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Mentre si aprono i bandi universitari per le abilitazioni prende forma la promessa del ministro Giuseppe Valditara di affiancare al Tirocinio formativo attivo un nuovo percorso di specializzazione organizzato dall’Indire. L’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa recentemente ha visto la nomina ai vertici di Francesco Manfredi, professore ordinario di Economia aziendale, prorettore dell’Università LUM e, dal 2004, direttore della Lum School of Management. L’obiettivo è ambizioso: formare almeno 50 mila dei circa 85 mila docenti che esercitano la professione di docenti di sostegno senza titolo specifico, già a partire dall’anno scolastico in corso, in non meno di quattro mesi, per rispondere alla cronica carenza di insegnanti di sostegno specializzati. Lo aveva annunciato Valditara in un’intervista a ItaliaOggi a gennaio.
Ora i decreti attuativi sono pronti, alla firma di Valditara, per essere poi trasmessi al Cspi per il prescritto parere.
Obiettivo è garantire una formazione di qualità per i docenti già in servizio
La Legge n. 106/2024, che converte il Decreto-Legge n. 71/2024, ha introdotto una serie di disposizioni urgenti per potenziare la formazione nel sostegno didattico agli alunni con disabilità, con misure straordinarie e transitorie valide fino al 31 dicembre 2025. Questi percorsi, organizzati da Indire anche in collaborazione con le Università e dagli stessi soli atenei, mirano a garantire una formazione di qualità per i docenti già in servizio, rafforzando le loro competenze e rispondendo alle esigenze crescenti del sistema scolastico.
Il Decreto-Legge n. 71/2024 disciplina due percorsi distinti i Percorsi straordinari e transitori destinati ai docenti italiani senza una specializzazione sul sostegno e i percorsi per i docenti che hanno conseguito un titolo estero non ancora riconosciuto in Italia. Entrambi i percorsi si basano sul sistema europeo di crediti formativi Ects (European Credit Transfer and Accumulation System), che facilita il riconoscimento delle qualifiche professionali a livello internazionale.
Il titolo rilasciato ai corsisti
Si tratta di una novità rispetto ai tradizionali Cfu (Crediti Formativi Universitari), utilizzati nei percorsi accademici italiani. Al termine, i corsisti riceveranno un titolo di specializzazione che varierà a seconda dell’ente organizzatore: le Università rilasceranno un titolo di specializzazione universitario, mentre l’Indire fornirà un titolo di specializzazione non universitario, utilizzabile esclusivamente nel sistema scolastico italiano. La differenza è riportata nei documenti in bozza.
In particolare, il titolo rilasciato dalle Università è un titolo di specializzazione universitario per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità con validità generale e può essere utilizzato anche in contesti al di fuori del sistema scolastico italiano. Il titolo rilasciato dall’Indire è definito come titolo di specializzazione non universitario, utilizzabile esclusivamente in ambito nazionale all’interno del sistema educativo di istruzione e formazione italiano. Una distinzione che certamente farà discutere perché, dal punto di vista delle competenze acquisite e delle finalità formative, i due percorsi sono sostanzialmente equivalenti.
I requisiti per i docenti non specializzati
Focus sui percorsi straordinari per docenti italiani, secondo l’articolo 6 del Decreto-Legge 31 maggio 2024, n. 71
Il primo decreto introduce percorsi straordinari e intensivi per i docenti italiani che, pur lavorando già con alunni con disabilità, non possiedono una specializzazione sul sostegno. Questi percorsi sono rivolti a chi ha maturato almeno tre anni di servizio su posto di sostegno negli ultimi cinque anni, anche in modo non continuativo, presso scuole statali o paritarie. Per anno scolastico si intende un periodo di servizio di almeno 180 giorni oppure continuativo dal 1° febbraio fino agli scrutini finali o al 30 giugno per la scuola dell’infanzia. In caso di eccedenza delle domande, saranno ammessi prioritariamente i docenti con un numero maggiore di anni di servizio su posto di sostegno.
