Energia, ecco cosa prevede la Risoluzione del Pd sulle Cer alla Camera

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Roma – Qui di seguito il testo della risoluzione sulle Cer presentata dal Pd alla Camera:

La X Commissione, premesso che:
il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) impegna circa 60 miliardi di euro nell’ambito della “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica” e, nell’ambito della Missione 2 – Componente 2, investimento 1.2, stanziando 2,2 miliardi di euro, punta a sviluppare le comunità energetiche per aumentare la percentuale di energia prodotta da fonti rinnovabili;
il 23 gennaio 2024 è stato pubblicato il decreto attuativo che definisce le modalità di incentivazione per l’energia condivisa, un provvedimento molto atteso rivolto sia alle comunità energetiche sia alle configurazioni di autoconsumo collettivo previste dal Decreto 199/2021 dell’8 novembre 2021, che giunge con un ritardo di un anno e sette mesi, rispetto ai tempi originariamente previsti, con l’obiettivo di garantire, nell’ottica della chiarezza e della semplificazione, una capillare diffusione sul territorio nazionale delle comunità energetiche, anche grazie alla cumulabilità della tariffa incentivante con il contributo a fondo perduto del 40 per cento dell’investimento nei Comuni al di sotto dei 5.000 abitanti;
un mese dopo, il 23 febbraio 2024, il MASE ha approvato, tramite decreto direttoriale pubblicato sul sito del GSE, le regole operative per l’accesso al servizio di autoconsumo diffuso e al contributo PNRR;
il ritardo complessivo di 806 giorni, ben al di sopra dei 180 previsti, risulta particolarmente critico, soprattutto in un momento in cui è urgente avviare una transizione energetica immediata, ambito nel quale l’energia condivisa avrebbe potuto avere un ruolo determinante, sia nel contenimento dei costi energetici, aggravati dall’aumento delle bollette, sia nel valorizzare quartieri, territori e piccoli comuni;
finora, secondo i dati del GSE, in Italia sono state realizzate 154 iniziative di energia condivisa, comprensive di comunità energetiche rinnovabili e sistemi di autoconsumo collettivo. Pur essendo numeri rilevanti considerando i ritardi burocratici e normativi, gli studi condotti da associazioni di settore suggeriscono che, grazie al contributo di numerose realtà si sarebbero potute attivare almeno altre 400 comunità, coinvolgendo centinaia di famiglie, imprese, organizzazioni del terzo settore, enti religiosi e amministrazioni locali e che rispetto all’obiettivo fissato dal decreto Cacer di 5 GW al 2027, l’Italia sarebbe in grado di generare almeno altri 12 GW da questa tipologia di impianti, concorrendo così per circa il 15 per cento al raggiungimento dell’obiettivo del fotovoltaico entro i prossimi sei anni;
questi dati risultano probabilmente sottostimati, in quanto non è possibile mappare tutte le iniziative territoriali, inclusi i numerosi progetti spontanei di gruppi cittadini che sono stati costretti a fermarsi in attesa del Decreto incentivi;
secondo i numeri comunicati dal MASE alla Commissione Europea nella notifica del decreto, le tariffe incentiveranno circa 210mila progetti, coinvolgendo due milioni di partecipanti, mentre il contributo in conto capitale sosterrà circa 85mila iniziative di autoconsumo collettivo e comunità energetiche rinnovabili. Le tariffe prevedono un costo annuo di 175 milioni di euro, per un totale di 3,5 miliardi distribuiti su 20 anni, finanziati attraverso la componente Asos della bolletta;
le comunità energetiche dovrebbero essere dunque una priorità assoluta in quanto rappresentano un sistema virtuoso che va nel segno della sostenibilità e del risparmio, in un’ottica di consumo dell’energia più sostenibile e responsabile;
