chi sono le donne schiacciate

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Dalla cura della famiglia, alla pressione lavorativa, al rapporto con il proprio corpo: alla soglia dei cinquant’anni le donne di oggi si ritrovano spesso “schiacciate” dalla stanchezza in tutti gli ambiti della loro vita, al punto da essere definite la “sandwich generation”

Perché il carico mentale colpisce soprattutto le donne?

Si parla di “generazione sandwich” per indicare la generazione di donne nate tra il 1965 e il 1980. Donne “schiacciate” come un sandwich da un carico mentale notevole, fatto di molteplici responsabilità, spinta alla performance e sensazione di non essere mai abbastanza.

Si tratta di una generazione di donne che ha sentito forti le pressioni sociali in diversi ambiti: dall’affermazione nella propria carriera e istruzione, al raggiungimento della propria indipendenza economica, al soddisfacimento delle aspettative della società che le vuole realizzate anche nei ruoli di mogli, madri e figlie impeccabili.

Questa generazione a cavallo tra due ere, alla soglia dei cinquant’anni, si trova oggi a gestire un sovraccarico mentale dovuto all’intreccio dei diversi ruoli da ricoprire e, al tempo stesso, alla sensazione di perdita della propria validità all’interno di una società che vuole le donne sempre giovani, attraenti, realizzate, accudenti. Una condizione che determina ripercussioni significative sulla salute e sulla qualità di vita delle cinquantenni di oggi.

 


Per approfondire:
Carico mentale nelle donne: cos’è e come affrontarlo?

Il peso del doppio ruolo: essere madri e figlie tra accudimento e gestione dello stress

Molte cinquantenni si trovano a ricoprire un ruolo centrale nella gestione della famiglia, assumendosi la totale responsabilità dei compiti di cura, sia dei figli, spesso in età scolare o adolescenziale, sia dei genitori anziani che necessitano di assistenza quotidiana. Questa doppia responsabilità nell’accudimento, ancora oggi considerato erroneamente un compito prevalentemente femminile, si traduce in un carico mentale significativo per ogni singola donna.

Il multitasking, più che un punto di forza innato delle donne, è, allora, l’unica soluzione possibile, con, però, ripercussioni sul benessere psicofisico personale: l’impossibilità nel ricevere supporto porta molte donne a sperimentare livelli elevati di stress, affaticamento cronico, ansia e sentimenti di solitudine. Gestire le responsabilità di accudimento può portare a un esaurimento psicofisico e a un peggioramento dello stato di salute generale e della qualità della propria vita.

Donne e carriera: perché il gender gap è ancora un problema?

Nonostante la determinazione e l’impegno professionale, molte donne della “sandwich generation” faticano a conciliare carriera e responsabilità familiari. Molte cinquantenni di oggi si sono formate con l’idea che meritocrazia e impegno fossero sufficienti per raggiungere il successo professionale, ma le disparità di genere sono ancora oggi molto evidenti, come, ad esempio, il gender pay gap che le porta a ricevere stipendi più bassi rispetto ai colleghi uomini, seppur a parità di ruolo. L’avanzamento professionale diviene più lento, soprattutto per chi ha avuto figli e ha dovuto limitare il tempo dedicato alla crescita lavorativa, e la mancanza di supporti adeguati porta spesso le donne a scegliere di ridurre l’orario lavorativo o, nei casi più estremi, a rinunciare del tutto alla propria carriera. Tutte queste condizioni alimentano un senso di frustrazione e insoddisfazione, con un impatto negativo sull’autostima e sul benessere psicologico.


Per approfondire:
Donne e carico mentale: come riconoscerlo per vivere meglio

Come gestire i cambiamenti del corpo a cinquant’anni?

Le donne a cinquant’anni si trovano a vivere una fase della vita segnata da cambiamenti biologici significativi. La perimenopausa e la menopausa portano sintomi quali insonnia, vampate di calore, ansia e sbalzi d’umore, ma restano ancora dei temi poco discussi. Allo stesso tempo, la pressione estetica non diminuisce con letà: in una società che promuove rappresentazioni femminili eternamente giovani e attraenti linvecchiamento continua a essere un tabù. L’ageismo e la grassofobia sono ancora molto radicati e influenzano profondamente la propria autostime e percezione di sé, portando spesso le donne alla sensazione di non sentirsi mai in diritto di poter prendere spazio all’interno della società.

Qual è l’impatto psicologico delle pressioni sociali sulle donne?

Nonostante questa generazione di donne abbia portato avanti battaglie importanti per la parità di genere e il riconoscimento del lavoro di cura, molte cinquantenni di oggi si sentono ancora poco valorizzate e invisibili. La frustrazione, l’elevato carico mentale e la continua pressione a performare in tutti gli ambiti della vita hanno determinato conseguenze significative sulla loro salute mentale, tra cui:

  • burnout e stress cronico, con sintomi come stanchezza persistente, insonnia e difficoltà di concentrazione;
  • ansia e senso di inadeguatezza, derivanti dall’incapacità, reale o percepita, di soddisfare tutte le richieste della famiglia e del lavoro e di sentirsi di non essere mai abbastanza;
  • depressione e isolamento sociale, accentuati dalla mancanza di sostegno nel lavoro di cura, spesso dato per scontato e non riconosciuto.

Come ridurre il carico mentale sulle donne?

Per ridurre il carico mentale è molto importante acquisire consapevolezza della propria situazione e dei propri valori, al di là delle pressioni sociali. Definire le proprie priorità è essenziale, così come lo è imparare a chiedere aiuto e delegare: coinvolgere il partner, i familiari o ricorrere a un supporto di un professionista della salute mentale può fare la differenza nel trovare strategie personali per bilanciare le responsabilità quotidiane. Un altro aspetto chiave è la costruzione di reti di supporto, dove il confronto con altre persone nella stessa situazione può aiutare a normalizzare le difficoltà e a sviluppare strategie più efficaci per gestire lo stress, senza sentirsi inadeguate.

Tuttavia, sebbene fare un percorso personale sia indispensabile per gestire il peso della pressione avvertita, ridurre il carico mentale delle donne è soprattutto responsabilità sociale. È necessario che il mondo del lavoro, le politiche pubbliche e la società nel suo complesso riconoscano questo problema al fine di potenziare gli strumenti di supporto concreti per le donne ed evitare che si ripetano gli stessi errori anche nelle generazioni future. Nessuna donna dovrebbe essere lasciata sola nel gestire un peso che riguarda l’intera collettività.

Libri consigliati sul tema

 

Fonti

  • Arber, S., & Ginn, J. (1995). “Gender differences in informal caring.” Health & Social Care in the Community.
  • Bianchi, S. M., & Milkie, M. A. (2010). “Work and family research in the first decade of the 21st century.” Journal of Marriage and Family.
  • Pavalko, E. K., & Artis, J. E. (1997). “Women’s caregiving and paid work: Causal relationships in late midlife.” Journals of Gerontology: Series B, Psychological Sciences and Social Sciences.
  • Sayer, L. C. (2005). “Gender, time, and inequality: Trends in women’s and men’s paid work, unpaid work, and free time.” Social Forces.



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