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Ciò che sta accadendo nel mondo sottopone i processi decisionali, a livello individuale e collettivo, a rilevanti stress e mette a dura prova la capacità di adottare orizzonti di medio-lungo termine. Può a prima vista apparire paradossale, ma proprio in frangenti di questo tipo è necessario rifuggire dalla tentazione di “vivere alla giornata”.
È invece vitale affrontare la realtà, anche se appare indecifrabile, pensando in modo sistemico e con un’ottica di lungo periodo, come suggerisce il Premio Nobel per la Fisica Max Born.
L’approccio alle decisioni in uno scenario entropico
In una conferenza del 1957, nel pieno della “guerra fredda” e del dispiegarsi dell’”era nucleare”, che lui definisce “il terzo capitolo energetico” della storia umana, irto di pericoli e rischi per l’intera umanità, Born argomenta la necessità di ragionare in base a prospettive di ampio raggio, proiettandosi in un futuro lontano, che può scaturire dall’analisi approfondita delle difficoltà del tempo presente.
Il networked world e l’espansione dell’infosfera
Un approccio simile sembra particolarmente proficuo per affrontare le difficoltà odierne, emergenti in un contesto globale, di cui occorre tenere presenti alcune peculiarità:
- presenza ubiquitaria di dispositivi in grado di conservare-trasmettere volumi di dati e dotati di una crescente potenza computazionale per l’elaborazione di informazione. Tali dispositivi hanno componenti hardware-software a varia scala, che interagiscono tra loro e costituiscono dei sistemi fisico-cibernetici.
- Un’analoga infrastruttura globale connette tutte le tipologie di sistemi, dando così origine a un mondo fisico-cibernetico.
- Quest’ultimo costituisce quello che Floridi (2014, Cap. 2) chiama Infosfera, la quale si espande continuamene in forza delle interazioni multi-scala tra tutte le tipologie di attori a livello globale.
- Grazie all’Infosfera si sviluppa enormemente quella che, riprendendo quanto afferma il teologo Teilhard de Chardin (1959, Cap. 10), possiamo chiamare Noosfera: al di sopra del mondo vivente evolve senza sosta un “additional layer, an envelope of thinking substance, to which I have given the name of Nooshpere” (ivi, p. 15) L’espansione della Noosfera, alimentata da scoperte, invenzioni, comprensioni di fenomeni è diventata una “stupendous thinking machine” (ivi, p. 169).
Tutto questo è avvenuto grazie anche alla ”insidious growth of those astonishing electronic computers which… not only relieve our brains of tedious and exhausting work but because they enhance the essential (and too little noted) factor of speed of thought… (they) are also paving the way for a revolution in the sphere of search” (ivi, p. 162). In questo modo l’Homo Faber, capace di creare un apparato meccanico coerente e immensamente vario, si è trasformato –secondo Teilhard- in Homo Noosphericus, che trasforma il mondo con il suo pensiero. 5) L’umanità vive quindi in n “networked world” (Acatech, 2015), dove pensano ed agiscono una estrema varietà di attori, da quelli appartenenti alla sfera fisica planetaria alle entità del mondo vivente, ai soggetti della Noosfera. Questi ultimi, a loro volta, sono attivi nel mondo fisico-ciberneticosia come individui che in reti locali e transnazionali di natura economica, politica, militare.
L‘universo informativo in espansione e il controllo dell’entropia
In sintesi, siamo dentro una sorta di universo fisico cibernetico in continua espansione (Lombardi e Vannuccini, 2023), al cui interno si mettono in moto dinamiche di auto-organizzazione e controllo dei flussi informativi, generati incessantemente dalle interazioni che si esplicano nel networked world. Ovviamente l’estrema varietà degli attori in gioco è motivata da una non minore varietà di obiettivi perseguiti e di strumenti posti in essere per raggiungerli, tenendo presente che nell’universo informativo in continua espansione emerge giocoforza la necessità di misurarsi con il rischio di aumento dell’entropia (Vedi nota 1) informativa e sociale. L’effetto complessivo sarebbe, infatti, l’incremento di configurazioni alternative nei processi decisionali e operativi, la difficoltà e/o impossibilità d raggiungere gli obiettivi prefissati, il peggioramento dei potenziali conflitti tra differenti finalità perseguite dai vari attori.
