Agricoltura sociale, il Consiglio regionale approva la proposta di legge – isNews

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Via libera anche al Piano del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise


CAMPOBASSO. Proposta di legge sull’agricoltura sociale e piano del Pnalm: è arrivata questa mattina l’approvazione del Consiglio regionale. Via libera a maggioranza, dopo che i gruppi di opposizione hanno abbandonato i lavori a seguito dello scontro in Aula, a seguito delle dichiarazioni del presidente della Giunta Franscesco Roberti relativo all’inchiesta della DDA che lo vede coinvolto.

All’esame del Consiglio la proposta di legge n. 28, di iniziativa dei Consiglieri Stefania Passarelli e Armandino D’Egidio concernente “Disposizioni in materia di agricoltura sociale”.  Ha illustrato all’Aula la proposta il Presidente della Quarta Commissione permanente, Nicola Cavaliere. Il testo approvato oggi (che è stato emendato in Aula nel corso dell’esame), dunque, prevede che la Regione Molise, nel rispetto dei principi recati dalla legge 18 agosto 2015, n. 141 (Disposizioni in materia di agricoltura sociale), promuova l’agricoltura sociale, quale aspetto della multifunzionalità delle imprese agricole finalizzato allo sviluppo di interventi e di servizi sociali, socio-sanitari, educativi e di inserimento socio-lavorativo allo scopo di facilitare l’accesso adeguato e uniforme alle prestazioni essenziali da garantire alle persone, alle famiglie e alle comunità locali in tutto il territorio regionale e in particolare nelle zone rurali o svantaggiate. Previsto, ancora, che l’Ente regionale sostenga il potenziamento dell’offerta dei servizi sociali e la sperimentazione di nuovi modelli del welfare regionale attraverso la realizzazione di interventi innovativi da parte delle fattorie sociali.

Alle pubbliche amministrazioni, infine,  nel quadro della programmazione delle proprie funzioni inerenti alle attività agricole e sociali, è affidato il compito di promuovere, senza nuovi o maggiori oneri a carico dei propri bilanci, politiche integrate tra imprese agricole ed istituzioni locali al fine di sviluppare l’agricoltura sociale, anche tramite politiche di ri-orientamento della spesa sociosanitaria ordinaria finalizzate a supportare la creazione di iniziative pilota e la costituzione di reti di protezione sociale caratterizzate dalla presenza attiva dell’agricoltura sociale. L’articolato, nello specifico, definisce poi: le attività esercitate dagli imprenditori agricoli nell’ambito dell’agricoltura sociale; le attività che possono essere espletate in collaborazione con i servizi socio-sanitari e con gli enti locali; l’azione della Regione quale promotrice e sostenitrice delle pratiche dell’agricoltura sociale nei propri strumenti di programmazione e gestione delle politiche di sviluppo,  agricole, sociali e socio-assistenziali; le aree ed i locali idonei ad ospitare attività di agricoltura sociale, con l’individuazione dei rispettivi requisiti igienico-sanitari; gli interventi di sostegno che possono essere previsti per il raggiungimento delle finalità dell’agricoltura sociale da parte della Regione e degli enti locali.  Vengono, in aggiunta, istituiti l’Albo regionale delle fattorie sociali (con l’individuazione dei requisiti professionale per l’iscrizione) e il Contrassegno delle fattorie sociali di cui possono fregiarsi gli iscritti allo stesso Albo. Prevista, infine, l’istituzione dell’Osservatorio regionale sull’agricoltura sociale quale organo consultivo cui compete:

  • supportare la Giunta regionale nell’espletamento delle funzioni e dei compiti propri compiti in relazione alla presente legge;
  • favorire la comunicazione e lo scambio di esperienze sul territorio regionale e nazionale e promuovere iniziative tese alla valorizzazione delle attività di agricoltura sociale, anche al fine di favorire la diffusione di buone pratiche;
  • proporre iniziative finalizzate a coordinare ed integrare le pratiche di agricoltura sociale nell’ambito delle politiche di coesione e di sviluppo rurale;
  • proporre attività di studio, ricerca e di animazione territoriale finalizzate a supportare le attività di indirizzo e programmazione della Regione in materia di agricoltura sociale.

All’esame dell’Aula per l’approvazione anche il Piano del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise presentato dalla Giunta regionale. Ha illustrato all’Aula il provvedimento il presidente della Terza Commissione, Roberto Di Baggio, che ha ricordato come l’Ente Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, nel 2010, con una Delibera del Consiglio Direttivo, adottò la proposta di Piano che trasmise alle varie regioni interessate. Seguì un lungo periodo di riflessioni, incontri, valutazioni fino a giungere all’anno 2020, allorquando lo stesso Ente Parco, come Ente proponente, evidenziò di dover attivare la procedura di VAS nel rispetto del Decreto Legislativo 52/2006, procedure straordinaria che doveva ricomprendere tutti i territori    delle diverse regioni coinvolte. Nel novembre 2020 -ha aggiunto Di Baggio- le tre Regioni – Abruzzo, Lazio e Molise – hanno firmato un Protocollo d’Intesa finalizzato appunto ad intraprendere la procedura di VAS, affidando alla Regione Abruzzo al ruolo di capofila per il coordinamento delle procedure. Concluse tutte le procedure e le attività di ascolto previste dalla normativa di settore, nel gennaio 2024, la Giunta regionale del Molise ha adottato il Piano inviandolo al Consiglio regionale per l’approvazione definitiva. Di conseguenza la Terza Commissione permanente -ha ricordato ancora Di Baggio- ha tempestivamente ha iniziato l’esame, svolgendo diverse audizioni con le Associazioni interessate, con l’Ente Parco e con i Dirigenti e funzionari della struttura regionale competente. L’organismo consiliare, concluse le sue valutazioni, ha provveduto ad esprimere (all’unanimità dei suoi componenti) parere favorevole al testo proposto.  

Il Piano -ha concluso Di Baggio- è frutto di un combinato lavoro di analisi del patrimonio, indagini idrogeologiche e forestali oltre che recepimento dei protocolli di intesa stipulati con i comuni che rientrano nell’area, dopo un lungo raffronto e di approfondimento e condivisione delle diverse esigenze, puntuali e per macroaree, emerse nella fase istruttoria e dibattimentale.



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