ad oggi sono previste due possibilità di incentivazione per le configurazioni di autoconsumo, cumulabili tra loro: un contributo a fondo perduto fino al 40% dei costi ammissibili – finanziato dal PNRR e rivolto alle comunità energetiche nei piccoli Comuni con meno di 5.000 abitanti – che supporterà lo sviluppo di appena 2 GW complessivi, e una tariffa incentivante sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa per tutto il territorio nazionale, per favorire al massimo lo sviluppo di 5 GW complessivi di impianti di produzione di energia rinnovabile;
è prevista altresì una tariffa incentivante differenziata per potenza dell’impianto, ma il problema che sta emergendo è che non viene fatta una distinzione tra le varie tipologie di impianto per la produzione di rinnovabile, stante il fatto che solare, eolico e idroelettrico hanno, per unità di potenza, costi diversi e che per massimizzare i vantaggi per le comunità energetiche andrebbe presa in considerazione anche la differenza di costo, al fine non solo di valorizzare le diverse fonti e risorse ma anche di garantire tempi di rientro consoni dei diversi investimenti;
per quanto attiene al settore termico, non è previsto nessun incentivo per le realtà che vogliono condividere energia termica, come avviene con le reti di teleriscaldamento che utilizzano biomasse o geotermia, in diversi comuni italiani;
anche il mancato scorporo diretto in bolletta per l’energia condivisa dagli utenti rappresenta una criticità da segnalare: senza questo meccanismo gli utenti pagheranno comunque l’energia per intero in bolletta per poi vedersi riconoscere le risorse economiche derivanti dall’energia immessa in rete e dall’incentivo per quella condivisa, con tariffe molto diverse tra loro;
è necessario superare velocemente le problematiche e le criticità segnalate perché le comunità energetiche rinnovabili sono un tassello indispensabile del complesso mosaico che sta rivoluzionando il modello energetico e che sta tracciando la strada per una transizione energetica giusta e sostenibile e che possa rappresentare un’occasione di riscatto per i territori;
nel corso di un recente evento, il Ministro Pichetto ha ammesso, per quanto riguarda il bando PNRR, la necessità di prorogare dal 31 marzo al 30 novembre 2025 il termine di scadenza per la presentazione delle domande di accesso ai fondi Pnrr, aggiungendo inoltre, che “stiamo chiedendo un innalzamento dei 5.000 abitanti a 30.000 e la ridefinizione della platea, con un lungo elenco di soggetti giuridici che non erano bene inquadrati nel documento iniziale”-:
impegna il governo:
ad adottare ogni iniziativa che consenta la semplificazione delle procedure burocratiche che autorizzano le Comunità energetiche rinnovabili, rendendo più agevole l’accesso ai finanziamenti;
a dare seguito alle correzioni annunciate dal Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica:
a) prorogando le scadenze dei termini per la presentazione dei progetti da parte dei comuni, rimodulando i criteri di accesso, l’estensione degli incentivi anche ai comuni oltre i 5.000 abitanti e ridefinendo la platea con nuovi soggetti integrando anche i consorzi e gli enti di bonifica;
b) consentendo l’autoconsumo a distanza;
ad integrare le disposizioni vigenti prevedendo una ulteriore possibilità di incentivazione attraverso una differenziazione delle tariffe anche in base alla potenza dell’impianto ovvero alla tecnologia utilizzata dalla Cer per valorizzare le diverse fonti energetiche e garantire tempi di rientro consoni per i diversi investimenti;
ad intervenire per dare la possibilità agli utenti di optare per lo scorporo in bolletta dell’energia virtualmente scambiata all’interno della comunità energetica evitando così di pagare l’energia per intero in bolletta;
a realizzare una efficace e diffusa campagna informativa anche attraverso il coinvolgimento di RAI, TV e radio locali che evidenzi come le comunità energetiche e l’autoconsumo collettivo siano vantaggiose in termini di risparmio energetico, con evidenti benefici sociali, ambientali ed economici.
Peluffo, Simiani, Braga, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Pandolfo, Curti, Evi, Ferrari






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