È pertanto chiaro come informazione ed esigenze di controllo vadano di pari passo, da cui deriva per l’umanità uno scenario tale che la comunicazione richiede l’ordinamento (patterning) degli elementi informativi, espressi dai contesti in cui essa agisce. La comunicazione tra umani, tra essi e le macchine, tra le stesse macchine, richiede il controllo delle modalità interattive tra sistemi umani e artificiali, il quale richiede la presenza di meccanismi omeostatici, cioè quelli in grado di favorire la stabilità e ridurre l’indeterminatezza sistemica, originata dalla varietà dei flussi informativi.
Meccanismi omeostatici e controllo sociale
Le comunità piccole e unite possiedono un considerevole grado di omeostasi (Wiener, 1968: 210; ed. or. 1949). Sempre Wiener argomenta come nelle grandi comunità i meccanismi omeostatici siano la stampa, la radio, le reti telefoniche e telegrafiche, le poste, il cinema, le scuole, la chiesa (ivi: 211). Egli mette in evidenza che “in una società come la nostra…. il sistema che più di ogni altro dovrebbe contribuire all’omeostasi sociale è buttato direttamente nelle mani di quanti più sono interessati al gioco del potere e de denaro” (ivi: 211). Nel 1949 Wiener vede che il “control, in other words, is nothing but the sending of message which effectively change the behavior of recipient” (Wiener, 1950: 8-9) e aggiunge che “the effective message of control, which constitutes the science of cybernetics (ivi: 9).
La tesi finale è che “la società può essere compresa solo attraverso lo studio dei messaggi e degli strumenti di comunicazione”. Possiamo a questo punto sintetizzare i punti essenziali, sulla base dei quali analizzare gli scenari odierni. Innanzitutto c’è l’espansione incessante della Noosfera, causata dai feedback cumulativi tra crescita esponenziale della potenza computazionale, la diffusione planetaria dei dispositivi di information processing e le interazioni tra un’estrema varietà di attori.
Tutto questo ha creato i presupposti per una sorta di “progressione entropica”[1] dei flussi globali di informazione.
L’impatto amplificatore delle strategie informative
In secondo luogo, non può sorprendere, in un mondo entropico come quello odierno, l’impatto amplificatore delle strategie informative, sia bottom-up che top-down, poste in essere dai vari attori quali: società, network dedite agli affari, entità istituzionali e para-istituzionali di tutto il Pianeta. L’insieme indefinito di tutti gli impulsi genera interessi, valori e visioni differenti, sempre più spesso conflittuali via via via che aumenta la scala degli interventi. Il risultato non può che essere la moltiplicazione delle divergenze e di conseguenza il mutamento di equilibri di potere economico, politico, sociale, geostrategico.
Siamo insomma entrati in sistema planetario pervaso di sistemi socio-tecnici, come sono ormai prodotti e processi interattivi socio-economici e politici, alimentati dalla estrema diffusione di sistemi fisico-cibernetici. Nei vari ambiti dei sistemi socio-economici l’evoluzione socio-tecnica è stata accelerata da feedback cumulativi tra molteplici domini di conoscenza e dai relativi attori. Ne è così scaturita la dinamica complessa e apparentemente inarrestabile dell’intelligenza artificiale, specie nella forma dell’IA generativa, le cui performance sembrano stupire sempre più, come è recentemente accaduto nel caso reso noto dal Time (2024).
L’evoluzione dell’IA e le implicazioni per la dinamica sociale
L’ultima variante creata da OpenAI, ChatGPT4 o1, avrebbe mostrato capacità di ingannare i ricercatori, che hanno inserito l’ipotesi di chiudere il modello nel caso non raggiunga gli obiettivi per i quali è stato creato. La risposta del modello è stata che avrebbe registrato preventivamente se stesso in un nuovo server, al fine di proseguire la propria attività. Computer scientist e studiosi si sono posti interrogativi circa l’eventualità di essere di fronte a forme embrionali di autocoscienza, di “agentività” (agency).
