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La sessione pomeridiana della IV Commissione Consiliare Permanente riparte dell’esame in sede referente del Progetto di legge “Interventi straordinari per emergenza casa” presentato dalla Segreteria di Stato per il Territorio. In particolare si prosegue con la discussione sull’emendamento aggiuntivo di Repubblica Futura “Convivenza e coabitazione intergenerazionale tra studenti e over 65”. Il testo prevede che il Congresso di Stato, entro 60 giorni dall’approvazione della legge, adotti un Decreto Delegato per normare il “Contratto di Convivenza e Coabitazione Intergenerazionale (CCCI) tra studenti universitari e over 65” con una serie di caratteristiche.
Dopo un breve confronto si trova concordanza su un testo condiviso firmato da tutte le forze politiche. “Andiamo a normare la coabitazione intergenerazionale – spiega il Segretario al Territorio Matteo Ciacci – introducendo un principio positivo che consentirà di sviluppare questi contratti. Concretamente l’articolo prevede che il Congresso di Stato emetterà un apposito decreto con tutte le specifiche”.
Matteo Casali (Rf): “Per quello che ci riguarda è una formulazione di compromesso ma è un compromesso che ci soddisfa. Non possiamo ancora parlare di cohousing ma abbiamo introdotto un concetto importante che sarà foriero di interesse per la Repubblica su diversi aspetti. Ringrazio le forze politiche per il lavoro svolto”.
Aida Maria Adele Selva (PDCS): “La tematica sta a cuore a tutti, per questo siamo arrivati alla nuova formulazione che soddisfa tutti. Il decreto permetterà di disciplinare la CCCI evitando distorsioni”.
Miriam Farinelli (RF): “Ringrazio il Segretario Ciacci e i commissari per il lavoro svolto. Credo ne sia uscito un emendamento buono per la popolazione”.
Michela Pelliccioni (D-ML): “Bene la proposta che apre ad uno scambio intergenerazionale con vantaggi per anziani e studenti”.
Emanuele Santi (Rete): “Sono molto contento che si sia trovata una formulazione congiunta. Questo potrebbe essere un istituto nuovo che dà risposta alla coabitazione di anziani e studenti”.
L’emendamento è approvato all’unanimità con 13 voti favorevoli.
Emendamento aggiuntivo di Rete (Definizione di nucleo familiare).
Emanuele Santi (Rete): “Andiamo a modificare la legge sull’edilizia sovvenzionata in primis per portare i controlli in capo all’Ufficio Edilizia Sociale Residenziale-Contabilità di Stato e non all’Ufficio del Lavoro come ora. Inoltre estendiamo il concetto di nucleo familiare al convivente che dimora stabilmente presso il domicilio del beneficiario per accedere al contributo statale”.
Segretario di Stato Matteo Ciacci: “Riteniamo di non accogliere l’emendamento. Successivamente parleremo di nucleo familiare riferendosi su unione civile e convivenza more uxorio perché sono le due che sono normate insieme al matrimonio”.
Marinella Chiaruzzi (PDCS): “La dimora stabile non rientra nelle situazioni di convivenza normata dalla legge. Sarebbe difficile giuridicamente applicare la norma”.
Michela Pelliccioni (D-ML): “Pur condividendo la finalità questo potrebbe aprire ad incertezza giuridica e difficoltà interpretative. Sarebbe difficile inquadrarla con condizioni certe e oggettive”.
Guerrino Zanotti (Libera): “L’emendamento di Rete introduce uno strumento di convivenza nuovo. Questo potrebbe creare situazioni difficilmente inquadrabili giuridicamente. Forse si potrebbe accogliere solo la seconda parte dell’emendamento, quando fa riferimento all’Ufficio del Lavoro”.
Aida Maria Adele Selva (PDCS): “Non abbiamo modo di verificare qualcosa che non è normato. Questa definizione di nucleo familiare può essere una semplice autocertificazione. È difficile poterlo accogliere”.
L’emendamento è respinto con 9 voti contrari, 1 favorevole.
Emendamento aggiuntivo di Domani Motus Liberi (Accertamento della variazione del nucleo familiare)
Michela Pelliccioni (D-ML): “Prevediamo che ci possa essere una comunicazione anticipata sul fatto che la composizione del nucleo familiare andrà a mutare di lì a breve e, di conseguenza, si avranno i requisiti di legge”.
