Focus sui Mercati Finanziari del 12 marzo 2025

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Le borse asiatiche sono miste dopo un’altra giornata di perdite a Wall Street: l’S&P500 ha chiuso in ribasso dello 0,8%, di poco sopra la soglia che l’avrebbe portato nell’area di mercato orso. 

Dazi: avanti e indietro. Gli incrementi tariffari del 25% sulle importazioni di acciaio e alluminio annunciati il mese scorso da Trump sono entrati in vigore stanotte. Non sono state concesse esenzioni. Le ultime restrizioni arrivano dopo una giornata tumultuosa, Donald Trump ha prima minacciato di raddoppiare i dazi sui metalli in arrivo dal Canada al 50%, salvo poi fare marcia indietro quando l’Ontario ha accettato di abbandonare il progetto di imporre una sovrattassa sull’elettricità inviata negli Stati Uniti.

I future di Wall Street salgono dello 0,3%, quelli sulle borse europee salgono dell’1%.

Cina. Hang Seng -0,6%, CSI 300 +0,1%. La borsa di Tokyo è poco mossa, indice Nikkei +0,1%. Si indebolisce lo yen su dollaro a 148,2 da 147 di ieri. Tasso di rendimento del governativo a dieci anni a 1,51%, in lieve aumento. Il governatore della Banca del Giappone, Kazuo Ueda, non è troppo preoccupato per i rendimenti dei titoli di Stato del Paese, in prossimità dei massimi dal 2008.

Australia. Sidney non ottiene l’esenzione. “Questo non è un atto amichevole”: così il primo ministro australiano Anthony Albanese ha definito i dazi di Washington su acciaio e alluminio. Sono misure “del tutto ingiustificate”, ha aggiunto Albanese, che non è riuscito a ottenere un’esenzione dell’ultimo minuto. I dazi sono del 25%. Albanese era convinto, dopo una telefonata avuta con Donald Trump a febbraio, che l’Australia sarebbe rimasta immune dai dazi.

Analisi Borse

La seduta di lunedì a Wall Street ha registrato un timidissimo rimbalzo dei Magnifici Sette (+0,35%), arrivato all’indomani di una delle peggiori sedute della sua storia (-5,40%). Ciò dimostra che il quadro di breve rimane fragile e necessita di altre sedute di consolidamento. Tesla è rimbalzata del +3,8%, dal -15% di lunedì.

A nostro giudizio non c’è fretta di comprare in questo ambito, mentre consideriamo una buona occasione di acquisto la brusca discesa delle borse europee, scattata nel momento in cui Trump ha lanciato l’ennesimo attacco sotto forma di dazi. In particolare, il settore Difesa/Industriale. Dopo decenni di investimenti insufficienti, l’Europa si sta impegnando per aumentare i bilanci della difesa e raggiungere almeno l’obiettivo del 2% del PIL fissato dall’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO). 

 Otto dei primi 10 titoli del 2025 dell’Stoxx 600 appartengano a questo segmento: ThyssenKrupp +116%, RheinMetall +88%, Leonardo +70%, Thales +70%, Saab +65%, Iveco +60%, SSAB +52%, Dassault +45%. In questo scenario dalle enormi prospettive, WisdomTree ha lanciato un ETF specifico sulla Difesa europea. Lo strumento è stato quotato martedì su Borsa Italiana: ETF WisdomTree Europe Defence UCITS, Isin: IE0002Y8CX98 (WDEF)

Un errore che eviteremmo di fare nei prossimi mesi è rincorrere le schizofrenie della guerra commerciale. Se partiamo dal presupposto che si tratta di un’arma negoziale, seppure dolorosa nel breve, non è corretto reagire con acquisti o vendite massicce ogni volta che esce una notizia in un senso o nell’altro. “Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito” recita un antico adagio … ecco, cerchiamo di guardare la luna!

Macrovariabili

Petrolio (Brent 70,0 usd)

Secondo rialzo consecutivo senza ragioni specifiche. Nel frattempo, i piani di spesa in Europa stanno migliorando il sentiment sulle prospettive di medio/lungo periodo. In termini di offerta, la produzione di petrolio degli Stati Uniti è pronta a stabilire l’ennesimo record con una media di 13,61 milioni di barili al giorno, ha affermato martedì la EIA. L’API ha anticipato che le scorte di greggio Usa sono aumentate di 4,2 milioni di barili nella settimana conclusa il 7 marzo. Operatività. Il livello discriminante appena raggiunto rappresenta un buon punto di equilibrio in attesa di capire come si evolverà la situazione globale e un’area interessante per gli acquisti in ottica di lungo periodo. 

