investigazione e azione in un FPS a turni

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#finsubito


Da quando esistono i videogiochi, una delle tematiche preferite dagli sviluppatori è quella che ci vede alle prese con una versione evoluta del classico guardie e ladri; da sempre, infatti, i giocatori hanno potuto vestire le iconiche divise blu di mezzo mondo (ma spesso americane) in titoli che vanno dagli ormai iconici capitoli della serie SWAT ai più recenti Police Simulator.

Tra titoli scanzonati ed approcci più seri ce n’è per tutti i gusti; tuttavia, finora non avevo mai visto un titolo così particolare come Police Shootout. Infatti siamo in presenza di quello che viene definito dagli autori come FPS a turni; quasi una contraddizione in termini, visto che gli FPS sono per definizione titoli frenetici e adrenalinici. La prima impressione è quindi di trovarsi davanti all’ennesimo pessimo titolo poliziesco, devo dire però che una volta iniziato il gioco il risultato è per fortuna diverso.

 Vivo o morto tu verrai con me!

 La struttura del gioco di Games Incubator è peculiare: siamo in presenza di un titolo single player con elementi di investigazione e tattica.

Il gioco è suddiviso in missioni con un obiettivo iniziale (e principale), normalmente legato ad una richiesta di intervento; giunti sul posto non avremo a disposizione una zona open world da esplorare ma una mappa più o meno ristretta con una progressione sostanzialmente predefinita e lineare. Per certi versi potremmo dire che un gameplay così semplice potrebbe venire a noia ben presto, eppure (considerata anche la durata totale del gioco), il tutto funziona bene.

Come in una serie tv, abbiamo un’accenno di trama che lega le varie missioni del gioco: interpretiamo Scott Price, un polizio duro ma corretto alla ricerca del fratello scomparso. San Adrino, questo il nome della città nella quale ci troviamo ad operare, non è esattamente un posto tranquillo e più andremo avanti più scopriremo che non ci sono solo delinquenti di terz’ordine a creare scompiglio.  E’ un elemento che talvolta ricorre nel corso delle missioni, ma non ci distrae dallo scopo principale che rimane quello di risolvere il caso.

Prima di iniziare il gioco, ovviamente, troviamo un breve tutorial che ci spiega la struttura peculiare del gioco, sotto forma diaddestramento presso la stazione di polizia. In pochi minuti saremo pronti per la nostra prima chiamata.

Invariabilmente, i livelli assumono tutti la stessa filosofia: giunti sul posto, in costante contatto radio con la centrale (che coinvolgeremo per informazioni di varia natura) e in attesa di rinforzi che non arrivano mai, dovremo interrogare i testimoni così da acquisire elementi necessari a condurre le indagini sul luogo e arrivare infine a confrontarci con il criminale di turno.

La fase di investigazione, che si svolge come in un normale FPS, è molto importante perchè ci consente sia di raccogliere prove che di comprendere la situazione che abbiamo davanti. Ilmiglior esito possibile prevede infatti la raccolta di tutte le prove sul campo, gli interrogatori di tutti i testimoni e l’arresto dei criminali senza spargimento di sangue.

Al momento culminante della missione, cioè l’arresto, si può arrivare in due modi: tramite il dialogo oppure cogliendo il delinquente di sorpresa. Nel primo caso, avremo a disposizione delle carte con le ipotesi sui moventi e sulla discussione da intavolare, derivanti da quanto abbiamo scoperto in precedenza. Se saremo bravi a colpire nel segno, il criminale si arrenderà senza ricorrere alla violenza.

Laddove la missione ce lo consenta, utilizzando anche l’aiuto degli astanti, potremo anche cogliere di sorpresa il nostro obbiettivo e colpirlo con una manganellata così da ammanettarlo senza troppi problemi.

Quando ci troveremo ad affrontare delinquenti incalliti o mafiosi, sarà impossibile risolvere la situazione senza ricorrere alle armi, ed è qui che subentra l’elemento più particolare di Police Shootout. Le sparatorie infatti non vengono gestite in tempo reale, ma a turni: alternandoci con l’avversario possiamo cercare una copertura oppure sparare. La sparatoria avviene in due momenti, consecutivi, la prima in cui selezioniamo la sagoma del delinquente e la seconda in cui dobbiamo mirare e sparare quando il centro del bersaglio diventerà verde. Per un colpo efficiente servono coordinazione e pazienza.

In alcuni casi, avremo la possibilità di mirare direttamente alla gamba o al braccio dell’avversario per immobilizzarlo disarmarlo; dovrebbero essere i nostri obiettivi principali, per una valutazione migliore.

Oltre al manganello e alla pistola, il nostro inventario comprende: un taccuino su cui appunteremo tutti gli elementi emersi nelle indagini, un taser, l’immancabile torcia, un fucile a pompa e la radio con cui parliamo con la centrale.

Infine, dopo ogni missione e conseguentemente alla valutazione ricevuta, potremo sbloccare alcune abilità utili a gestire meglio le varie fasi del gioco.

 Segnali di stile: grafica e gameplay di Police Shotout

Uno dei piccoli problem di Police Shootout sta nella ripetitività delle mappe; purtroppo ci troveremo sempre a tornare su luoghi di un crimine precedente, per nuove indagini e nuovi reati. Anche i modelli generali sia degli ambienti che delle persone sono molto semplici, però per fortuna l’aspetto grafico complessivo è abbastanza pulito.

Il sonoro è discreto, con musicha non invasive e limitate ad alcuni frangenti e un doppiaggio completo (in inglese), la cui qualità è comunque altalenante.

 

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