Vladimiro Selva (Libera): “La proposta è sicuramente meritevole di attenzione, nel senso che in particolare al comma 2 introduce un’innovazione normativa che permetterebbe al soggetto che è intenzionato a creare un nucleo familiare nuovo di poter presentare già la domanda per accesso al mutuo agevolato. Il principio potrebbe essere accolto con qualche aggiustamento nella formulazione”.
Aida Maria Adele Selva (PDCS): “Come facciamo a basare una richiesta sulle previsioni future? Capisco che lo spirito possa essere giusto ma anche con la dichiarazione giurata è ovvio che il contributo viene dato una volta che il nucleo è formato. Sulle previsioni occorre stare attenti. Rischiamo di fare confusione”.
Michela Pelliccioni (D-ML): “Pensiamo a soggetti che si stanno per sposare o hanno in arrivo un bambino e che non possono fare richiesta delle agevolazioni dopo aver fatto il mutuo, ma prima. Il rischio è totalmente a carico del soggetto che, se non adempirà a quanto dichiarato, si vedrà decaduto il contributo”.
Segretario di Stato Matteo Ciacci: “C’è anche una valutazione tecnica da fare. È difficile andare a disciplinare la previsione di creazione di un nuovo nucleo familiare. Ritengo di rigettare l’articolo per mancanza di chiarezza. Nei prossimi articoli si andrà a stimolare la possibilità di non perdere il beneficio in caso di separazioni e situazioni particolari”.
L’emendamento è respinto con 9 voti contrari e 1 favorevole.
Emendamento aggiuntivo di Domani Motus Liberi (modifica dei requisiti degli aventi diritto al contributo dello Stato) e in subordine emendamento modificativo.
Michela Pelliccioni (D-ML) spiega che “con questo articolo entriamo nel cuore delle nostre proposte”. Come già fatto nel progetto di legge poi ritirato, si vanno innanzitutto a modificare alcuni requisiti. Il primo va ad escludere le residenze tipiche, “dato che avete inserito questa specifica nel bonus ristrutturazione. Poi abbiamo alzato da 1.000 a 1.500 euro il valore di rendita catastale oltre al quale il proprietario di un immobile non può richiedere i benefici”. Altra novità riguarda l’introduzione di casistiche che consentono di richiedere i benefici anche ai proprietari di immobili oltre i limiti di legge. Queste riguardano il caso in cui “l’immobile sia stato ceduto al valore risultante da perizia giurata in data non anteriore ai 6 mesi dalla vendita, con destinazione del ricavato in una misura pari o maggiore dell’85% per la chiusura di debiti pregressi dell’intestatario o di un membro del nucleo familiare debitamente documentati con l’eccellentissima Camera o con gli istituti bancari”.
È prevista inoltre espressa deroga “nel caso in cui l’immobile sia stato ceduto a seguito di accordi di separazione e che il coniuge separato sia rimasto privo della titolarità dei diritti reali su immobili ad uso abitativo a fronte dell’intervenuta estinzione del finanziamento a proprio nome della conseguente decadenza della domanda di contributo presentata proprio nome”.
“Nel caso – spiega il consigliere Pelliccioni – uno riceva in eredità un immobile gravato da ipoteche che coprono totalmente il valore dell’immobile, questo soggetto si ritrova a suo malgrado escluso dalla possibilità di accedere al mutuo prima casa quando, in realtà, non usufruirà mai della liquidità derivante da questo bene. Oppure nei casi in cui il bene venga ceduto al coniuge per accordi matrimoniali”.
Il Segretario Matteo Ciacci apre al confronto: “Cerchiamo di fare una proposta metodologica. Noi abbiamo presentato un emendamento del governo modificativo dell’articolo 3 e quindi io lavorerei su questo testo, su questo nostro emendamento, includendo però alcuni passaggi che ritengo molto interessanti di Domani Motus Liberi, per esempio la parte sulla disabilità, ma anche del mantenimento delle condizioni in caso di separazione o cessata convivenza”.
I lavori si interrompono per qualche minuto per consentire di trovare una convergenza. Al termine del confronto gli emendamenti vengono ritirati a fronte di una integrazione parziale negli emendamenti del governo successivi.
