«Mentre scherzate noi ci avveleniamo»

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito


Dopo la condanna dell’Italiav sulle bonifiche mancate, i cittadini chiedono risposte, trasparenza e il registro dei tumori. Intanto in questi giorni è arrivato il commissario

La Terra dei fuochi brucia ancora, e il prezzo maggiore lo pagano gli invisibili. Sono passati tre decenni da quando si è iniziato a parlare di veleni tossici in Campania, il tema è tornato di attualità nelle scorse settimane dopo una storica sentenza della Corte europea dei diritti umani.

La Cedu ha condannato lo Stato italiano imponendo interventi tempestivi per dare risposte alle comunità. Il primo atto del governo è stato quello di nominare un nuovo commissario unico per le Bonifiche, il generale Giuseppe Vadalà. È un film già visto, il commissariamento della gestione dei rifiuti ha rappresentato un vero e proprio buco contabile e ricorda una stagione fallimentare a Napoli e in Campania.

Ma mentre la politica agita la monnezza come tema elettorale in vista delle regionali cosa succede nei territori? A Napoli est vivono circa 117mila persone tra i quartieri di Ponticelli, San Giovanni a Teduccio e Barra.

Il viaggio inizia in una stradina periferica circondata da terreni coltivati in parte coperti da lamiere di ferro, a pochi metri dal cimitero di Barra. Ci sono rifiuti visibili ovunque, ma fino a pochi mesi fa qui c’era solo un nastro a delimitare un’area sotto sequestro e una discarica a cielo aperto tra roghi di rifiuti e spazzatura abbandonata. Al posto della discarica ora troviamo un escavatore e alcuni grossi sacchi bianchi: nel novembre scorso è iniziata un’operazione di bonifica dall’amianto. È un luogo che racconta quanto difficile sia avviare e concludere un’operazione di messa in sicurezza e rilancio di un territorio.

Una volta qui sorgeva un campo rom autorizzato, dotato di servizi essenziali e monitorato da un presidio di Emergency. Il 10 agosto 2021 il campo è stato dato alle fiamme e i fumi sono stati respirati da tutta la comunità di Barra. Ora resta solo una piccolissima comunità rom di diciotto adulti e tredici minori: «Vivono in una discarica, non hanno corrente elettrica e prendono l’acqua da una fontanella esterna, sfidano le malattie e anche la morte perché non hanno alternative accettabili, sono invisibili», racconta la presidente di N:EA (Napoli: Europa Africa), Marisa Esposito.

Una volta dissequestrata, quella zona è diventata preda di una sequenza continua di roghi e di scarichi illegali, inclusi gli scarti di lavorazione delle attività manifatturiere in nero: è nata una discarica di circa 18mila metri quadrati. L’assenza di controlli ha permesso l’arrivo di un ulteriore killer silenzioso: l’amianto. A fine 2024 il comune di Napoli ha iniziato i lavori di bonifica con un fondo di 1 milione di euro. Per impedire che continuassero gli scarichi è stato costruito un muretto dotato di cancello all’ingresso del viale che porta alla discarica.

Inoltre il cantiere per la rimozione di rifiuti pericolosi si trova poco distante da tre scuole e a due passi dalla dimora della piccola comunità rom. L’assessore al Verde Vincenzo Santagada ci spiega che il primo milione di euro è servito per la rimozione di circa 100 tonnellate di terreno e rifiuti contaminati dall’amianto.

Ne sarebbero necessari altri quattro per eliminare tutti i rifiuti accumulati in circa venti anni di scarichi illegali e terminare le operazioni, mentre a breve dovrebbero arrivare almeno le telecamere per sorvegliare l’area. Ai lati della stradina, poco prima della discarica, ci sono orti privati con colture di ortaggi, di viti e piante di agrumi. «Il nostro piano è stato approvato dalla Asl, questo dovrebbe garantire la sicurezza di chi vive nelle vicinanze», conclude Santagada.

In attesa dei fondi l’altra questione, centrale anche nello storico pronunciamento della Cedu, è quella della trasparenza e dei dati sanitari. Spesso, quando esistono, sono dati generici. La zona est di Napoli è divisa in due Asl, quindi ci sono due registri tumori differenti. Ci sono dati di mortalità per tumore ai polmoni del 2022 del limitrofo comune di Portici, mentre i quartieri di San Giovanni, Barra, Ponticelli sono coperti dalla Asl Napoli 1 Centro, che non rilascia dati aggiornati e non sono distinti per distretto.

All’ingresso della stradina che aspetta la bonifica definitiva il comitato ha appeso uno striscione: «Mentre vuje pazziate nuje murimm avvelenat», mentre voi scherzate, noi moriamo avvelenati.

© Riproduzione riservata



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link