Tesori archeologici e una comunità che guarda al futuro. La nuova vita di San Casciano dei Bagni, in Toscana

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Fino a qualche anno fa, San Casciano dei Bagni non era certo conosciuto come tante altre località toscane. Certo, le sue acque termali e i suoi pici all’aglione sono da tempo apprezzati da locali e non solo, ma la notorietà non giungeva molto fuori confine. Poi è arrivato il novembre 2022. E all’improvviso questo borgo di 1450 anime al confine con Umbria e Lazio si è ritrovato sulle pagine dei quotidiani e dei siti web di tutto il mondo. Una delle più importanti scoperte archeologiche italiane degli ultimi 50 anni, “Ritrovati i nuovi Bronzi di Riace”, “Lo straordinario tesoro del Senese” erano alcuni dei titoli che si potevano leggere in quei giorni.  

Il sensazionalismo, per una volta, era giustificato. Dagli scavi del santuario termale etrusco-romano di Bagno Grande comparve un tesoro intatto, comprendente 24 bellissime statue e numerosi ex-voto in bronzo e oltre 5mila monete in oro, argento e bronzo. Tutto in perfetto stato di conservazione. “Ora stanno girando per l’Italia e prossimamente anche per l’Europa, all’interno di varie mostre realizzate ad hoc” spiega la sindaca del Comune, Agnese Carletti. “Ma per il 2026 il Ministero della Cultura ha promesso di inaugurare qui, in un immobile del centro storico a San Casciano già acquistato allo scopo, un nuovo Museo che possa ospitare i reperti. È allo studio anche un parco archeologico intorno agli scavi. Noi ci speriamo, io farò di tutto perché questo sia possibile”. 

Lo scavo di San Casciano dei Bagni – foto Ludovico Salerno/SABAP Siena/Comune SCdB/Unistrasi
Lo scavo di San Casciano dei Bagni - foto SABAP/Comune/Unistrasi
Lo scavo di San Casciano dei Bagni – foto SABAP Siena/Comune SCdB/Unistrasi

RITROVAMENTI STRAORDINARI

Ci sarà bisogno di molto spazio, perché anche il 2024 si è dimostrato prodigo di ritrovamenti: l’estensione delle indagini e l’ampliamento dell’area di scavo ha portato al rinvenimento del temenos, il muro di recinzione dello spazio sacro che racchiudeva più edifici, tra i quali il tempio costruito attorno alla grande vasca sacra. E proprio la vasca, di origine etrusca e poi ricostruita tra i regni degli imperatori Tiberio e Claudio, si è dimostrata un’autentica miniera di reperti di enorme rilevanza archeologica. Protette per secoli dall’acqua termale e dal fango argilloso, sono emerse statue votive, teste, iscrizioni in etrusco e latino, monete di età repubblicana e imperiale. Senza trascurare monili in oro, gemme, ambra e altri gioielli che legano gli ex voto per le capacità terapeutiche delle acque termali calde alle pratiche divinatorie che si svolgevano nel santuario.

Le suggestioni sono innumerevoli: un eccezionale corpo nudo maschile fu offerto da tal Gaio Roscio alla Fonte Calda esattamente a metà, come reciso dal collo ai genitali da un taglio chirurgico (forse la guarigione della parte immortalata nel bronzo?); un bimbo augure della fine del II secolo a.C. reca nella mano sinistra una palla che ancora ruota tra le dita (forse un elemento divinatorio, da far ruotare in un rito?). Soprattutto, dalla terra sono spuntati vari serpenti in bronzo, tra cui uno di 90 cm, il più grande mai rinvenuto: probabilmente un agatodemone (traducibile come “demone buono”) il protettore della sorgente. Ma anche tutto il contesto è affascinante: negli strati del deposito sono stati ritrovati uova (associate ai riti di rinascita e rigenerazione), pigne e rametti (le acque salutifere dovevano essere in qualche modo “nutrite” dalla forza rigenerante della natura).

