Vendita online di beni usati a rischio greenwashing > ReteAmbiente

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito


11 marzo 2025 – 16:38

Economia sostenibile / circolare / Esg (Attualità)

(Irene Manca)

Parole chiave Parole chiave:

Economia sostenibile / circolare / Esg |

Greenwashing

Secondo l’Unione europea, anche i venditori online di beni di seconda mano pubblicano dichiarazioni ambientali (cd. “green claims”) non sempre veritiere, esponendosi così al “greenwashing”.

 

È quanto emerge dai dati pubblicati il 7 marzo 2025 dalla Commissione Ue. I dati si riferiscono all’indagine condotta dall’Istituzione insieme alle Autorità nazionali per la tutela dei consumatori su 356 venditori online di beni di seconda mano (vestiti, giocattoli, apparecchiature elettroniche, automobili).

 

Dall’indagine, in particolare, emerge che il 20% delle dichiarazioni ambientali pubblicate dai venditori sui propri siti web non risulta sufficientemente comprovato e il 28% è manifestamente falso o ingannevole. In violazione, dunque, della direttiva 2005/29/Ce che include esplicitamente le asserzioni ambientali ingannevoli (cd. greenwashing) tra le pratiche commerciali vietate.

 

Dai controlli emerge inoltre che quasi la metà dei venditori “sotto indagine” non ha informato correttamente i consumatori sul loro diritto di recesso e sul diritto di restituire i beni difettosi o non conformi alle caratteristiche descritte nelle pubblicità.

documenti di riferimento

Piattaforme online, le prime specifiche regole per ambiente e sicurezza sul lavoro

Le piattaforme online, intese come servizi digitali che ricevono, archiviano e rendono accessibili informazioni al pubblico, rappresentano un elemento fondamentale della trasformazione tecnologica in atto. Tuttavia, il loro impatto non si limita al mondo virtuale: il funzionamento e la gestione di tali piattaforme possono avere implicazioni rilevanti anche sul piano ambientale e sulla sicurezza dei lavoratori. Per questo motivo, sia l’Unione Europea che il Legislatore italiano hanno intrapreso azioni normative per minimizzare i rischi associati a tali aspetti. L’approfondimento offre il quadro normativo di riferimento, aggiornato alla direttiva Ue dell’ottobre 2024

Progettazione ecocompatibile dei prodotti, il complesso delle disposizioni eurounitarie e nazionali

In un’ottica di economia circolare, l’Unione europea ha fin dal 2009 adottato norme sulla progettazione sostenibile dei beni. Trattasi di norme che obbligano i produttori a fabbricare determinate categorie di oggetti secondo precisi standard di settore volti alla tutela dell’ambiente. E che obbligano anche gli altri soggetti della filiera, come i distributori, ad adempimenti connessi. Le norme europee hanno dapprima riguardato solo beni energivori, come gli elettrodomestici. Con il nuovo regolamento 2024/1781/Ue, vigente da luglio 2024, gli obblighi di ecodesign si applicano invece a tutte le categorie di prodotti per le quali l’Ue stabilisce delle specifiche tecniche di dettaglio. Nel Dossier, il quadro dell’evoluzione normativa in corso, l’esame dei relativi provvedimenti di settore, un focus sul regime transitorio. Aggiornato al nuovo regolamento europeo sulla commercializzazione dei prodotti da costruzione, che prevede specifiche regole di ecoprogettazione, in vigore dal 7 gennaio 2025

Greenwashing, l’orizzonte normativo Ue e nazionale di riferimento

Con il termine greenwashing si intende la strategia commerciale utilizzata da alcune aziende per dare una ingannevole immagine “verde” alla propria filiera produttiva, presentando beni e servizi a ridotto o assente impatto ambientale più di quanto realmente siano. Tale attività è considerata legalmente una pratica commerciale scorretta ed espone a pesanti sanzioni. Nel Dossier, l’esame delle norme Ue e nazionali che disciplinano la tematica. L’analisi è aggiornata al disegno di “Legge di delegazione europea 2024” (all’esame del Parlamento dall’ottobre 2024) che prevede il recepimento del nuovo elenco europeo delle pratiche commerciali tipicamente accertate come sleali, nel quale compaiono ora espressamente alcune ipotesi di greenwashing



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link