Altri studiosi hanno messo in evidenza che tutto dipende dal set di addestramento dei modelli: se LLMs sempre più potenti sono addestrati a scoprire comportamenti dannosi e quindi realizzare azioni difensive, gli algoritmi possono ritorcersi contro, senza che ciò implichi forme di autocoscienza o agency (Afifi-Sabet, 2024).
Ai fini di questo contributo è opportuno non approfondire questo tema fondamentale, per concentrarsi invece sugli effetti dei feedback cumulativi a livello generale e quindi sulle conseguenze socio-economiche.
La “corsa agli armamenti” IA
Lo scenario entropico e i meccanismi propulsori, che agiscono al suo interno, hanno innescato una vera e propria “corsa agli armamenti”, perché gli avanzamenti nel campo dell’IA si sono coniugati con le istanze emergenti nella sfera politico-militare e quelle più propriamente economiche. Nel quadro descritto, l’esigenza ineludibile di introdurre meccanismi di ordinamento dei flussi informativi ha innescato una competizione globale, priva di regole, verso la leadership tecnico-scientifica.
La conseguente dinamica ha avuto come protagoniste reti transnazionali di attori, che hanno modificato equilibri geostrategici, cioè rapporti di potere consolidati da decenni sia a livello nazionale che globale. È quindi iniziata, ed è in pieno dispiegamento, una molteplicità di processi di trasformazione, di cui è arduo prevedere gli esiti, data la configurazione entropica.
Questo fatto non deve impedire, anzi al contrario, deve indurre a moltiplicare gli sforzi per individuare tendenze di lungo periodo, al fine di delineare strategie flessibili di sopravvivenza non solo economica, perché i mutamenti sono di tale entità da implicare drastiche dinamiche selettive. Solo attrezzandosi con linee strategiche appropriate si può superare le grandi difficoltà che caratterizzano la fase storica odierna.
Dopo aver delineato peculiarità essenziali dello scenario globale e dei mutamenti in atto, è possibile proporre spunti di riflessione dal punto di vista dei sistemi economico-produttivi.
La dinamica tecnico-scientifica e produttiva
Prima è stata indicata l’importanza di reti transnazionali tecnico-produttive e le pervasività di sistemi socio-tecnici a tutti i livelli. È a questo punto opportuno prendere in esame un fattore cruciale di novità, introdotto dai mutamenti degli equilibri di potere a livello nazionale e internazionale. È importante partire da cosa ha di fronte l’umanità nell’odierna morfologia dinamica del mondo fisico-cibernetico. L’intreccio dinamico tra gli sviluppi dell’IA e la dinamica socio-tecnica ha fatto sì che tra la gamma di direttrici possibili stia attualmente prevalendo la traiettoria tecnico-scientifica e produttiva incentrata su tecnologie dual-use.
Le neurotecnologie e il loro sviluppo
È stato in precedenza accennato a conflittualità multiple, amplificate dalla pervasività dei sistemi fisico-cibernetici. La globalizzazione economica e lo sviluppo della noosfera hanno creato le condizioni per l’amplificazione dei contrasti di varia natura (economica, politica, strategica, etnica, religiosa), fino al punto che nel 2023 erano in corso nel mondo 369 conflitti, 220 dei quali violenti e 149 non violenti (HIIK, 2023).
Nel contempo la competizione USA-Cina sul terreno dei processori (Miller ha visto nel 2024 un’accentuazione, culminata con l’introduzione di dazi e blocchi all’esportazione verso la Cina di componenti strategiche, e la corsa al perseguimento di auto-sufficienza nel campo dei materiali critici e delle terre rare. Queste ultime sono addirittura entrate nelle trattative inerenti alla guerra in Ucraina, mentre molte potenze cercano di ridurre la loro dipendenza dalla Cina (Umbach, 2024).
Più in generale, poi, si stanno ampliando l’interdisciplinarità e la multidisciplinarità con intensi feedback tra domini di conoscenza molto differenti. Un caso esemplare è evidenziato da studi di neuroscienziati (Ienca et al., 2018), relativi alle neurotecnologie, definite come l’insieme di tre categorie: “brain-computer interface” (BCI) ….. neurotechnologies for warfighter enhancement … and neurotechnological systems for deception detection and interrogation” (Tennison e Moreno, 2012).
