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BARI/UGENTO – Il dissenso già palesato dal territorio salentino sulla previsione di riattivazione, attraverso la sopraelevazione dell’impianto di soccorso di Burgesi, della discarica di Ugento, e anche di quella di Corigliano D’Otranto nell’ambito della delibera di integrazione del Piano regionale dei rifiuti, è giunto anche in commissione Ambiente.
Tra gli argomenti in discussione nella V commissione regionale, presieduta dal consigliere Michele Mazzarano, si è affrontata, infatti, questa mattina, anche la disamina la delibera della giunta regionale dello scorso 11 febbraio che riguardava l’aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani, con l’introduzione di modifiche all’assetto impiantistico del settore smaltimento.
L’obiettivo della Regione è quello di aumentare le volumetrie disponibili nel breve periodo, senza ulteriore consumo di suolo, per fronteggiare le necessità di conferimento dei rifiuti. Le ipotesi sono ricadute su siti di Deliceto, Ugento e Manduria e per la discarica di Corigliano d’Otranto, invece, l’entrata in funzione dovrà essere subordinata a specifiche condizioni vincolanti.
Un provvedimento che in sintesi prevedrebbe, secondo i nuovi orientamenti regionali, di accogliere una ulteriore mole di rifiuti indifferenziati (per 190 mila metri cubi), provenienti da Brindisi, dalla discarica di contrada Autigno, attraverso la sopraelevazione, l’ultima in ordine di tempo rispetto a quelle già adottate nel corso degli anni precedenti, della discarica di soccorso di Burgesi nel territorio di Ugento, già satura da tempo.
La richiesta di delucidazioni e di escludere le due discariche di Ugento e Corigliano, in tal senso, è pervenuta alla Commissione dai consiglieri regionali, Paolo Pagliaro, e Cristian Casili.
A supportare tali richieste sono giunte le dichiarazioni rilasciate al verbale della Commissione, del vice sindaco di Ugento, Massimo Lecci, del sindaco di Taurisano, Luigi Guidano, del sindaco di Presicce-Acquarica, Paolo Rizzo, e del primo cittadino di Salve, Francesco Villanova, i quali hanno sottolineato che il territorio in cui ricade la discarica di Ugento in località Burgesi, ha già abbondantemente dato in ogni forma e in ogni misura, ed oggi si ritrova ancora a ricevere il 40-50 per cento in più di rifiuti stabiliti.
Assente per impegni il sindaco di Corigliano d’Otranto, Dina Manti, che sarà riconvocata alla pari dell’assessore all’Ambiente, Serena Triggiani, assente anch’essa per motivi personali. A chiusura dei lavori, da parte dei richiedenti l’audizione è pervenuta la richiesta affinché l’assessore all’Ambiente recepisca le volontà del territorio.
Pagliaro (Fdi): “Posizione netta, no alla riapertura”
Il consigliere Palolo Pagliaro ha evidenziato quanto sia di necessaria urgenza fermarsi e non dare seguito al contenuto dell’ultima deliberazione da parte della giunta regionale, con cui si prevede il conferimento di 190 mila metri cubi per lo smaltimento degli scarti dei rifiuti indifferenziati presso la discarica di Ugento gestita dalla Progetto Ambiente Bacino Lecce 3 surl, impianto che non è più attivo per intervenuta scadenza del contratto di concessione, nonché l’entrata in esercizio – a condizioni vincolanti – della discarica di Corigliano d’Otranto.
Con riferimento a Burgesi, il consigliere ha evidenziato anche i dati raccolti nell’Atlante Tumori della Asl di Lecce del 2024 dove l’incidenza nel basso Salento tra Ugento, Nardò Casarano e Gallipoli, presenta picchi che superano la media provinciale e regionale. In particolare a Ugento, per quanta riguarda il tumore alla tiroide, il rapporto tra casi osservati e attesi raggiunge il 321,5 per cento tra gli uomini e l’84,9 per cento tra le donne.
Inoltre, l’’intero distretto di Casarano, che include Ugento, segue la stessa tendenza con un’incidenza del 130 per cento negli uomini e del 109,2 per cento nelle donne. Dati anomali che inducono ad imputare l’origine di questa diffusione proprio all’inquinamento ambientale
A questo si deve aggiungere che l’impianto di discarica di Corigliano d’Otranto, pur ultimato a marzo 2014, non è mai entrato in esercizio a causa dell’alto rischio che il percolato rivenente dai rifiuti stoccati possa contaminare la falda acquifera sottostante a cui attingono i pozzi, in gran parte di proprietà dell’Acquedotto pugliese, che forniscono acqua potabile a circa l’80 per cento del territorio salentino.
“Qui non si tratta di guerra di campanile, la battaglia in difesa dell’ambiente e della salute non ha confini di paese ma deve vederci tutti uniti contro l’ennesimo sopruso deciso da Bari” ha commentato Pagliaro, “noi abbiamo già dato troppo, abbiamo pagato un prezzo altissimo e non siamo disposti a ulteriori sacrifici. Perciò diciamo alla Regione che vada altrove a stoccare i rifiuti, certamente non a Ugento né a Corigliano. Siamo pronti alle barricate con i cittadini del nostro Salento”.
Casili (M5S): “Quei territori hanno già dato”
A queste si sono aggiunte anche le motivazioni del consigliere Casili secondo cui la salvaguardia ambientale e paesaggistica dell’area in questione è una conditio sine qua non a seguito degli storici impatti sulle matrici ambientali.
