parte il sistema di allerta nel PS

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“Le aggressioni, sia verbali che fisiche, al personale sanitario e socio-sanitario rappresentano un fenomeno paradossale e incomprensibile, eppure talmente frequente da meritare purtroppo una Giornata nazionale per tenere alta l’attenzione sul tema – spiega l’assessore regionale alle politiche per la salute, Massimo Fabi -. Un problema gravissimo, che mina la serenità di chi ogni giorno si prende cura della nostra salute e l’efficacia del nostro sistema sanitario. L’introduzione, lo scorso anno, della piattaforma regionale SegnalER come sistema di monitoraggio per le aggressioni, che consente agli operatori di segnalare in modo sicuro e immediato gli episodi di violenza, ha avuto un ruolo fondamentale nel rendere questo fenomeno più visibile e nel permetterne una rilevazione più precisa”.

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I dati sotto le due torri

Nelle strutture sanitarie bolognesi 474 segnalazioni arrivate nel 2024. 432 di tipo verbale, 105 di tipo fisico e 55 contro la proprietà (danneggiamento di oggetti, arredi o attrezzature)”. Nel 2023 erano state 351 (321 verbali, 75 fisiche e 29 contro la proprietà), riferisce Ausl Bologna che spiega come il 74% delle segnalazioni “ha coinvolto operatori di genere femminile e il 23,5% di genere maschile”, mentre “nel rimanente 2,6% non è possibile risalire al genere perché la segnalazione riguarda più operatori o perché non è nota l’identità del segnalante”. 

Nel 62% dei casi i professionisti coinvolti sono stati infermieri, nel 19,8% medici, nel 6,5% Oss, nel 2,8% dipendenti non sanitari e nell’8,5% altre figure, mentre per quanto riguarda gli aggressori “nel 66% dei casi (314) è stato un paziente, nel 31% un familiare, caregiver o conoscente e nel 3% un estraneo”. Il 70% degli episodi di violenza “si è verificato nelle strutture ospedaliere, corrispondente a 335 casi, mentre nel 24% dei casi, pari a 112 segnalazioni, gli episodi sono avvenuti in poliambulatori, ambulatori territoriali, Case della comunità e strutture residenziali”. Infine, 27 segnalazioni (6%) hanno riguardato gli istituti penitenziari dove lavorano le equipe sanitarie, vale a dire il carcere della Dozza e l’Istituto penale minorile del Pratello.

Per quanto riguarda l’esito delle aggressioni, “nel 92,2% dei casi (437 segnalazioni) l’aggressore è stato fermato in tempo, non ha causato lesioni oppure lesioni lievi che non hanno richiesto trattamenti, nel 7% (33) l’operatore aggredito ha dovuto sottoporsi a visita medica, osservazioni, monitoraggi, approfondimenti o trattamenti, mentre lo 0,4% (due casi) ricade nella categoria che comprende l’uso di corpi contundenti o armi, il pericolo di vita, violenza per motivi razziali o sessuali, traumi e ferite gravi, ricovero o infortuni”.

I dati in Emilia-Romagna

In Emilia-Romagna, le aggressioni al personale all’interno dei luoghi di cura sono aumentate dell’11,7% rispetto all’anno precedente, passando da 2.401 a 2.682 casi. L’aumento riguarda quelle di tipo verbale (+12,5%), mentre sono diminuite quelle più gravi di tipo fisico (-11,9%). I dati sono stati forniti oggi in una conferenza stampa in Regione, dall’assessore alle Politiche per la salute Massimo Fabi, in occasione della Giornata nazionale contro la violenza sugli operatori sanitari e socio-sanitari. 

Fabi ha anche illustrato le misure di prevenzione e contrasto con l’avvio della campagna del servizio sanitario regionale, denominata “Più cura per chi cura”. 

“Serve lavorare su due fronti: cercare di rafforzare, con tutti gli strumenti disponibili e con la collaborazione e l’impegno dei soggetti coinvolti, la sicurezza degli operatori e promuovere una cultura del rispetto. Per questo oltre alle misure già adottate, tra cui tecnologie di sorveglianza avanzate, interventi il più possibile tempestivi, percorsi formativi e supporto psicologico e giuridico per il personale vittima di aggressioni, in occasione del 12 marzo lanciamo una campagna di comunicazione curata dal servizio sanitario regionale, con l’obiettivo di stipulare una sorta di patto con la cittadinanza”.

Lunedì prossimo verrà firmato in Questura a Bologna un protocollo di intesa assieme al Policlinico Sant’Orsola per avviare il nuovo sistema di allerta anti-aggressioni nei Pronto soccorso, integrato con la Centrale operativa della Questura. 

Più colpite le donne

Nettamente più colpite le donne (70,3%) nelle strutture sanitarie emiliano-romagnole e la categoria degli infermieri (57,9%). Ad aggredire soprattutto (62,6%) gli stessi utenti e pazienti. Il 32,4% degli episodi si verifica nei reparti di degenza. Stesso scenario nelle strutture di competenza di Ausl Bologna, con il 74% delle segnalazioni che coinvolto le operatrici, contro il 23,5% di addetti maschi. 

