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Come funziona il rimborso degli interessi del mutuo sulla prima casa? Si tratta di un dubbio certamente frequente fra i contribuenti che, finalizzata una compravendita immobiliare, desiderano approfittare degli appositi incentivi. Quando si acquista l’abitazione principale, è infatti possibile avvalersi della detrazione IRPEF al 19% degli interessi passivi sul mutuo contratto, per un massimo di 4.000 euro. Ma, una volta che si trova il mutuo migliore per le proprie esigenze, quale procedura seguire per ottenere il rimborso?
Cos’è la detrazione degli interessi sul mutuo
Il rimborso degli interessi passivi sul mutuo per la prima casa rappresenta un importante incentivo per tutti coloro che, desiderosi di possedere un immobile di proprietà adibito ad abitazione principale, vogliono avvalersi di un finanziamento ipotecario. Regolata dall’articolo 15 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi, ovvero il D.P.R. 917/1986, la misura prevede:
- una detrazione IRPEF al 19% sugli interessi passivi e sulle spese accessorie pagate sul mutuo;
- fino a un massimo di 4.000 euro l’anno.
Come facile intuire, l’incentivo è disponibile per i finanziamenti contratti sulla prima casa – quindi l’abitazione principale, dove si è fissata la propria residenza – tuttavia la detrazione può essere estesa anche:
- ai mutui ristrutturazione;
- ai mutui per la costruzione di nuovi immobili.
Per i finanziamenti per ristrutturazione o costruzione, il tetto massimo detraibile all’anno è però di 2.582,28 euro. Per comprenderne il funzionamento di ogni tipologia di mutuo, compresi i già citati finanziamenti per ristrutturazioni e costruzioni, è utile avvalersi di una guida passo per passo al mutuo.
I requisiti per il rimborso degli interessi sul mutuo
Prima di entrare nel dettaglio su come si recuperano gli interessi sul mutuo, è innanzitutto necessario vagliare le condizioni che permettono di approfittare delle agevolazioni previste per legge. Così come evidenziato anche dalla guida dell’Agenzia delle Entrate sulla detrazione degli interessi sul mutuo per la prima casa, è necessario che:
- l’immobile sia stato acquistato dalla persona che ha acceso il mutuo;
- la casa sia adibita ad abitazione principale del mutuatario, o da un suo familiare, con lo spostamento della residenza entro un anno dall’acquisto;
- l’immobile sia stato acquistato nell’anno precedente, o successivo, alla stipulazione del mutuo.
Se, invece, la detrazione riguarda un mutuo richiesto per la ristrutturazione o la costruzione di una casa, i requisiti prevedono che:
- il mutuo sia stato stipulato nei sei mesi precedenti alla data di inizio dei lavori o, ancora, entro i 18 mesi successivi;
- il finanziamento venga sottoscritto da chi entrerà in possesso dell’immobile al termine dei lavori;
- la casa dovrà diventare l’abitazione principale del proprietario entro i sei mesi dal termine dei lavori.
In base a queste condizioni, emerge che la detrazione degli interessi passivi sul mutuo per la prima casa senza residenza non è possibile, se non per le eccezioni di legge documentate, come i trasferimenti per lavoro, i ricoveri ospedalieri e le cause di forza maggiore. Se la stessa residenza non viene trasferita sull’immobile entro i 12 mesi previsti per legge, si perde il diritto di goderne. Tuttavia, potrà essere recuperata negli anni successivi. In tutti i casi, si deve trattare di un finanziamento di tipo ipotecario, cioè garantito da ipoteca.
Quanto si recupera nel 730 sugli interessi del mutuo
Definita la possibilità di rimborso degli interessi sul mutuo e delle spese accessorie, e verificati i requisiti per poter accedere alla detrazione, è lecito chiedersi quanto si recupera nel 730 sugli interessi del mutuo.
Per i finanziamenti sull’abitazione principale, si può approfittare del 19%, con un tetto massimo di 4.000 euro. È quindi utile ricorrere a un esempio per la detrazione degli interessi sul mutuo per la prima casa, come da seguente tabella:
Interessi e spese accessorie | 19% di detrazione | Risparmio |
3.000 euro | 570 euro | 570 euro |
4.000 euro | 760 euro | 760 euro |
5.000 euro | 950 euro | 760 euro |
Come appare evidente, raggiunto il tetto massimo di 4.000 euro, si otterrà un rimborso non superiore a 760 euro: la porzione degli interessi e delle spese accessorie in eccedenza non verrà considerata ai fini del calcolo.