Pertanto, la problematica legata alla discarica di Ugento sussiste ormai da anni e la popolazione ha già pagalo un prezzo altissimo in termini ambientali e di salute e pur comprendendo le difficoltà della Regione per quello che riguarda lo smaltimento in discarica dei rifiuti e l’attuale situazione di emergenza, non è accettabile continuare a chiedere sacrifici a un territorio già fortemente vessato, tantomeno pensando ad un’indennità in favore dei Comuni che ospitano le discariche che non potrà mai compensare i rischi per l’ambiente e la salute dei cittadini dei Comuni di Ugento, Taurisano, Presicce-Acquarica e Salve.
Né tantomeno si può pensare di intervenire facendo ritornare in auge la rifunzionalizzazione de sito individuato come la discarica di Corigliano che poggia su una piattaforma carsica di acqua dolce e che non possiamo permetterci il rischio di riscontrare la presenza di sostanze inquinanti. Per Casili, dunque, a seguito di tali motivazioni di fragilità ambientale non vanno conferiti rifiuti nelle due discariche citate e chiede che si metta la parola fine e che si lasci in prospettiva di una amministrazione subentrante la decisione.
Arpa Puglia: “Controlli costanti”
Da parte di Arpa Puglia, rappresentata da Oronzo Simone, è stata evidenziata la funzione terza dell’agenzia regionale a supporto degli enti che devono emettere autorizzazioni in termini ambientali, e in questa area ha sempre manifestato il massimo impegno.
In ordine alla discarica di Corigliano da sempre si fanno controlli alle acque sotterranee ottenendo finora sempre risultati confortanti e anche recente sono stati eseguiti dei controlli sulla funzionalità dell’impianto, ove mai dovesse entrare in esercizio.
Anche per ciò che attiene l’area della discarica di Ugento, ha ricordato il piano di bonifica di Burgesi riveniente da un’azione parlamentare dell’onorevole Palese, da cui è scaturita una serie di azioni i cui risultati fanno emergere una situazione non disastrosa, ma abbastanza buona e dal controllo dei piezometri fatto ogni quattro mesi e dei pozzi limitrofi ogni tanto si affacciano dei dati ai quali bisogna prestare attenzione in relazione ai Pcb per capire qual è la loro provenienza.
Il Piano Burgesi prevede anche una indagine sugli alimenti per la quale Arpa è sempre molto attenta. Le prestazioni globali dell’impianto di Burgesi sono sempre attenzionate da parte di Arpa.
Il nuovo piano della Regione
Il direttore del dipartimento Ambiente, Paolo Garofoli, ha precisato che la Regione Puglia non si trova in stato di emergenza dei rifiuti, tant’è che nel 2024 il presidente della Regione non ha adottato alcun atto emergenziale. Si ha invece una rete impiantistica che ha bisogno di essere realizzata secondo il Piano approvato nel 2021. Il 40 per cento dell’indifferenziato non va tutto in discarica e si ha ancora un indice di recupero molto basso, da qui quindi il bisogno di realizzare impianti di discarica.
Si è intervenuti con la delibera di giunta del febbraio scorso, per dare l’indirizzo a modificare le condizioni vincolanti per l’entrata in esercizio del sito di discarica di Corigliano d’Otranto prevedendo lo stralcio del pretrattamento di “inertizzazione” a cui sottoporre i rifiuti da avviare a smaltimento in discarica poiché, a seguito della sperimentazione condotta, non è stata verificata la sostenibilità ambientale del trattamento.
Sono previste come nuove condizioni vincolanti per l’entrata in esercizio della discarica: il monitoraggio semestrale dello stato qualitativo della falda dei cinque piezometri di controllo della discarica, a cura di Arpa Puglia, sino all’entrata in esercizio del sito e fatte salve diverse e più stringenti prescrizioni, quali l’intensificazione della periodicità dei monitoraggi delle acque sotterranee, che potranno essere previste nell’iter amministrativo teso al riesame del titolo autorizzativo, e da attuarsi in fase di esercizio e in fase di post-gestione.
Inoltre è prevista, la definizione di un piano operativo finalizzato alla verifica e controllo delle caratteristiche meccaniche e funzionali della discarica, a cura del gestore con l’ausilio di istituti universitari. In particolare si impegna l’Ager, nell’ambito del contratto di concessione in essere, a vigilare e coordinare tali attività nonché ad approvare il documento richiamato, il quale dovrà essere parte integrante della documentazione tecnico-amministrativa dell’istanza di riesame dell’autorizzazione.
Ed ancora, di sviluppare un accordo con l’Università degli studi di Bari, Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali, in considerazione della necessità di disporre di un quadro conoscitivo aggiornato degli acquiferi nei vari contesti geologici pugliesi e della valutazione della qualità e vulnerabilità degli acquiferi regionali, finalizzato alla creazione di sinergie tra Pubbliche Amministrazioni su tematiche di interesse pubblico comune, secondo le modalità che saranno definite con successivo atto di giunta. Tale Accordo avrà ad oggetto, in prima attuazione, l’aggiornamento dello studio quali-quantitativo dell’acquifero relativamente ad una porzione di territorio significativa e comprensiva dei pozzi ad uso idropotabile più prossimi al sito di discarica ubicato nel comune di Corigliano d’Otranto.
Con riferimento alla discarica di Ugento, sempre il direttore Garofoli, ha spiegato che si può ritenere che le volumetrie in ampliamento previste presso il sito Burgesi, al netto degli aspetti concessori di competenza di Ager, possono essere considerate coerenti con la vigente pianificazione, già assoggettata a procedura di Valutazione ambientale strategica in quanto trattasi di “ampliamento di discariche pubbliche in esercizio al 2021”, e possono intendersi in sostituzione di quota parte di volumi di discarica già previsti dal vigente piano e ad oggi indisponibili in esito alle valutazioni amministrative e tecniche eseguite e va considerato l’intervento in ampliamento della discarica di Ugento per circa 190 mila metri cubi gestita dalla Progetto Ambiente Bacino Lecce 3 surl.
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