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Ddl prestazioni sanitarie. L’esame del testo in aula slitta alla prossima settimana. Le opposizioni accusano la maggioranza su sanità integrativa e taglio diritti ai fragili
Manca ancora il parere della Commissione Bilancio e i lavori slittano alla prossima settimana. Intanto prosegue la polemica con le opposizione che accusano il governo di togliere i diritti ai più fragili. In particolare, sotto accusa un emendamento approvato la scorsa settimana con il quale si prevede che per le prestazioni di lungo-assistenza da erogarsi alle persone con patologia con carattere cronico-degenerativo, siano a carico del Ssn solo le spese strettamente legate all’assistenza sanitaria
12 MAR –
Slitta alla prossima settimana l’esame del ddl prestazioni, inizialmente calendarizzato per questa mattina in aula al Senato. Manca ancora il parere della commissione Bilancio. Ad annunciarlo è stato il presidente della commissione Sanità, Franco Zaffini (FdI): “L’intero fascicolo è stato trasmesso alla V commissione per i prescritti pareri, ritengo che difficilmente saremo in condizioni di portare il provvedimento in aula entro questa settimana, nonostante il lavoro sia stato esaurito e compiuto nei termini prescritti. Auspico che per martedì prossimo saremo in grado di farlo”.
Intanto le opposizioni continuano ad attaccare il provvedimento, in particolare due emendamenti approvati la scorsa settimana in commissione sanità relativi uno alla sanità integrativa e l’altro sul taglio delle spese per l’assistenza ai disabili gravi e affetti da patologie cronico-degenerative ospiti nelle Rsa.
“In Commissione Affari Sociali, il Movimento 5 Stelle si è sempre posto con un atteggiamento propositivo nei confronti della maggioranza, cercando di segnalare le criticità dei testi che ci venivano sottoposti e proporre eventuali soluzioni a favore dei cittadini. Anche nel caso del provvedimento sulle prestazioni sanitarie, il nostro grido d’allarme è caduto nel vuoto e la risposta ricevuta dalla presidenza – ovvero che ci inventiamo cose per avere il consenso dei cittadini – ci sembra grave e inaccettabile. Abbiamo riscontrato e segnalato diversi elementi critici, a partire dall’emendamento sui malati di Alzheimer. Se c’è una cosa che abbiamo capito dalla pandemia e che avremmo dovuto tradurre in una seria inchiesta nella Commissione Covid, è che le strutture delle RSA hanno criticità sistemiche, anche perché serve un piano di riforma serio, visto che l’ultima in merito è avvenuta trent’anni fa. Il testo della maggioranza, al contrario, toglie ai malati di Alzheimer il diritto di vedersi corrisposte le spese sanitarie, diritto garantito da diverse sentenze della magistratura, mettendo in crisi le famiglie che si trovano a dover affrontare determinate difficoltà. Pretendiamo spiegazioni, da una maggioranza che si è evidentemente spaccata sul tema. Pretendiamo che vengano prese in carico le segnalazioni arrivate e che vengano eliminati gli emendamenti critici per venire incontro alle esigenze dei cittadini, a partire da quelli più fragili”, ha dichiarato in Aula Barbara Guidolin, senatrice del Movimento 5 Stelle.
“Il ddl prestazioni sanitarie è scomparso dal calendario dei lavori d’Aula di palazzo Madama. Dopo mesi di difficile gestazione e proprio nelle ore in cui doveva passare all’esame dell’Assemblea, il disegno di legge è stato rinviato a data da destinarsi. È del tutto evidente che a pesare siano le divisioni interne alla maggioranza ed i tentativi di riscrivere, a colpi d’emendamento, i principi di base su cui si fonda il Servizio sanitario nazionale”, hanno dichiarato in una nota congiunta le senatrici Pd Sandra Zampa, Ylenia Zambito e Susanna Camusso.
“Con un emendamento della relatrice approvato in commissione – spiegano le senatrici Pd – si è tentato di modificare il principio per cui l’ordinamento giuridico italiano attribuisce alle Aziende Sanitarie la copertura finanziaria delle prestazioni sociosanitarie, ivi comprese quelle socio-assistenziali, qualora strettamente connesse a trattamenti sanitari. L’emendamento prevede che per le prestazioni di lungo-assistenza da erogarsi alle persone anziane, con diagnosi di Alzheimer o altra patologia con carattere cronico-degenerativo, gli oneri di degenza restano a carico del servizio sanitario nazionale nella misura del 50 per cento della tariffa giornaliera. Un fatto gravissimo – sottolineano Zampa, Camusso e Zambito- perché fa ricadere i maggiori oneri sui comuni e sui pazienti. Una vicenda che restituisce il quadro di una maggioranza lacerata e senza idee. A pagarne le conseguenze ancora una volta le cittadine ed i cittadini italiani: le scelte del governo Meloni e di questa maggioranza – concludono le senatrici dem – stanno minando le fondamenta della sanità pubblica e del diritto alle cure”.
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