Arte, cultura e natura al centro della rigenerazione urbana di Tokyo

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Tokyo e il suo distretto di Ginza, nel quartiere di Chūō, possono essere disorientanti. Specialmente a causa degli attraversamenti pedonali, che spesso hanno angoli smussati negli edifici che svolgono il ruolo di piazze senza esserlo, e dell’urbanistica, apparentemente declinata senza regole. Ma con un ordine ben preciso. La capitale giapponese è a prima vista un mosaico di difficile comprensione, ma anche gli edifici tra loro simili possono rivelare contenuti nuovi. 

Prendiamo l’iconico grattacielo Sony, costruito nel 1966: la multinazionale giapponese, pur avendo deciso di demolirlo per edificarne uno nuovo, ha abbracciato l’idea di non interrompere il rapporto con il luogo che lo ospita, appunto Ginza, e con i visitatori, trasformando il complesso in un parco sui generis durante i lavori. Promozione del marchio aziendale, sì, ma anche un’iniezione di creatività nella zona. 

Dal Sony Building si è passati, nell’agosto 2018 e fino a settembre 2021, al Ginza Sony Park, che ha visto la presenza di più di otto milioni di visitatori e organizzato decine di eventi. E poi, da ottobre 2021 all’agosto 2024, la costruzione del nuovo edificio, inaugurato a gennaio di quest’anno. Dunque non un’idea statica, ma in continuo movimento. 

Per non smentire l’originario volere del co-fondatore di Sony, Akio Morita, di concorrere con un’architettura significativa a Ginza, il parco creato da Sony è verticale. Anche il Ginza Sony Park del 2025 eredita i concetti di parco e passeggiata verticale, oltre all’architettura a incrocio. E, proprio come un parco, è dotato di tante aperture. 

courtesy of Sony

Con i suoi cinque piani più quattro interrati, il nuovo Sony rispetta le regole urbanistiche della zona di Ginza, essendo alto circa la metà degli edifici vicini, ma distinguendosi per l’assenza di porte e pareti, così da rendere più fluido il flusso dei visitatori. La promenade verticale collega il piano più interrato al tetto e rende sfumati i confini tra la città – Ginza – e l’edificio: Sukiyabashi Crossing entra nell’edificio e viceversa. Luce e aria si avvertono non solo in superficie, ma anche nel seminterrato. La struttura a griglia in acciaio inossidabile che ricopre l’edificio diventa un ideale manto di foglie attraverso cui filtra la luce cangiante del sole. 

Il seminterrato nasconde un’innovazione: nei progetti di ricostruzione sotterranea, di solito i muri non riescono a reggere il peso del nuovo costruito, quindi quest’ultimo viene posto all’interno della struttura preesistente. Con il risultato che, il nuovo, diventa più piccolo. Nel caso del Sony, invece, i muri preesistenti, rinforzati, hanno accolto il nuovo edificio, che non risulta rimpicciolito.

Toda Building (ph. Ryohei Tomita)

Poco distante da Ginza, il Toda Building è l’ultimo tassello di Kyobashi Sai Ward, un nascente distretto che integra arte e cultura agli uffici, grazie al progetto Art Power Kyobashi, sviluppato da Toda Corporation. 

Il progetto del Toda Building è iniziato nel 2019 con l’apertura del Museum Tower Kyobashi, che ospita uffici e un museo, ed è proseguito l’anno dopo con l’inaugurazione dell’Artizon Museum (nello stesso edificio), che ha preso il posto del Bridgestone Museum of Art, aperto nel 1951 e incentrato sulle collezioni d’arte di Shojiro Ishibashi. Toda Building fa dell’integrazione con il tessuto circostante la sua idea guida, a cominciare dalle connessioni con le opere d’arte, intese come continuum fisico della piazza. Anche la scelta dei materiali e l’altezza, in linea con gli altri edifici, contribuiscono a questa integrazione. All’interno, l’arte non si presenta da sola.

courtesy of ToLoLo studio

Nel Gallery Complex, al terzo piano, ci sono percorsi espositivi contraddistinti da opere d’arte di varie gallerie. Nella lobby, invece, la piattaforma d’arte contemporanea ArtSticker convive con The City Bakery. Salendo si arriva poi al Creative Museum Tokyo, in cui diversi generi – anime, manga, musica, design e arte contemporanea – vengono proposti contemporaneamente, creando un interessante connubio. Contrariamente alla tendenza dei classici grattacieli, dove gli uffici sono separati dagli spazi verdi, il Toda Building ha un giardino pensile dal ventunesimo al ventitreesimo piano, confinante con le aree interne. 



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