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Il fenomeno delle liste d’attesa nel sistema sanitario è uno dei temi critici più rilevanti e sentiti nel nostro Paese. Le difficoltà nel garantire un accesso tempestivo alle prestazioni sanitarie costituiscono una delle maggiori criticità per i cittadini, influendo sulla loro qualità di vita e sullo stato di salute. In questo contesto, la tecnologia può rappresentare una svolta fondamentale per rendere più efficiente l’intero sistema sanitario e garantire una migliore gestione delle risorse disponibili.
Liste d’attesa in sanità: ecco la piattaforma, ma è ancora emergenza
Conseguenze dei tempi di attesa e accessi impropri
Le tempistiche necessarie per ottenere una visita specialistica, un esame diagnostico o un intervento chirurgico programmato sono spesso molto lunghe e non riescono più a garantire una presa in carico tempestiva ed efficace del paziente. Questo ha ripercussioni significative sulla capacità di risposta del Sistema pubblico e sulla sua sostenibilità nel lungo periodo. I motivi del fenomeno sono numerosi e complessi e molte sono le soluzioni che si stanno cercando di mettere in campo per offrire risposte adeguate.
Sicuramente, una gestione inefficace delle liste d’attesa, unita alla carenza di una presa in carico territoriale adeguata, porta a situazioni in cui problemi sanitari di lieve entità o a carattere sociale si riversano sul Pronto Soccorso, alimentando il cosiddetto fenomeno degli accessi impropri. Questo contribuisce a generare un ciclo disfunzionale: le risorse ospedaliere vengono assorbite da casi non urgenti, il personale sanitario è sotto pressione e le urgenze effettive vengono penalizzate in termini di rapidità ed efficacia degli interventi.
Dati sul sovraccarico ospedaliero e accessi impropri
I dati testimoniano che il tema è più serio di quanto si possa pensare. Un recente report di Agenas evidenzia che dei 18,27 milioni di accessi nei Pronto Soccorso nel 2023, circa 4 milioni sono impropri. L’ultima indagine condotta da FADOI (Federazione delle Associazioni Dirigenti Ospedalieri Internisti) ha messo in luce che in media 3 ricoveri su 10 si sarebbero potuti evitare con una migliore presa in carico dei pazienti da parte dei servizi territoriali.
Inoltre, il 20% dei ricoveri impropri in Pronto Soccorso è di natura sociale più che sanitaria. In numeri assoluti, ciò comporta 2 milioni e 250 mila ricoveri evitabili l’anno, con un costo stimato di circa 6 miliardi di euro e conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti: sovraccarico ospedaliero, spreco di risorse e tempi di attesa che si allungano ulteriormente.
Fenomeno, tra l’altro, indicato da Agenas come caratterizzante di tutte le Regioni e tutte le strutture, senza particolari differenziazioni geografiche. Inoltre, nell’ultima rilevazione condotta dalla SIMEU (Società Italiana di Medicina d’Emergenza Urgenza) è emerso che i principali problemi che affliggono i Pronto Soccorso sono legati soprattutto alla carenza di personale (29%) e agli accessi impropri (26%), seguiti poi dal boarding (26%) e dalle aggressioni (19%).
Soluzioni digitali per migliorare l’accesso alle cure
Come si può invertire questa tendenza? La risposta potrebbe arrivare proprio dalla digitalizzazione. L’implementazione di soluzioni tecnologiche come sistemi per la prenotazione automatizzata, la comunicazione diretta medico-paziente e l’erogazione di servizi di telemedicina può infatti rafforzare la rete territoriale, migliorando l’efficacia e l’accessibilità delle cure.
La tecnologia rappresenta un supporto strategico per ottimizzare l’organizzazione degli ambulatori e dei servizi territoriali, riducendo i tempi di attesa, prevenendo disguidi e migliorando la presa in carico del paziente. In quest’ottica, adottare strumenti digitali per la gestione sanitaria territoriale significa intervenire in modo significativo sulla riduzione degli accessi impropri ai Pronto Soccorso, rappresentando un vero e proprio “filtro” di governo del fenomeno.
Telemedicina e intelligenza artificiale nella sanità
La possibilità di prenotare una visita con il proprio medico in tempi brevi, di ricevere consulti virtuali o di effettuare monitoraggi da remoto riduce significativamente la necessità di rivolgersi ai Pronto Soccorso per questioni non urgenti. La telemedicina, in particolare, consente di gestire a distanza patologie croniche, piccoli disturbi o esigenze di controllo, offrendo ai pazienti un’assistenza tempestiva e riducendo l’afflusso verso gli ospedali.
Inoltre, la gestione automatizzata delle agende dei medici permette di ottimizzare il tempo e le risorse, ampliando la capacità di presa in carico dei pazienti e garantendo una risposta più rapida e organizzata. Ciò contribuisce anche a migliorare la percezione di accessibilità del sistema sanitario, incentivando i cittadini a rivolgersi in prima battuta ai servizi territoriali anziché ai Pronto Soccorso. L’adozione di intelligenza artificiale e big data per l’analisi predittiva dei bisogni sanitari può inoltre supportare il sistema nella pianificazione delle risorse, consentendo di individuare in anticipo le necessità della popolazione e di predisporre interventi mirati.
Futuro della sanità digitale in Italia
Grazie all’uso di queste tecnologie, è possibile intercettare precocemente i bisogni dei pazienti, prevenendo il deterioramento delle condizioni cliniche che potrebbero portare a situazioni di emergenza. Un approccio integrato in grado non solo di alleggerire il carico sui Pronto Soccorso, ma anche di favorire un uso più razionale e sostenibile delle risorse sanitarie, migliorando l’esperienza complessiva sia per i pazienti sia per gli operatori. Investire nella sanità digitale non significa soltanto innovare, ma anche migliorare la qualità della vita dei cittadini e garantire un sistema sanitario più equo, accessibile ed efficiente. Il futuro della sanità passa attraverso l’innovazione tecnologica: un’opportunità che il nostro Paese non può permettersi di perdere.
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