “ripristinato il divieto di passaggio per tutte le navi israeliane” nel Mar Rosso, nel Mar Arabico, nello stretto di Baba al-Mandab e nel Golfo di Aden.
Witkoff è in Qatar per i negoziati Israele-Hamas
L’inviato speciale degli Stati Uniti per il Medioriente, Steve Witkoff, è atterrato in Qatar per partecipare ai colloqui indiretti tra Israele e Hamas volti a estendere l’attuale, fragile cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Wiktoff incontrerà il premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani. Lunedì ha elogiato il Qatar per i suoi “eccezionali” sforzi di mediazione, aggiungendo che anche Egitto, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti sono stati d’aiuto.
Sequestri e arresti in una libreria che promuove il dialogo tra israeliani e palestinesi
Ue: dal 31 gennaio oltre 3.500 persone hanno lasciato Gaza attraverso il valico di Rafah
Circa 3.500 persone hanno finora attraversato l’Egitto dalla Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah, tra cui oltre 2.000 persone che necessitano di cure mediche. Lo ha detto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il capo della politica estera dell’Unione europea Kaja Kallas. L’Unione europea ha ripreso la sua missione civile il 31 gennaio per monitorare il valico di frontiera, un punto di entrata e uscita chiave per il territorio palestinese. Da maggio il valico era rimasto chiuso al passaggio di persone.
Gaza, Rafah (AFP)
Egitto condanna il taglio dell’elettricità a Gaza: “Il Cairo rifiuta la punizione collettiva”
“L’Egitto condanna la decisione di Israele di tagliare l’elettricità nella Striscia di Gaza, considerandola una nuova violazione del diritto internazionale umanitario e della 4/a Convenzione di Ginevra”: lo si afferma in un comunicato diffuso su Facebook dal ministero degli esteri egiziano.
Il Cairo “sottolinea il suo totale rifiuto delle politiche dipunizione collettiva attuate da Israele, tra cui la sospensione dell’ingresso degli aiuti umanitari, che porterà a un aggravamento della situazione nell’enclave palestinese”, viene aggiunto. “L’Egitto invita la comunità internazionale ad assumersi le proprie responsabilità e a prendere le misure necessarie perporre fine a queste violazioni”, conclude il comunicato.
Fonte Israele: disponibilità di Hamas a estensione della tregua, senza fase 2
C’è una certa “disponibilità” da parte di Hamas ad accettare una lunga estensione del cessate il fuoco senza passare alla seconda fase dell’accordo con Israele. Lo ha riferito al Times of Israel una fonte israeliana, secondo la quale il gruppo militante palestinese probabilmente chiederà il rilascio di prigionieri di alto rango detenuti nelle carceri israeliane.
Guardando ai colloqui in corso a Doha, la fonte ha sottolineato il “divario” tra Usa e Israele: mentre il presidente americano Donald Trump ha deciso di mandare il suo inviato speciale Steve Witkoff, con potere decisionale, perchè la delegazione di Tel Aviv non avrebbe il potere necessario di prendere decisioni definitive.
Siria, accordo fra il governo e le milizie curde
La presidenza siriana ha annunciato un accordo con il capo delle Forze democratiche siriane (SDF) a maggioranza curda per integrare le istituzioni dell’amministrazione curda nel governo nazionale. La presidenza ha pubblicato una dichiarazione firmata da entrambe le parti che spiega l’accordo su “l’integrazione di tutte le istituzioni civili e militari del nord-est della Siria all’interno dell’amministrazione dello stato siriano, compresi i posti di frontiera, l’aeroporto e i giacimenti di petrolio e gas”.
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