Se il finanziamento richiesto è per la ristrutturazione o la costruzione dell’immobile, bisogna invece considerare il tetto da 2.582,28 euro. Di conseguenza:
Interessi e spese accessorie | 19% di detrazione | Risparmio |
2.000 euro | 380 euro | 380 euro |
2.500 euro | 475 euro | 475 euro |
3.000 euro | 950 euro | 490 euro |
Anche in questo caso, raggiunto il tetto massimo di 2.582,28 euro, si otterrà un rimborso non superiore a 490 euro: la porzione in eccedenza non verrà considerata ai fini della detrazione.
È utile però sapere che il calcolo è sempre riferito all’intero mutuo. Di conseguenza:
- per i mutui cointestati, il tetto massimo va suddiviso in base alle quote di proprietà o alla percentuale di interessi pagata da ogni proprietario. Se, di conseguenza, il mutuo è intestato al 50% a due coniugi, ognuno potrà detrarre fino a un massimo di 2.000 euro di interessi;
- in presenza di rimborsi per gli interessi di un mutuo floor, e quindi si ha diritto a un rimborso per la differenza tra il tasso minimo applicato ed eventuali periodi di tassi negativi, questa porzione non rientra nel calcolo della detrazione IRPEF, bensì dovrà essere richiesto alla banca, tramite contenzioso. Le detrazioni fiscali si applicano infatti a interessi effettivamente corrisposti e certificati, non a rimborsi terzi non ottenuti.
Come si recuperano gli interessi sul mutuo
Compreso il funzionamento della detrazione, e il massimo che si può ottenere nel 730, come si procede materialmente alla richiesta di rimborso? In linea generale, non si effettua una domanda per il rimborso degli interessi sul mutuo prima casa, bensì si presenta il costo sostenuto in sede di dichiarazione dei redditi, affinché la detrazione venga automaticamente applicata.
Innanzitutto, è necessario recuperare tutta la documentazione necessaria: annualmente, la banca inoltra al mutuatario una certificazione, che riporta gli interessi e le spese accessorie pagate nell’anno precedente. Dopodiché, i dati presenti nella stessa certificazione,serviranno per la compilazione della dichiarazione dei redditi:
- per il 730, si dovrà compilare il Quadro E “Oneri e Spese”, scegliendo la Sezione I e la riga E7;
- per il Modello Redditi Persone Fisiche, ad esempio per i lavoratori autonomi, si dovrà completare il Quadro RP “Oneri e Spese”, scegliendo la Sezione I e la riga RP7.
Per il recupero degli interessi passivi sul mutuo sugli anni precedenti, va compilato il rigo E7 del 730 integrativo o il rigo RP7 del modello Redditi Persone Fisiche nella dichiarazione integrativa, specificando l’anno di riferimento. È possibile procedere entro 5 anni dall’anno omesso.
Tempistiche della detrazione
Ma il rimborso degli interessi sul mutuo prima casa, quando arriva? In altre parole, quali tempistiche sono necessarie? Se si procede con il 730, in genere:
- se si procede alla presentazione veloce, quindi entro giugno, il rimborso potrebbe pervenire tra luglio e settembre dello stesso anno, in base ai tempi di lavorazione dell’Agenzia delle Entrate;
- se si procede alla presentazione entro il termine del 30 settembre, il rimborso generalmente viene accreditato tra ottobre e novembre per i dipendenti e tra novembre e dicembre per i pensionati.
- per le dichiarazioni tardive, eventuali rimborsi potrebbero slittare all’anno successivo a quello di presentazione.
Per il Modello Redditi Persone Fisiche, le tempistiche potrebbero invece essere più lunghe, indicativamente con rimborsi che partono dal novembre dello stesso anno fino al febbraio del successivo, in base ai tempi di lavorazione.
Se ci si avvale di un sostituto d’imposta, come ad esempio il datore per lavoratori dipendenti, la somma potrebbe essere direttamente accreditata in busta paga. I lavoratori autonomi, invece, ricevono solitamente un assegno oppure l’accredito sul conto corrente indicato all’Agenzia delle Entrate. I pensionati, infine, possono vedersi aggiungere la somma direttamente nella pensione.
Poiché la materia può essere anche notevolmente complessa, e il rischio di errori elevato, il consiglio è quello di affidarsi alla competenza del proprio commercialista di fiducia.
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