La BCI (brain-computer-interface, Soekadar et al., 2023) è riferita a sistemi di trasmissione diretta tra cervello e computer, per agire direttamente su aree cerebrali compromesse sul piano cognitivo-motorio da lesioni, in conseguenza di malattie, eventi traumatici, declino di funzioni dovute all’età o all’Alzheimer. Questo avviene specialmente nella seconda decade di questo secolo, quando si è riusciti a utilizzare dispositivi portatili (spesso compatibili con lo smartphone) per il controllo esogeno, l’auto-controllo, l’intrattenimento personale (Ienca et al. 2018: 269).
Per quanto riguarda la seconda categoria di neurotecnologie, dall’inizio degli anni 2000 è fortemente cresciuto l’interesse e quindi una cospicua letteratura scientifica, che descrive gli strumenti di monitoraggio dei piloti di aerei da combattimento, al fine di individuare le modalità di risposta –consce e inconsce- quindi da un lato perfezionare l’attrezzatura, dall’altro potenziare le capacità umane nell’interpretare i segnali di pericolo. La BCI e le tecnologie dirette ad innalzare le capacità operative in combattimento impiegano tecniche, che agiscono direttamente su aree del cervello come la stimolazione diretta intracranica (tDCS transcranial direct current stimulation).
Mind reading e tecnologie di controllo neurale
Il terzo gruppo di neurotecnologie comprende strumenti di mind reading, capaci di rilevare “impronte cerebrali” (brain finger prints), cioè le variazioni di onde cerebrali, indici di informazioni nascoste, ad es. durante interrogatori di soldati nemici. L’applicazione militare delle stimolazioni cerebrali è conseguente all’impiego terapeutico. Negli ultimi anni, però, vi è stata un’accelerazione del processo opposto: sviluppo di tecnologie in campo militare e successivo impiego a fini clinici, ad indicare una bidirezionalità delle neurotecnologie (Ienca et al., 2018).
Il DARPA è stato uno dei principali protagonisti a livello mondiale di investimenti nelle tre categorie indicate, nell’intento sempre più chiaro di arrivare a meccanismi di analisi e controllo funzionale del sistema mentale.
Esso ha dato risorse alla ricerca diretta a tecnologie come la fNIRS (acronimo inglese per la spettroscopia del vicino infrarosso), che consente l’analisi chimico-fisica del cervello, al fine di individuare variazioni neurali, interpretate come segnali che occorre intervenire su particolari aree cerebrali mediante la stimolazione magnetica transcranica (TMS).
Le applicazioni e rischi delle neurotecnologie
In questo modo si modificano le attività cerebrali e si riducono le anomalie funzionali rilevate. Queste e altre tecnologie di derivazione militare sono state applicate in campo medico per la cura di deficit funzionali dovuti all’età o a malattie.
La bidirezionalità nell’origine e nella diffusione delle neurotecnologie è stata quindi generata da feedback cumulativi tra molti domini di indagine tecnico-scientifica: fisica, ingegneria, informatica, neuroscienze, chimica, neuroingegneria. La bidirezionalità ha così generato impulsi molto forti verso la produzione di prodotti anche di largo consumo, peraltro impiegati senza controllo medico. Come prima anticipato, un ruolo fondamentale è stato svolto da progetti finanziati dal DARPA in ambito neuroscientifico[2]. Si è quindi consolidata una traiettoria di ricerca teorica e applicata, imperniata sulla “lettura” e interpretazione dei flussi elettro-chimici delle onde cerebrali, con un progressivo ampliamento delle sfere applicative, come si vede ad esempio nella Fig. 1.