Indice Commodity (104,80 usd)

L’indice Bloomberg delle principali commodity è al settimo rialzo in otto sedute, aggirando la fase di debolezza del petrolio. Continuano a percorrere binari diversi il Gas Naturale USA, in calo del -2,7%, e il Gas Naturale UE (TTF), in rialzo del +3,6% a 42,70 euro/mwh. Ci si chiede se la fine o la sospensione della guerra in Ucraina potrebbe riportare il mercato alle condizioni pre-conflitto. La risposta è arrivata ieri dai ministri europei. È improbabile che gli acquirenti europei tornino al settore energetico russo se le sanzioni saranno revocate, poiché il blocco ha diversificato il suo mix energetico con energia rinnovabile e fornitori di gas alternativi, hanno affermato ministri e dirigenti in una conferenza a Houston. “Vogliamo davvero dipendere dall’energia di un aggressore come la Russia? Ovviamente no”, ha affermato il commissario per l’energia dell’Unione europea (UE) Dan Jorgensen durante una tavola rotonda. Nel frattempo, però, il governo degli Stati Uniti sta studiando i modi per allentare le sanzioni sul settore energetico russo come parte di un ampio piano per consentire a Washington di fornire un rapido sollievo se Mosca accetta di porre fine alla guerra in Ucraina, ha riferito Reuters. Operatività. Manteniamo una view positiva sulle materie di base. La violazione di area 101 usd ha aperto la strada a una estensione fino a 110 usd.  

Oro (2.918 usd)

Il tira e molla sui dazi di Trump e la volatilità delle borse non fanno altro che portare acqua al mulino dei beni rifugio. L’oro si è riportato a circa un punto percentuale di distanza dal suo record storico in risposta alle crescenti preoccupazioni degli investitori sui rischi geostrategici e macroeconomici. Un passo indietro di Trump sui dazi e una tregua in Ucraina potrebbero fare scattare qualche presa di profitto, ma difficilmente sarebbero in grado di invertire la tendenza rialzista. Operatività. L’obiettivo rimane intorno a 3mila usd. L’allerta scatterebbe in caso di discesa sotto 2.800 usd.

Forex Euro/Usd (1,091)

Dollaro in lieve recupero dai minimi degli ultimi quattro mesi toccati lunedì a 1,0947 nell’attesa dei dati sull’inflazione statunitense di febbraio, in agenda oggi pomeriggio, che potrebbero fornire ulteriori indizi sul percorso dei tassi di interesse. La stima è per un rallentamento a +2,90% da +3% di gennaio. Il dato al netto di alimentari ed energia è stimato a +3,20% da +3,30%. Operatività. Consideriamo la debolezza un’occasione interessante per diversificare il portafoglio in ottica di medio periodo. Tuttavia, per le posizioni di trading più speculative, è preferibile chiudere sopra 1,08, se confermato a fine settimana, per spostare gli acquisti a 1,12.

Bitcoin (81.600 usd)

Bitcoin apre in calo del -1,5%, dopo aver registrato lunedì un rimbalzo del +4,4%, giunto però a valle di una caduta di circa il -20% in poco più di una settimana. E’ rimbalzata anche la platea dei protagonisti del settore crittologico come CoinBase +7% e MicroStrategy +9%. Il mood è indubbiamente peggiorato nel momento in cui il mercato ha capito che non si deve aspettare grandi cose dall’amministrazione Trump e soprattutto in tempi rapidi. Il cedimento delle medie mobili a 50 e 100 gg oltre che il cedimento dell’importantissimo supporto statico a 90mila usd tengono sotto scacco il trend. Operatività. Confermiamo la strategia di sfruttare gli strappi verso area 100mila/109mila usd per prendere profitto. Acquisti di trading solo in area 75mila usd.

Bond

La disaffezione per le borse non sta portando grossi benefici al mercato obbligazionario che resta concentrato sull’evoluzione dell’inflazione, sulla politica commerciale americana e sui piani di spesa europei. Si riparte da: Treasury decennale a 4,26%, Bund decennale tedesco a 2,89%, Btp decennale 4,01%, oltre la soglia del 4% per la prima volta da luglio. Lo spread è fermo a 112 punti base.

Operatività. Crediamo che la volatilità degli asset più rischiosi (azioni e cripto) possa dirottare progressivamente le scelte degli investitori sulle obbligazioni, considerate meno rischiose.

Con gli ultimi movimenti sono tornati a forte sconto gli ultimi bond emessi da una casa di alto standing come Goldman Sachs. Si tratta di due obbligazioni a tasso fisso cumulativo, una con denominazione in euro (ISIN XS2829724504) e l’altra in dollari (ISIN XS2829720932). Per la variante in euro, il tasso fisso cumulativo annuo lordo è del 5,3%, mentre la variante espressa in dollari riesce addirittura a pagare un tasso cumulativo del 9% annuo lordo. 

Molto interessante anche il prezzo dei due bond, specie per quello in euro che quota a forte sconto intorno a 93,5 euro, mentre quello in dollari si trova a 99,7 dollari. Il bond in euro ha una durata di 17 anni, mentre quello in dollari scadrà tra 16 anni. Teniamo però presente che entrambe le obbligazioni possono essere richiamate anticipatamente annualmente a partire dalla fine del primo anno (callability annua). 

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