I dati relativi alle aggressioni sono raccolti dalla Regione e inviati all’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie, come stabilito dalla normativa nazionale. La registrazione delle segnalazioni viene effettuata dalle Aziende Sanitarie: dal 2024 la piattaforma Segnal-ER, già utilizzata per rilevare le segnalazioni degli incidenti relativi alla sicurezza dei pazienti, viene estesa anche alla raccolta delle segnalazioni di aggressioni e come sistema di analisi, controllo e monitoraggio tempestivi.

Secondo i dati raccolti con questo nuovo sistema regionale, nel 2024 sono gli infermieri la categoria più esposta, rappresentando il 57,9% delle aggressioni, seguiti dai medici (13,6%) e dagli operatori socio-sanitari (11,4%).

Chi sono gli aggressori 

Gli aggressori, in maggioranza, sono gli stessi utenti o pazienti (62,6%), mentre nei restanti casi si tratta di parenti, caregiver, conoscenti o estranei. I luoghi in cui gli episodi si sono manifestati maggiormente, in termini assoluti, sono i reparti di degenza (32,4%), i Pronto Soccorso e i Servizi di emergenza territoriale (24,1%), i servizi psichiatrici e delle dipendenze (17,2%), e gli ambulatori (11,7%).

La campagna “Più cura per chi cura”

“È stato importante – spiega Fabi – il coinvolgimento di tutti gli attori all’interno delle Aziende sanitarie per ridurre il senso di impotenza di chi si trova a fronteggiare situazioni simili, ma per prevenire episodi di violenza c’è bisogno di creare una sensibilità diffusa. Ogni aggressione è un episodio di troppo”.

Ausl Bologna ricorda che “oggi è prevista, a seguito delle recenti modifiche legislative, la procedibilità d’ufficio nel caso di lesioni ai professionisti sanitari” e si impegna “a una efficace azione di sostegno a tutela del personale che abbia subito aggressioni, fornendo supporto legale sia in fase di segnalazione, sia costituendosi in giudizio a tutela delle ragioni di interesse pubblico di cui l’operatore è parte integrante”. È inoltre prevista “l’offerta di supporto e affiancamento psicologico, grazie a un gruppo di lavoro dedicato”.

Le misure adottate

Oltre alla piattaforma SegnalER, sono diverse le azioni delle Aziende sanitarie e Ospedaliere per la sicurezza degli operatori della sanità, seguendo le Linee di indirizzo regionali: sono stati potenziati i sistemi di videosorveglianza e illuminazione e installati pulsanti di allarme e vetri anti-sfondamento, in particolare nelle zone ad alto rischio come i Pronto Soccorso; è stata rafforzata la collaborazione con le Forze dell’ordine, attivando protocolli bilaterali con le Questure per una risposta più rapida ed efficace agli episodi di violenza.  Un altro aspetto fondamentale riguarda il supporto psicologico e la tutela legale offerti agli operatori vittime di aggressioni. Molto si è fatto anche in termini di formazione e sensibilizzazione del personale sanitario, con corsi di formazione e un focus specifico sulla prevenzione, sulla comunicazione efficace e sulla gestione delle situazioni critiche. Inoltre, il tema delle aggressioni è stato inserito nei corsi obbligatori per i neoassunti, con l’obiettivo di sensibilizzare fin da subito il personale su questa problematica.

“Nel 2024 è proseguita la formazione dei lavoratori sul tema, che ha coinvolto 466 operatori”, tra cui “140 dipendenti dei servizi di Emergenza urgenza, Salute mentale, Continuità assistenziale e Cau che hanno partecipato a corsi di apprendimento di abilità di autodifesa, 33 che hanno svolto il corso per acquisire competenze sul lavorare in team in caso di aggressione e cinque che hanno sviluppato capacità per diventare a loro volta formatori”.

Lunedì prossimo verrà firmato in Questura a Bologna un protocollo di intesa assieme al Policlinico Sant’Orsola per avviare il nuovo sistema di allerta anti-aggressioni nei Pronto soccorso, integrato con la Centrale operativa della Questura. 

Modalità di diffusione della campagna “Più cura per chi cura”

Locandine e video dell’iniziativa sono distribuite negli ambulatori e nelle sedi dei servizi sanitari, a partire dai Pronto Soccorso; Aziende Usl e Aziende Ospedaliere promuovono i contenuti attraverso i propri canali di comunicazione ed è prevista una campagna sponsorizzata della Regione sui principali social media; inoltre, contribuiscono alla diffusione del messaggio anche le farmacie convenzionate di tutta l’Emilia-Romagna.

Per dimostrare supporto e rafforzare la fiducia reciproca si può utilizzare sui social l’hashtag #CuraperChiCura, raccontando le esperienze positive con il personale sanitario; infine, si intende dare continuità e attenzione a questo tema importante e delicato proponendo ulteriori iniziative di comunicazione e momenti di riflessione nelle scuole e nelle comunità locali.

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