occupano scuole e università contro il governo – Libero Quotidiano

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito



Tommaso Montesano

E dire che nell’incontro di Palazzo Chigi con Giorgia Meloni i magistrati avevano chiesto di «recuperare un reciproco rispetto». Poi sono arrivate la sentenza shock sull’obbligo di risarcire i migranti trattenuti sulla nave “U. Diciotti”, la mobilitazione pancia a terra – e «ovunque e a chiunque» – contro la riforma della separazione delle carriere, e la richiesta di un incontro «non formale» al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Insomma, gli schemi sono già saltati. Ieri il Comitato direttivo centrale dell’Associazione nazionale magistrati ha concluso i suoi lavori approvando un ordine del giorno che come punto prioritario prevede l’avvio, nei «prossimi mesi», di una serie di iniziative su scala nazionale «per parlare con la cittadinanza della riforma della separazione delle carriere». Sedi della protesta: scuole, università e social. Obiettivo: preparare, una volta approvate le modifiche governative, la battaglia per il referendum abrogativo, che potrebbe tenersi nella primavera del prossimo anno.

Il “sindacato” delle toghe potrebbe creare un suo comitato referendario. «Il nostro principale obiettivo è imbastire tutta una serie di manifestazioni, di incontri e di comunicazione per portare il nostro messaggio ovunque», ha ribadito intanto il presidente dell’Anm, Cesare Parodi. Il vertice dell’Associazione ieri ha ufficializzato il «sostegno» formale, anche dal punto di vista delle risorse, alle Giunte locali per preparare al meglio le fasi della protesta. Tra le possibili azioni, la convocazione della riunione dei prossimi Comitati direttivi centrali in varie città (ad esempio a Milano, Bologna e nei principali centri del Mezzogiorno). Un clima nel quale si è inserito lo scontro con l’esecutivo dopo la sentenza della Corte di Cassazione sul risarcimento dei danni dei migranti. Intervistato daRepubblica, Stefano Musolino, il segretario generale di Magistratura democratica, la componente progressista dell’Anm, ha invocato addirittura «un’ostinata resistenza costituzionale»: «Battersi è il nostro dovere costituzionale. Non importa quali saranno i costi personali». Una vera e propria chiamata alle armi. Come un partito politico.

 

«Ma dove vanno? La smettano di andare in giro ai convegni, facendo comizi contro il governo. E il presidente della Corte suprema di Cassazione, Margherita Cassano, si astenga dal bacchettare la politica ed eviti di fare intimidazioni al Parlamento», attacca Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato. Invece è proprio quello che le toghe hanno intenzione di fare da qui ai prossimi mesi. Eppure è lo stesso segretario generale dell’Anm, Rocco Maruotti, a ricordare che il compito dei magistrati è, «per dettato costituzionale, applicare la legge». Anche «interpretandola», certo. Ma non discutere delle iniziative del governo in un’assemblea studentesca permanente.

Ieri il governo dell’Anm, tanto per tenere alto il livello della tensione con l’esecutivo, ha anche bussato a denari. Tornando a chiedere all’esecutivo «una modifica tempestiva» della legge che regola il trattamento economico delle toghe. Nello specifico, la parte in cui – la normativa è del 1981 – non prevede il pagamento dell’indennità nei periodi di malattia. «Il magistrato subisce una pesante decurtazione stipendiale», aveva protestato l’Anm sotto la precedente gestione di Giuseppe Santalucia. Adesso il suo successore Parodi torna alla carica, chiedendo che «si ripristini l’intero trattamento economico in caso di malattia dei magistrati». E anche su questo «verrà chiesto un incontro al ministro della Giustizia», Carlo Nordio. Lo scontro aperto dalla sentenza della Corte di Cassazione sui migranti ha provocato un’insolita sintonia tra magistrati e avvocati.

Una nota dell’Unione delle camere penali, infatti, pur rispettando «la critica e il dissenso», che «rappresentano il fondamento di ogni confronto democratico», invita a non eccedere con «incontinenti aggressioni verbali che esulano del tutto dal merito tecnico delle decisioni giudiziarie», e che «costituiscono una grave lesione all’immagine stessa della giurisdizione». La risposta, caustica, arriva dal solito Gasparri: «Ha ragione l’Ucpi: bisogna evitare incontinenze verbali e affermazioni improprie. Proprio quello che ha fatto la Corte di Cassazione con una sentenza sbalorditiva che ipotizza risarcimenti a favore dei clandestini».

 

 

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link