Rinnovabili all’attacco: “No al nucleare: costoso, impraticabile e rischioso”



Vuoi leggere questo articolo senza pubblicità? Entra qui e abbonati a Vaielettrico Premium


Accelerare sulle rinnovabili, non al nucleare. La coalizione denominata “100% rinnovabile network” ha presentato la sua proposta per il futuro energetico dell’Italia che punta su eolico e fotovoltaico. E si schiera contro un possibile ritorno di una stagione “atomica” in Italia

Diciamo subito che si tratta di una coalizione trasversale, di cui non fanno parte solo associazioni ambientaliste. All’interno di ‘100% Rinnovabili Network‘ ci sono università e centri di ricerca, mondo delle imprese e del sindacato. Ma anche associazioni del terzo settore come la Fondazione per lo sviluppo sostenibile. Oltre a Greenpeace Italia, Kyoto Club, Legambiente e WWF Italia.

“Una forte penetrazione dell’energia elettrica”

Insieme hanno presentato a Roma il Rapporto ‘Elementi per un’Italia 100% rinnovabile‘. Nel testo si fa il punto della transizione energetica in Italia “con il supporto di una vasta e aggiornata documentazione”. Con quale risultato? Il quadro complessivo richiede “un cambiamento nei vettori energetici con una forte penetrazione dell’energia elettrica. E un cambiamento nella struttura degli usi finali“.

Ovviamente la coalizione ritiene che “per promuovere una decarbonizzazione veloce e a basso costo occorre puntare su un forte sviluppo del solare e dell’eolico. Integrati fra loro in modo da utilizzare in sinergia la diversa produzione stagionale“.

Il documento è stato presentato nel giorno dell’anniversario dell’incidente nucleare di Fukushima. Non a caso, oltre che una spinta alle rinnovabili, il documento si propone di mettere in evidenza tutte le contraddizioni del ritorno del nucleare in Italia. Un progetto che è stato oggetto di una severissima critica: “Scelta impraticabile, troppo costosa e rischiosa.

“Meglio le rinnovabili, i costi per la costruzione di una centrale nucleare sono molto elevati e i tempi lunghissimi”

Le ragioni dell’opposizione al ritorno del nucleare in Italia, su cui sta puntando molto il governo Meloni, è articolato in più punti. Primo aspetto negativo: “Il declino di questa tecnologia. Dopo il picco, circa il 17% della produzione elettrica mondiale, raggiunto al termine del secolo scorso, è iniziato un trend discendente. Che ha portato il contributo del nucleare a calare fino al 9,2% nel 2022“.

Come secondo punto rilevante “i costi molto elevati e i tempi di costruzione lunghissimi. Come dimostrano le esperienze di Flamanville in Francia, Olkiluoto in Finlandia e Hinkley Point in Gran Bretagna“.

Inoltre, si segnala come “le centrali nucleari a fissione dell’uranio generano isotopi altamente radioattivi. Con tempi di dimezzamento della radioattività che, per il plutonio, arrivano a 24 mila anni. Generano quindi combustibile esaurito, scorie e rifiuti nucleari pericolosi, difficili e costosi da gestire“.

La Russia detiene il 36% della capacità globale di conversione dell’uranio e il 46% della capacità di arricchimento

Infine, la questione materia prima. “L’Italia non dispone né di uranio né di impianti di arricchimento e produzione del combustibile nucleare che è costoso e andrebbe importato. Probabilmente dalla Russia che detiene il 38% della capacità globale di conversione dell’uranio e il 46% della capacità di arricchimento“.

La coalizione “100% Rinnovabile Network, pertanto, punta tutto sulle rinnovabili. A loro dire, il potenziale eolico italiano è più che sufficiente per far fronte al forte fabbisogno della decarbonizzazione in modo integrato con una forte crescita del solare a terra. E risponde anche alle critiche di chi fa osservare come le rinnovabili (fotovoltaico in particolare) “consuma molto suolo“.

“I paesaggi sono sempre storicamente cambiati”

Occorre tenere ben presente che i paesaggi sono sempre storicamente cambiati e che attualmente non è sostenibile un’estetica del paesaggio che prescinda dalla responsabilità di concorrere alla mitigazione di una crisi climatica dagli esiti devastanti. I processi autorizzativi devono essere rapidi e coerenti con la necessità di accelerare la transizione“, si legge in una nota.

Poi una critica al governo che con una serie di decreti ha messo una serie di vincoli sullo sviluppo delle rinnovabili sul territorio italiano. “La tendenza a estendere aree inidonee per gli impianti eolici e solari va contrastata, fatta eccezione solo per aree di particolare valore naturalistico, culturale, storico e paesistico”, sottolinea lo studio della coalizione di associazioni“.

– Iscriviti alla Newsletter e al nostro canale YouTube –





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link