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Per il cio della divisione Global Wealth Management dell’istituto, nuove incognite si profilano all’orizzonte. A partire dai dazi di Trump. Ma Powell e Lagarde non smetteranno di ridurre il costo del denaro
Con l’entrata a regime dei dazi di Trump e prospettive economiche ancora nebulose su entrambe le sponde dell’Atlantico, si infittisce ulteriormente l’intricato rebus della politica monetaria di Federal Reserve e Banca Centrale Europea. E se sul mercato è consolidata la convinzione che nel breve termine nessuno dei due istituti verrà meno al suo impegno di tagliare i tassi di interesse, c’è chi nel medio-lungo termine vede una stagione di cautela. Tra i sostenitori di questa visione c’è Mark Haefele, cio di UBS Global Wealth Management, secondo cui si moltiplicano le incognite all’orizzonte dei decisori politici.
Il lavoro USA mette il freno alla Fed
Il ragionamento di Haefele muove dagli ultimi dati sull’occupazione USA, con i salari medi che sono cresciuti dal 3,9% al 4% e soprattutto la disoccupazione che a febbraio è aumentata di 151mila unità. “Si tratta di un risultato inferiore ai 125mila posti creati a gennaio e al di sotto dei 160mila previsti dal consensus”, spiega, chiarendo come la rilevazione non abbia lontanamente fornito alla Fed un motivo per considerare di allentare la politica monetaria nella riunione prevista per il 19 marzo. Non solo. Come notato dall’esperto, il presidente Jerome Powell ha recentemente dichiarato che “l’economia statunitense continua a essere in una buona posizione” e ha aggiunto che i decisori politici “non hanno bisogno di affrettarsi” ad abbassare ulteriormente il costo del denaro.
La BCE cerca flessibilità mentre valuta l’incertezza
Quanto invece all’Europa, l’ipotesi di Haefele resta incentrata su un ulteriore allentamento di 50 punti base ma all’orizzonte sembrano addensarsi diverse incognite. In uno dei suoi ultimi interventi pubblici, Christine Lagarde ha infatti parlato di un “livello fenomenale di incertezza” per l’economia dell’Eurozona e disegnato uno scenario contrastato. Da un lato, la numero uno dell’Eurotower ha evidenziato il potenziale beneficio derivante da politiche fiscali più espansive in Germania. Dall’altro, ha citato i rischi legati a eventuali nuove tensioni commerciali come conseguenza delle politiche del presidente USA Donald Trump. Parole che restituiscono l’immagine di una BCE meno aggressiva di quanto fosse inizialmente percepita e più guardinga rispetto all’evoluzione dello scenario macro. “Francoforte vuole mantenere aperte tutte le opzioni piuttosto che impegnarsi in una posizione più aggressiva”, ha osservato l’esperto. Che ha aggiunto: “I prossimi mesi vedranno le dinamiche economiche guidare le scelte di politica monetaria, con particolare attenzione al raffreddamento delle pressioni inflazionistiche e a una crescita che si prevede intorno all’1% nel 2025”.
Ma altre banche accelerano
Nel resto del continente Haefele vede altre banche centrali sul punto di tagliare il costo del denaro. “Dopo aver guidato il ciclo di allentamento del 2024 con tagli per 125 punti base”, chiarisce, “la Banca Nazionale Svizzera potrebbe ridurre il tasso di riferimento di ulteriori 25 punti base a marzo per far fronte alla bassa inflazione e alle prospettive economiche deboli per l’Eurozona”. La Banca d’Inghilterra appare invece meno propensa a un taglio immediato ma, secondo UBS, potrebbe effettuare tre tagli da un quarto di punto nel corso del 2025 in risposta a pressioni inflazionistiche in calo e a una crescita più debole.
Strategie d’investimento in un contesto di tassi in discesa
Con il probabile calo dei rendimenti sui depositi, la view di Haefele sulle strategie di investimento non può che privilegiare fonti di reddito più diversificate e durature. “Crediamo che le obbligazioni investment grade offrano un interessante rapporto rischio-rendimento”, spiega il manager di UBS, sottolineando come questi titoli si contraddistingueranno nei prossimi 12 mesi per ritorni attesi tra il medio e l’alto single digit. Interessanti, dal suo punto di vista, sono anche segmenti come i prestiti senior e il credito privato. “Un miglioramento dei rendimenti sulla liquidità è possibile accettando un certo livello di rischio di mercato o di credito”, conclude Haefele.
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