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Vorrei partire dal computer di bordo della nuova Volkswagen Passat 2.0 TDI da 150 CV che ho recentemente provato. Diamo un’occhiata ai numeri: 1221 km percorsi a una media di 65 km/h per una percorrenza di 22 km/l. Autonomia residua: 280 km. Vorrei però porre l’attenzione sulla frase che presente sul quadro strumenti che rischia di passare inosservata di fronte ai numeri: “da rifornimento di carburante“. La Passat che ho avuto in uso per una settimana è stata guidata per 1221 km a una media di 65 km/h percorrendo 22 km/l ed avendo ancora a disposizione 280 km di marcia teorica con un solo pieno di gasolio. Questo dato, che potrebbe apparire come una mera curiosità tecnica, mi invita a riflettere più in profondità: la sostenibilità è semplicemente una questione di propulsione ecologica o va valutata anche in termini di autonomia e utilizzo di risorse qualunque esse siano?
Il contesto attuale della mobilità sostenibile
La transizione verso un modello di mobilità sostenibile ha visto negli ultimi anni un forte impulso verso le auto elettriche, con l’obiettivo di ridurre le emissioni inquinanti e l’impatto ambientale. Tuttavia, non si può ignorare il fatto che la rete di infrastrutture per la ricarica non sia ancora omogenea e capillare in ogni area geografica, soprattutto per chi necessita di un’autonomia elevata e di rapidità negli spostamenti, come nel caso dei lunghi viaggi autostradali. Questa realtà solleva domande importanti su quali siano, al momento, le soluzioni più adatte a garantire un equilibrio tra efficienza, autonomia e sostenibilità ambientale.
Efficienza e autonomia: il punto di forza del diesel
I motori diesel di nuova generazione rappresentano oggi una valida alternativa per chi percorre lunghe distanze. Le innovazioni tecnologiche hanno consentito di ottimizzare il consumo di carburante, garantendo una maggiore autonomia e una riduzione dei tempi necessari per il rifornimento. La capacità di percorrere quasi 1.500 km con un solo pieno, come nel caso della Volkswagen Passat testata, evidenzia come l’efficienza del diesel possa tradursi in minori soste e, di conseguenza, in un’esperienza di viaggio più fluida e meno impegnativa. Queste caratteristiche risultano particolarmente vantaggiose per chi utilizza l’autostrada in maniera intensiva, dove la possibilità di coprire grandi distanze con un consumo ridotto rappresenta un valore aggiunto non trascurabile. Consumare meno carburante è, di base, un elemento di sostenibilità applicato e concreto.
Negli ultimi anni, i progressi nell’ingegneria dei motori diesel hanno portato a significativi miglioramenti non solo in termini di efficienza, ma anche di riduzione delle emissioni. Le nuove soluzioni tecnologiche permettono di ridurre i consumi e le emissioni nocive, contribuendo a mitigare l’impatto ambientale. È noto, ad esempio, che i motori diesel moderni emettono in media circa il 15-20% in meno di CO₂ rispetto ai motori a benzina della stessa categoria. Questa riduzione è un elemento fondamentale per chi valuta la sostenibilità del proprio veicolo nel lungo termine, considerando sia il consumo di carburante che l’impatto ambientale derivante dalle emissioni di anidride carbonica.
Confronto con le auto elettriche
Sebbene le auto elettriche rappresentino una soluzione promettente, soprattutto in contesti urbani e per chi può beneficiare di una rete di ricarica ben sviluppata, rimangono alcune criticità per chi percorre frequentemente autostrade e necessita di autonomie elevate. La necessità di ricariche frequenti e il tempo richiesto per ottenere una carica completa possono costituire un limite per chi ha esigenze di mobilità particolarmente impegnative. In questo scenario, il motore diesel, con la sua capacità di garantire lunghi tragitti senza interruzioni, si presenta come una scelta pragmatica, senza pregiudicare l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale e senza voler accusare l’automobile elettrica di essere una tecnologia soltanto ideologica e non evoluta. Le elettriche nei prossimi anni miglioreranno la loro autonomia – questo processo è già in atto – e la velocità di ricarica aumenterà significativamente.
Ma in questo momento, coloro che cercano un’automobile versatile e che sappia garantire consumi contenuti soprattutto in autostrada, non dovrebbero escludere il diesel a priori dalle loro prossime scelte di acquisto. E la politica non dovrebbe suscitare in loro il sentimento che il diesel sia – sempre a priori – la peggiore delle tecnologie di propulsioni oggi disponibili. Al contrario, se le Case continuassero a investire nel miglioramento dei propulsori, potremmo ricevere nei prossimi anni , e finché la transizione non sarà completata e credibile con le aspettative di utilizzo di tutti, dei motori (forse ibridi) a gasolio ancor più efficienti e capaci di assicurare percorrenze chilometriche persino migliori. E, com’è logico, minori consumi significa minore inquinamento. Non è forse questo il senso della sostenibilità?
Considerazioni finali
Ribadisco: non si tratta di liquidare il valore delle auto elettriche, che continuano a rappresentare una soluzione fondamentale per ridurre l’inquinamento nelle aree urbane, per promuovere l’uso di fonti di energia rinnovabile e rappresentano un potente volano per la sperimentazione di nuove tecnologie. Tuttavia, per chi ha l’esigenza – in questo momento – di viaggiare frequentemente su lunghe tratte autostradali, i motori diesel di nuova generazione offrono oggi una combinazione vincente di efficienza e sostenibilità.
La possibilità di coprire grandi distanze con un consumo ridotto, unitamente alla riduzione delle emissioni di CO₂ (circa il 15-20% in meno rispetto ai motori a benzina), evidenzia come, in determinate condizioni, il diesel possa rappresentare una scelta intelligente e sostenibile. In un panorama in continua evoluzione, è fondamentale mantenere una visione equilibrata e aperta, valutando ogni soluzione nel suo complesso e riconoscendo che la sostenibilità si declina in molteplici forme, ognuna delle quali risponde a specifiche esigenze e contesti di utilizzo.
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