A parità di punteggio, la precedenza verrà data al docente più giovane.
Come è strutturato il percorso formativo
Il percorso formativo prevede l’acquisizione di 40 crediti Ects, distribuiti su un periodo minimo di quattro mesi. Ogni credito corrisponde a 25 ore di formazione, che includono lezioni teoriche, laboratori pratici e studio individuale. Le lezioni teoriche saranno erogate prevalentemente in modalità telematica sincrona, con una quota massima del 10% in modalità asincrona, mentre i laboratori si svolgeranno esclusivamente in presenza.
Per i docenti che hanno già maturato almeno tre anni di servizio su posto di sostegno, il tirocinio sarà considerato assolto. I contenuti del percorso sono stati strutturati per garantire una preparazione completa. Tra le principali aree di studio figurano la pedagogia e la didattica speciale, la progettazione del Piano educativo individualizzato (Pei), la didattica per le disabilità sensoriali, intellettive e i disturbi generalizzati dello sviluppo. Non mancano approfondimenti in psicologia dello sviluppo, neuropsichiatria infantile e legislazione sull’inclusione scolastica. Una particolare attenzione sarà dedicata all’uso delle tecnologie per l’apprendimento inclusivo e alle metodologie innovative, come l’apprendimento cooperativo e la ricerca-azione.
La valutazione del percorso didattico
La valutazione del percorso si articolerà in esami intermedi, con una votazione minima di 18/30 per il superamento, e un esame finale in presenza. Quest’ultimo consisterà in un colloquio basato su un elaborato scritto che descriva un caso pratico legato all’esperienza professionale del corsista. Il voto finale sarà calcolato come media aritmetica tra i voti ottenuti durante il percorso e quello dell’esame finale. Il costo massimo del percorso è fissato a 1.500 euro.
Percorsi per docenti con titolo estero
Percorsi per docenti con titolo estero secondo l’articolo 7 del Decreto-Legge 31 maggio 2024, n. 71: sono disciplinati dal secondo decreto che si rivolge ai docenti che hanno conseguito un titolo estero per il sostegno didattico ma che non hanno ancora ottenuto il riconoscimento in Italia. Si tratta di una misura pensata per regolarizzare la posizione della maggior parte dei circa 14.000 docenti abilitati all’estero, di cui neppure la metà ha ottenuto il riconoscimento del titolo.
I docenti interessati dovranno rinunciare formalmente a ogni istanza di riconoscimento del titolo estero per accedere al percorso, contestualmente all’iscrizione. Questa disposizione si applica a chi ha completato percorsi formativi sul sostegno presso università legalmente accreditate o altri enti abilitati, prevalentemente all’interno dell’Unione Europea, e che abbiano una durata minima di 1.500 ore o prevedano il conseguimento di almeno 60 crediti formativi universitari (Cfu).
La struttura di questi percorsi è simile a quella prevista per i docenti italiani che hanno lavorato sul sostegno senza titolo, con alcune differenze legate all’esperienza professionale pregressa. Chi non ha maturato almeno un anno di servizio su posto di sostegno dovrà conseguire 48 crediti Ects, mentre per chi ha già maturato tale esperienza il percorso sarà ridotto a 36 crediti Ects, con il tirocinio considerato assolto.
Anche in questo caso, le attività formative includeranno lezioni teoriche, laboratori pratici e un tirocinio presso istituzioni scolastiche. I contenuti didattici spazieranno dalla pedagogia e didattica speciale alla legislazione scolastica italiana, con un focus specifico sull’utilizzo delle tecnologie per l’apprendimento inclusivo.
Il costo del percorso sarà proporzionato al numero di crediti richiesti: fino a 1.500 euro per i percorsi da 48 crediti e 900 euro per quelli da 36 crediti. Al termine, i corsisti riceveranno un titolo di specializzazione valido solo a livello nazionale. Del resto, il problema della carenza di docenti specializzati è tutto italiano.
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