Fanciullo con palla - foto Claudia Petrini/SABAP/Comune/Unistrasi
Fanciullo con palla – foto Claudia Petrini/SABAP Siena/Comune SCdB/Unistrasi
Serpente agatodemone - foto Ludovico Salerno/SABAP/Comune/Unistrasi
Serpente agatodemone – foto Ludovico Salerno/SABAP Siena/Comune SCdB/Unistrasi
Uovo conservato nel fango - foto di Alessandra Fortini/SABAP/Comune/Unistrasi
Uovo conservato nel fango – foto di Alessandra Fortini/SABAP Siena/Comune SCdB/Unistrasi

UNA COMUNITÀ IN TRASFORMAZIONE

Notorietà internazionale, visite delle autorità, curiosità diffusa, social network in fibrillazione… un fatto del genere non può non avere conseguenze sul tessuto sociale di un piccolo borgo, certificato con la Bandiera Arancione del Touring fin dal 2004. E Carletti lo sa bene, visto che – nonostante la giovane età – ha seguito tutto il processo fin dal 2014, quando fu vicesindaco, e poi dal 2019, con l’elezione a sindaco. “È un cambiamento importante che sta coinvolgendo tutta la comunità” spiega. “Pensi che il mio programma elettorale era stato costruito con un unico obiettivo, quello di realizzare un progetto che mirasse alla crescita sociale e culturale della comunità, facendo della qualità della vita il punto di forza contro lo spopolamento. Allora, nel 2019, non erano stati ancora trovati i bronzi… diciamo che ci hanno dato una mano” sorride. Da questa convinzione che debba essere la comunità ad avere la priorità e contemporaneamente a fare la differenza, i tanti momenti di racconto, condivisione e formazione organizzati insieme e per la cittadinanza. “Solo parlando tra noi e conoscendo cosa sta succedendo intorno a noi i membri della comunità possono fare scelte giuste, anche imprenditoriali” prosegue. “L’amministrazione investe molto in corsi di formazione per tutte le attività. E ovviamente negli eventi culturali. I risultati si vedono: con questo progetto e queste novità ora c’è più fiducia nel futuro, ci sono persone che vogliono aprire nuove attività, più gente che vuole rimanere o addirittura trasferirsi qui”.

Statua dell'Orante - foto Claudia Petrini/SABAP/Comune/Unistrasi
Statua dell’Orante – foto Claudia Petrini/SABAP Siena/Comune SCdB/Unistrasi

Quasi a cascata, nel 2024 è arrivato anche un riconoscimento notevole: il borgo è stato anche premiato quale “custode della cultura e delle tradizioni locali” nell’ambito dell’iniziativa Best Tourism Villages da UN Tourism, l’agenzia dell’Onu responsabile della promozione del turismo responsabile, sostenibile e universalmente accessibile. “È stata una bella soddisfazione” commenta Carletti “un riconoscimento proprio di quel progetto di cui parlavamo poco fa. Ogni amministratore di un piccolo Comune cerca di trovare una soluzione a un problema che a volte sembra più grande di noi. Come fornire i servizi? Come far vivere questa gente? Ecco, ora i nostri sforzi sono stati riconosciuti anche internazionalmente. Questo premio parla di sostenibilità e attenzione, e noi abbiamo bisogno di turisti attenti e rispettosi, dobbiamo contraddistinguerci in quello che proponiamo e offriamo. Cercheremo di inserire il logo dell’UN Tourism anche nelle nostre attività, insieme al marchio di Bandiera Arancione, naturalmente”. 

Un motivo in più per scegliere come meta, per un finesettimana o per una vacanza di più giorni, il borgo di San Casciano dei Bagni. Dove gli scavi – che si possono sempre visitare, su prenotazione, grazie alla locale associazione archeologica Eutyche Avidiena –  riprenderanno a giugno, “come sempre, con il coordinamento dell’Università per Stranieri di Siena” spiega Carletti “e i tanti studenti provenienti da ogni angolo del mondo”. Proprio l’Università si è impegnata per costruire nel paese un hub di ricerca che connetta il passato e il presente, per rendere ancora più vivibile e civile il borgo. “Non è possibile avere comprensione dei contesti passati se non si ha un vivo interesse e un amore per i contesti vivi” ha detto il suo rettore Tomaso Montanari, citando Marc Bloch. Un bell’insegnamento ancora oggi.

Restauro dei reperti - foto Wilma Basilissi/SABAP Siena/Comune SCdB/Unistrasi
Restauro dei reperti – foto Wilma Basilissi/SABAP Siena/Comune SCdB/Unistrasi
Statuetta di toro - foto Chiara Fermo/SABAP/Comune/Unistrasi
Statuetta di toro – foto Chiara Fermo/SABAP Siena/Comune SCdB/Unistrasi



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