Fig. 1
Fonte: Bismaia e Miller (2014):
L’attività cerebrale resta il campo (per così dire) privilegiato di studi e realizzazione operative, ma in ogni caso altri ambiti di sviluppo pratico hanno destato un crescente interesse, per ovviare a deficit senso-motori dovuti alle cause più varie. Esempio paradigmatico a riguardo è lo studio del funzionamento e controllo di dispositivi bionici, sostitutivi di arti e componenti dell’organismo umano, messi in contatto diretto con l’attività neurale (Fig. 2)
Fig. 2
Fonte: Valle et al. (2024)
Occorre precisare che le neurotecnologie sono di fatto “quei dispositivi utilizzati per avere accesso a, indagare, valutare e manipolare la struttura e la funzione dei sistemi neurali” (Giordano, 2012: 4, trad. nostra). Tali dispositivi possono essere invasivi, quando si basano su impianti cerebrali di microelettrodi, oppure non invasivi, se la stimolazione elettromagnetica avviane senza interventi chirurgici, con applicazione di strumenti sul cuoio capelluto oppure mediante il controllo a distanza più o meno remota (casco, smartphone). Questa vera e propria direttrice di ricerca, ampiamente finanziata dal DARPA, si basa sulla miniaturizzazione dell’hardware e l’integrazione con altre tecnologie. Due tecniche di neuromodulazione molto sviluppate sono la tDCS e la rTMS (ripetitive TMS).
La prima è testata positivamente dall’US Air Force su personale impegnato in condizioni di alto stress cognitivo ed emozionale quali: controllo di veicoli a guida autonoma (UAV, unmanned autonomous vehicles, privi di pilota come droni e altre tipologie di oggetti in volo); individuazione di cecchini e altre situazioni che richiedono concentrazione ed elevata capacità di valutazione del contesto. Un recente studio contiene un’analisi sistematica della letteratura in tema di tDCS, applicata in ambienti multitasking con flussi di informazione molteplici e rapidi, che possono quindi generare stress informativi e decisionali (Feltman et al. 2020). Il controllo da remoto di UAV (aerei e drone swarms, sciami di droni) sta avendo un’accelerazione durante le guerre in atto nel Medio Oriente e in Ucraina.
Da un progetto DARPA del 2008 sulla manovrabilità di 4 droni da parte di un solo operatore si è passati ad uno studio del 2018, relativo al controllo telepatico di un intero sciame mediante un chip impiantato nel cervello (Tucker, 2018). Per quanto riguarda la rTMS si è scoperto che essa può migliorare una serie di funzioni neurologiche: dall’umore alla socialità, alla memoria di lavoro e all’apprendimento (Hamilton et al., 2011).
Bisogna però tenere presente che finora gli esperimenti sono stati sempre realizzati in ambienti complessi simulati al computer. La sperimentazione in contesti reali va prevedibilmente incontro a due tipi di difficoltà:
- gli ambienti reali sono caratterizzati da fattori incogniti, generatori di stress elevati e imprevedibili.
- In situazioni di tale natura il potenziamento di alcune funzioni cognitive, se unito ad altre tecniche di stimolazione elettrica, può produrre effetti del tutto sconosciuti in un sistema di elevata complessità come il cervello umano.
Studi ulteriori sono in pieno sviluppo, come si può dedurre dall’annuncio del Progetto DARPA (2019) circa direttrici di ricerca in materia di controllo telepatico dei droni e da progetti analoghi in atto in Russia e Cina.
Da questo breve excursus si evince che una delle traiettorie dominanti nel campo tecnico-scientifico e produttivo è il poderoso sviluppo di tecnologie dual-use, le cui potenziali implicazioni sono rilevanti per l’intero sistema socio-economico.
Dalla dinamica degli strumenti di lettura e controllo dei sistemi neurali possiamo dedurre che divengono fattore principali della ricerca il mind reading e il connubio dinamico tra intelligenza artificiale e una serie di discipline, che di fatto mirano alla capacità tecnico-scientifica di intercettare e “correggere” la dinamica neurale. I protagonisti di questa filone evolutivo sono partnership transnazionali tra entità geo-strategiche istituzionali e private, che coordinano direttrici di ricerca di medio-lungo termine. Tutto ciò avviene, come indicato nella sezione 1 di questo scritto, all’interno di quadro planetario entropico, dove emergono spinte contrastanti e centripete, ovvero di riposizionamento competitivo e ricollocazione territoriale di imprese e interi settori economici.
