Italia, la corsa alle energie rinnovabili è ancora troppo lenta: serve l’accelerata entro il 2030

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In Italia la transizione verso energie rinnovabili ha bisogno di accelerare, obiettivi entro il 2030 a rischio, Legambiente: manca quasi l’80% del lavoro

Quella per le rinnovabili in Italia, ad ora, più che una corsa sembra una camminata, che a volte accelera e poi, qua e là, inciampa. La fotografia della transizione verso le energie pulite (eolico, fotovoltaico, biomasse, calore del sottosuolo, movimento dell’acqua) scattata da Legambiente nel suo ultimo report “Scacco matto alle rinnovabili 2025” evidenzia che c’è ancora molto lavoro da fare.

Sulla tabella di marcia per rispettare gli obiettivi entro il 2030 l’Italia ha un ritardo notevole. La soglia da raggiungere dovrebbe essere 80.001 MW di nuova potenza da installare con impianti a energia pulita. Ma tra 2021 e 2024 sono stati inaugurati solamente 17.717 MW, con una media di 4.429 MW l’anno.

In 4 anni, in sostanza, è stato fatto solo il 22% del lavoro. E per i prossimi 6, tra 2025 e 2030, servirà compensare il restante 78% per rispettare gli obiettivi. Dunque sarà necessario procedere con quasi 10.000 MW di impianti nuovi all’anno.

Una sfida che, ad oggi, pare molto difficile, viste le tempistiche con cui si sta procedendo. Legambiente, nel suo report, sottolinea pure che, tra il 2015 e il 2025, sono 2.109 i progetti di impianti di energie rinnovabili che ancora attendono una valutazione. Di cui 1367, pari all’79% del totale, quelli in fase di istruttoria tecnica da parte del Comitato PNRR-PNIEC (con 44 progetti risalenti al 2021, 367 al 2022, 505 al 2023 e 451 al 2024).

Contando comunque che questa commissione tecnica ha valutato, nel 2024, 654 progetti per 18,7 GW di potenza, approvandone l’80%. Ma poi la palla passa anche alle Regioni.

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Legambiente, infatti, sottolinea che c’è un disallineamento tra Governo, Ministeri e poi le istituzioni del territorio. Che spesso non si comportano bene nella realizzazioni di progetti approvati da Palazzo Chigi. Questo principalmente a causa del Decreto Aree Idonee, che dà autonomia alle Regioni nel determinare le zone in cui è possibile edificare un impianto di energia pulita.

Anche a causa del Decreto Agricoltura e della Legge 199/2021, i blocchi delle costruzioni di nuovi hub per le rinnovabili si fanno ancora più sistematici. Anche a causa della carenza di personale dei funzionari di Regioni e Ministeri, nonché delle tempistiche burocratiche molto lunghe. 

Ecco che, sottolinea ancora il report “Scacco matto alle rinnovabili 2025”, ad oggi solo il Lazio riuscirebbe a raggiungere gli obiettivi tarati entro il 2030. Nel 2024 la Regione di Roma ha raggiunto il 39,9% della quantità totale prefissata, quindi perfettamente in linea. Mentre le peggiori vanno dai 20 anni di ritardo dell’Umbria, 21 della Sardegna, 23 della Calabria, 29 del Molise. La Valle D’Aosta, addirittura, con questo passo eguaglierà la soglia stabilita con 45 anni di ritardo rispetto al 2030. Così commenta Katiuscia Eroe, responsabile energia Legambiente:

È preoccupante così come il muro che diverse regioni stanno innalzando sul tema aree idonee come nel caso in primis di Sardegna e Toscana che renderanno rispettivamente il 99% e il 70% del territorio regionale non idoneo alla realizzazione degli impianti a fonti rinnovabili. Due regioni che stanno purtroppo facendo scuola, stando alle dichiarazioni di rappresentanti di altre amministrazioni, nonostante il Governo abbia fatto ricorso alla Corte Costituzionale proprio per bloccare la legge sarda sulle aree idonee

Le soluzioni per far sì che ci sia la necessaria accelerata, secondo Legambiente, sono di varia natura. Serve snellire l’iter realizzativo, per velocizzare la costruzione di nuovi impianti. Il potenziamento degli organici, sia negli uffici tecnici comunali e regionali sia di quello della Commissione PNRR/PNIEC. E, poi, una revisione dei decreti Aree idonee, Agricoltura e Legge 199/2021, che frenano le direttive centrali governative, danno troppa autonomia alle Regioni e non danno abbastanza spazio agli impianti di energia pulita.





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