Emendamento aggiuntivo di Repubblica Futura (Introduzione del comma 3bis all’articolo 3 della Legge 31 marzo 2015 n.44 – determinazione reddito medio annuo)
Matteo Casali (Rf): “Abbiamo avuto segnalazioni di non molti casi, purtroppo dall’esito infausto, sulla determinazione del reddito per poter accedere ai contributi previsti dalla legge. Oggi se una persona ha passività deducibili alte e un reddito da lavoro basso non riesce ad accedere al contributo perché la differenza non viene conteggiata sugli altri tipi di redditi in quanto questi vengono aggiunti successivamente secondo legge”.
Parere contrario del Segretario di Stato Matteo Ciacci: “La disciplina sugli aspetti fiscali va tarata e approfondita con gli uffici competenti”.
Emanuele Santi (Rete): “Le criticità sollevate dal consigliere Casali sono arrivate anche a noi. Si potrebbero fermare i lavori e capire come approvarla già in questa sede senza rimandare l’intervento”.
Guerrino Zanotti (Libera): “Una volta che la norma fa riferimento alla dichiarazione dei redditi significa che vengono conteggiati tutti i redditi del soggetto”.
L’emendamento è respinto con 10 voti contrari e 3 favorevoli.
Art.3 (Disposizioni sui finanziamenti assistiti dal contributo in conto interessi in materia di edilizia sovvenzionata)
I lavori si sospendono per circa un’ora e mezza per consentire di predisporre un nuovo emendamento modificativo all’articolo 3 con le integrazioni delle proposte delle forze di opposizione.
“È un articolo cardine di questa norma” – dice il Segretario di Stato Matteo Ciacci che procede ad illustrare le novità. “La prima parte va a depennare sostanzialmente la nuda proprietà tra i requisiti al fine di evitare problematiche che ci sono state nel recente passato nei confronti di soggetti che avevano la nuda proprietà, ma che di fatto non si trovano nella condizione di poter disporre dell’immobile. Sempre sui requisiti si va ad introdurre il concetto per cui in caso di unione civile o matrimonio il requisito dei 5 anni di residenza pregressa valga solo per un soggetto. L’altra persona coinvolta ha la necessità di avere semplicemente un anno di residenza anagrafica ed effettiva. Al comma 3 si prevede invece la possibilità di accedere ai contributi anche per chi sia titolare di almeno il 50% della piena proprietà o nuda proprietà o di usufrutto di un immobile. Il comma 4 esclude i balconi e i portici dal computo metrico che dà accesso al beneficio del contributo in conto interessi. Il comma 5 introduce invece la fattispecie che era stata proposta proprio da Motus Liberi, cioè dell’accertata riduzione della capacità psicofisica. Qui prevediamo che si vada ad escludere questi casi. Il comma 7 introduce il concetto per cui quando vi è una separazione, il soggetto può richiedere il contributo qualora sia rimasto privo di titolarità di diritti reali sull’immobile ad uso abitativo. Ovviamente se rientra nei parametri. Poi abbiamo cambiato i 200 m² di dimensione massima della superficie totale. Abbiamo messo quindi 250.000 euro come importo massimo del mutuo su cui calcolare il contributo statale, andando di fatto a rivedere la nostra prima proposta riducendola, a recepire una proposta di RF e un po’ ci avviciniamo a quello che aveva proposto Rete. Aumentiamo il contributo in conti interessi di cinque punti percentuali e quindi rendiamo più importante il contributo da parte dello Stato. Infine, il comma 11 va a esentare dalle imposte di registro l’immobile che viene cointestato da soggetti che hanno contratto un matrimonio, un’unione civile o sono conviventi more uxorio e il cui componente aveva già ottenuto il muto prima casa. In caso di scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio o unione civile o convivenza è data la possibilità a uno dei due soggetti di acquisire la piena proprietà dell’immobile che oggi non è previsto. Quindi se decido di fare una famiglia, posso cointestarmi l’immobile, se decido di separarmi posso mantenere il privilegio e il beneficio del muto prima casa, se sono single posso anche decidere eventualmente di poter riaccedere al muto prima casa con un altro immobile. Quindi direi che anche qui noi agevoliamo gli aspetti familiari in maniera molto molto importante”.
Vengono quindi ritirati i due emendamenti aggiuntivi depositati in precedenza dal governo.
I lavori vengono quindi terminati per la pausa serale. Riprenderanno alle 21.00 con la discussione degli altri emendamenti all’articolo 3.
Askanews
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