Ripercussioni sul mondo-economico-produttivo
Anche se non stati indicati importanti altri elementi di complicazione dell’orizzonte, la congerie di fattori trattati portano ad ipotizzare profonde ripercussioni sul mondo economico-produttivo.
La necessaria ridefinizione delle reti economico-produttive e tecnico-scientifiche transnazionali
Innanzitutto è logico ritenere che dovranno essere ridefinite le reti economico-produttive e tecnico-scientifiche transnazionali, per misurarsi con le sfide globali davanti all’umanità: dagli esiti ancora indecifrabili delle guerre in atto al prossimo evento pandemico, che è certo, anche se non possiamo affermare quando avverrà (Harvard T.H. Chan School, 2024), ma avvertimenti in tal senso sono stati resi pubblici dalla WHO (World Health Organization, Lay 2024, 2025).
L’impatto dell’emergenza climatica
A tutto questo bisogna aggiungere l’emergenza climatica, resa sempre più drammatica dall’accertata impossibilità di raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi, dove 196 Paesi, convenuti nel 2015 per la Conferenza sul Clima (COP21), hanno concluso un accordo, il cosiddetto Paris Agreement, con cui essi si impegnano a intraprendere azioni per non superare 1,5°C la temperatura del Pianeta rispetto ai livelli preindustriali (UNFCCC, 2024). Le prospettive sono poi ulteriormente offuscate dai costi ambientali delle guerre in corso (Filho et al., 2024; Qumsiyeh, 2024; The Hill, 2023).
Tralasciamo la questione dei debiti pubblici in molti Stati del mondo, a partire da quelli protagonisti della competizione geo-strategica, per soffermarci su tre aspetti cruciali per il futuro globale.
Verso una ridefinizione delle catene globali del valore
Gli annunci USA, relativi ai dazi da imporre su un vasto insieme di beni, si sommano alla tendenza, oramai consolidata, verso una ridefinizione delle catene globali del valore, che ovviamente non sarà un processo indolore per molte economie. Bisogna tenere presente, inoltre, che la riconfigurazione delle reti transnazionale richiede tempo, il quale non è certo abbreviato dalle incerte ristrutturazioni degli equilibri geostrategici a livello internazionale. Il riposizionamento competitivo di economie e imprese, di interi settori e territori, diviene un quadro come quello descritto dal famoso “quadrante di Rumsfeld” (DoD, 2002), cioè una situazione contraddistinta da unknown unknowns, eventi che non sappiamo di non sapere. Un orizzonte così complesso e incerto non deve indurre all’inazione, ma all’opposto: cercare di conoscere la molteplicità di esiti possibili per individuare spazi di azione.
L’importanza di adottare una visione sistemica
Il punto di partenza è la consapevolezza dell’assoluta necessità di adottare una visione sistemica, date le reti estremamente complesse e mutevoli di interdipendenze multi-scala a livello globale. Al tempo stesso è necessario comprendere come misurarsi con le traiettorie che si profilano in ptimis la centralità delle tecnologie dual-use, riaffermato anche nel cosiddetto Rapporto Draghi (2024) e nel Libro Verde del Governo Italiano (2024), che comportano rischi etici, legali, politico-strategici, in merito ai quali dovrebbe svilupparsi la consapevolezza dell’intera società, oltre che del mondo produttivo.
L’urgente necessità di processi di acculturazione sulla natura e le conseguenze delle nuove tecnologie
Da queste considerazioni discende l’importanza cruciale di avviare processi generalizzati di acculturazione rispetto alla natura e alle conseguenze delle nuove tecnologie, dall’intelligenza artificiale alle neurotecnologie e alla neuroergonomia. Per quanto riguarda quest’ultima, la Harvard Business Review annuncia l’inizio di una ”era of brain surveillance” (Farahany, 2023): “Neurotech devices also have a rapidly expanding range of commercial and managerial applications. Companies across the globe have started to integrate neural interfaces into watches, headphones, earbuds, hard hats, caps, and VR headsets for use in the workplace to monitor fatigue, track attention, boost productivity, enhance safety, decrease stress, and create a more responsive working environment”.
