scenari globali, ostacoli e implicazioni per l’Italia

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energie rinnovabili
Immagine da Depositphotos

Il settore delle energie rinnovabili sta vivendo un’espansione senza precedenti. Nel 2023, secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (Iea), sono stati installati a livello globale 510 GW di nuova capacità rinnovabile, un record destinato a essere superato nei prossimi anni. Le previsioni indicano un aumento di 2,7 volte entro il 2030, con un incremento del 70% rispetto ai livelli attuali. Tuttavia, permessi lenti, carenza di infrastrutture di accumulo e dipendenza tecnologica dalla Cina rischiano di rallentare questa corsa. L’Italia, sebbene abbia registrato dati record nel 2024, deve accelerare il passo per raggiungere gli obiettivi del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec)

Il 2023 ha rappresentato un anno di svolta per la transizione energetica: con 510 GW di nuova capacità rinnovabile installata, il settore ha registrato il più alto tasso di crescita della storia.

Secondo il rapporto Renewables 2024 pubblicato da Iea (lo trovate a questo link), la tendenza non sembra destinata a rallentare: entro il 2030 si prevede un totale di 5.500 GW di capacità aggiuntiva, con il fotovoltaico e l’eolico che rappresenteranno il 95% della nuova produzione.

Nonostante questi numeri incoraggianti – secondo un’analisi della Energy Service Company Renovis – l’obiettivo globale di triplicare la capacità rinnovabile al 2030 rimane sfidante. Attualmente, solo 14 Paesi hanno fissato target espliciti nelle loro strategie climatiche presentate alla Cop28.

Tuttavia, secondo un rapporto di Global Energy Monitor e Crea, quasi 70 nazioni, che rappresentano l’80% della capacità globale, sono sulla buona strada per raggiungere o superare i propri target.

I paradossi della transizione energetica globale

Se da un lato la Cina è il principale investitore nelle energie rinnovabili, dall’altro continua a espandere la sua capacità di produzione da carbone. Nel 2023 ha avviato la costruzione di 114 GW di nuove centrali a carbone, con 70 GW già operativi, segnando un’accelerazione rispetto agli anni precedenti.

Dal 2022 ha autorizzato 218 GW di nuovi impianti a carbone, mettendo in discussione il proprio impegno per la riduzione delle emissioni prima del 2030 (fonte Global Energy Monitor & Crea).

Negli Stati Uniti, fa notare ancora Renovis, nonostante gli investimenti nelle rinnovabili, le recenti decisioni politiche hanno generato incertezza. L’amministrazione Trump ha sospeso per 90 giorni i finanziamenti federali dell’Usda destinati ai progetti di energia pulita, rallentando l’attuazione dell’Inflation Reduction Act, fondamentale per la decarbonizzazione del Paese.

Dal canto suo, l’Unione europea ha fissato obiettivi ambiziosi con il Green Deal e il pacchetto Fit for 55, che puntano a ridurre le emissioni del 55% entro il 2030 e a rendere il continente carbon neutral entro il 2050.

Tuttavia, secondo uno studio del think-tank indipendente Ember, solo 8 governi su 96 nel mondo hanno aggiornato i loro obiettivi nazionali per il triplicamento delle rinnovabili, evidenziando un ritardo strategico che potrebbe compromettere il raggiungimento degli obiettivi climatici.

In Italia è crescita record, ma gli obiettivi sono ancora lontani

Nel 2024, la produzione elettrica da fonti rinnovabili in Italia ha superato per la prima volta quella da fonti fossili. Secondo Terna, nei primi sei mesi dell’anno le rinnovabili hanno coperto il 41,2% del fabbisogno elettrico nazionale, con il fotovoltaico in crescita del 19,3% e la produzione idroelettrica aumentata del 30,4%.

Tuttavia, la capacità installata attuale non è sufficiente per raggiungere il target del 72% di generazione rinnovabile entro il 2030, fissato dal Pniec.

I principali ostacoli alla crescita del settore in Italia, come evidenzia Renovis nella sua analisi, riguardano i punti seguenti.

  • burocrazia e tempi lunghi per le autorizzazioni: le procedure per installare nuovi impianti richiedono ancora anni, rallentando gli investimenti
  • mancanza di infrastrutture di accumulo: attualmente, solo un terzo dei paesi sta perseguendo strategie per lo stoccaggio dell’energia, con una capacità installata globale di appena 284 GW rispetto ai 1.500 GW necessari
  • dipendenza tecnologica dalla Cina: Pechino controlla il 60% della capacità produttiva mondiale di pannelli solari e turbine eoliche, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza degli approvvigionamenti

La transizione energetica è ancora da completare

Sebbene il settore delle rinnovabili stia crescendo più velocemente del previsto, il divario tra le ambizioni climatiche e la realtà operativa resta significativo.

Il mondo ha oggi una doppia responsabilità: da un lato, i Paesi più industrializzati devono accelerare la transizione, consapevoli del loro storico impatto ambientale. Dall’altro, devono sostenere le economie emergenti con investimenti in tecnologia, infrastrutture e formazione per garantire una transizione giusta e globale.

In Italia, il Pniec e il Pnrr rappresentano strumenti chiave per il futuro energetico del Paese. Tuttavia, senza riforme burocratiche incisive e un piano strutturato per l’accumulo energetico, l’obiettivo del 72% di energia rinnovabile entro il 2030 potrebbe rimanere fuori portata.

La sfida è chiara: trasformare la crescita delle rinnovabili in un cambiamento sistemico, capace di garantire sicurezza energetica e sostenibilità a lungo termine.

Crediti immagine: Depositphotos





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