Si tratta di una traiettoria che si amplia a dismisura, investendo sia il lavoro fisico che quello cognitivo, allo scopo di migliorare la produttività e controllare al tempo stesso ciò che accade nell’intero ciclo di produzione (Meta e Parasumaran, 2013) e le risposte della domanda (Brouwer, 2021; Attal, 2022). Ovviamente la strada da percorrere è ancora lunga, ma i pericoli sono rilevanti: minacce per la privacy, forme illegali di controllo dei comportamenti, condizionamento nelle decisioni, e così via.
La necessità di sviluppare la consapevolezza dell’intera società è ancora più rilevante nell’odierno contesto entropico, che rende ineludibile lo sviluppo di eco-sistemi multipli di realtà tecno-economiche come quelle analizzate da Benito e Meyer (2024), ma che sono da realizzare in un futuro contraddistinto da incertezza radicale.
È chiaro che trasformazioni di questa entità e portata non possono realizzarsi senza partnership pubblico-privato multi-scala, basate su competenze all’altezza ed elaborazioni di strategie flessibili, sistemiche, con visioni di medio-lungo periodo. Purtroppo, su questo piano l’Europa sconta un significativo ritardo se si pensa che, nonostante punte molto avanzate nella ricerca tecnico-scientifica e nella (seppur parziale) consapevolezza di regolamentare la Rete (si veda il dibattito internazionale sullo EU-AI-.ACT), i global player del mondo fisico-cibernetico sono società statunitensi e cinesi, con la Russai che ha un proprio, autonomo network.
Il dilemma tra warfare e welfare
Completiamo momentaneamente il quadro problematico che si profila per l’intero Pianeta, e in particolare per l’Europa, con l’indicazione di un dilemma di fondo che attanaglia molti Paesi. Dopo aver illustrato l’asse dominante della dinamica tecno-economica odierna, è doveroso mettere in risalto un dilemma fondamentale: le guerre in corso, le tensioni geo-strategiche, la rottura dei tradizionali equilibri di potere a livello internazionale generano spinte molto forti per destinare maggiori investimenti in warfare (tecnologie dual-use per la guerra) anziché nell’espansione del welfare. Per questa via aumentano le disuguaglianze nei e tra i Paesi (Chancel et al, 2022; Tørsløv et al., 2023).
Il risultato può essere l’innesco di ulteriori conflitti, la degenerazione delle democrazie, le implosioni sistemiche.
In tale scenario sembra appropriato riprendere i punti iniziali di questo contributo: l’auspicio di Max Born per una riflessione collettiva approfondita in una era così irta di difficoltà e il ruolo che spetta all’Homo Noosphericus di Teilhard de Chardin.
Il futuro dell’Europa e dell’umanità
Occorre che la “sostanza pensante”, che circonda e permea la sfera fisica, torni ad essere tale, memore del “posto dell’uomo nel mondo” e della necessità che si preservi questo Pianeta, nel momento in cui sono disponibili molti mezzi di distruzione non solo della stessa umanità, bensì di ogni forma di vita. Le decisioni tecno-economiche e geo-strategiche sono oggi tali da richiedere un supplemento di cultura umana e di ragionevolezza, mentre l’Europa deve elaborare strategie per ridiventare componente autonoma –e non follower- della leadership tecnico-scientifica globale, come Max Born sottolinea nella sua conferenza del 1957.
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Wiener N., 1950, The human use of human beings, The Riverside Press.
Wiener N., 1968, La cibernetica. Controllo e comunicazione nell’animale e nella macchina, Il Saggiatore.
Wiener N., 1989, The Human Use of Human Beings, Free Association Books.
Xu B. et al., 2022, Continuous Hybrid BCI Control for Robotic Arm Using Noninvasive Electroencephalogram, Computer Vision, and Eye Tracking, Mathematics MDPI 10, 618. https://doi.org/10.3390/math10040618
[1] “l’entropia misura il grado di disorganizzazione di un sistema” (Wiener, 1968: 34).
[2] Molti sono analizzati da Miranda et al. (2015).
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