«Verso la pace». E Renzi lo difende. Chi è il candidato filo-russo

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Călin Georgescu, candidato filo-russo di destra, contesterà presso la Corte Costituzionale della Romania la decisione dell’Ufficio Elettorale Centrale (Bec) di respingere la sua candidatura alle elezioni presidenziali di maggio. «Andremo avanti insieme fino alla fine. Pace, libertà e democrazia», ha dichiarato in un video pubblicato sui social, in cui compare accanto al leader dell’Alleanza per l’Unione dei Romeni (Aur), George Simion, e alla presidente del Partito dei giovani (Pot), Anamaria Gavrila. Il video è stato condiviso anche da Simion sulla sua pagina Facebook con il messaggio: «Seguite le istruzioni e sfuggiremo alla dittatura! Sappiamo cosa dobbiamo fare, seguite le indicazioni organizzative, con calma e in modo pacifico!».

Nel messaggio video, Georgescu ha ringraziato il popolo romeno per il sostegno: «Siamo uniti, io con Anamaria e con George Simion. Andremo fino in fondo per gli stessi valori: pace, democrazia, libertà. Ringrazio il popolo romeno per tutto ciò che sta facendo, ma vi chiedo ancora una volta: tutto deve avvenire nel silenzio, nella pace e nella piena consapevolezza della realtà. Non dobbiamo dare adito a violenze o ad altri episodi simili a quelli di ieri sera. Andiamo avanti con grande fiducia per il futuro di questo Paese. Anamaria e George Simion si occuperanno di tutta l’organizzazione dal punto di vista politico».

Romania, Georgescu escluso dalle elezioni presidenziali: respinta la candidatura del filorusso.​ Scontri a Bucarest

Renzi: «Scandalo totale»

«Vado ancora una volta controcorrente e magari anche qualcuno dei miei amici liberali o riformisti si stupiranno. Impedire a un candidato di competere alle elezioni perché filorusso, come sta avvenendo in Romania, è uno scandalo totale», scrive Matteo Renzi nella sua Enews . «Uno scandalo – aggiunge – che di democratico non ha nulla. Se un candidato ha idee non condivisibili non puoi buttarlo fuori dalle elezioni. Perché se lo fai, smetti tu di essere democratico. Tu, non il filorusso. È chiaro? La democrazia si difende nelle urne, non dalle urne».

Chi è Georgescu 

Călin Georgescu è nato nel 1962 a Bucarest, in Romania, e ha 62 anni. Durante la sua vita ha militato nell’Alleanza per l’unità dei rumeni da cui è stato espulso nel 2022 per le sue posizioni troppo radicali, filorusse e anti-Nato, considerate come un ostacolo all’ascesa al potere della forza estremista. Quest’anno si è candidato per la prima volta alle Presidenziali. Ingegnere agricolo con un dottorato in pedologia, la scienza del suolo, negli anni Novanta ha avuto diversi incarichi al ministero dell’Ambiente e fra il 1999 e il 2012 è stato rappresentante della Romania al Comitato del programma ambientale dell’Onu. Dopo aver votato, ha pubblicato un post in cui rivendica di aver sostenuto «gli umiliati, coloro che sentono di non contare e che invece contano di più, con un voto che è preghiera per la nazione». In quanto ingegnere agricolo, ha fatto buon uso delle sue competenze in materia per avvicinarsi gli agricoltori, che sostiene con la proposta della riduzione della dipendenza dalla importazioni e l’aumento della produzione di energia e prodotti agricoli. Lo stesso era accaduto in Georgia dove la recente vittoria di Sogno georgiano alle elezioni legislative non era stata anticipata dai sondaggi e neanche dagli exit poll. Anche in questo caso, i voti decisivi erano arrivati dalle campagne, così come in Ungheria, dove Viktor Orban è riuscito a consolidare il suo potere facendo leva sul sostegno rurale. 

Le posizioni politiche

Le posizioni politiche di Calin Georgescu sono notoriamente filorusse e anti-Nato. Per Vladimir Putin «è una persona che ama il suo Paese». La Romania, ha asserito Georgescu, non è pronta per un percorso autonomo in diplomazia e strategia e la cosa migliore è quella di affidarsi «alla visione della Russia». In una intervista del 2021, aveva parlato inoltre dello ‘scudo’ anti missile della Nato basato a Deveselu, nel sud del Paese, come di una «vergogna per la diplomazia», sostenendo che la Nato non avrebbe difeso, in caso di attacco russo, nessuno dei Paesi membri. Ha anche lodato Ion Antonescu, il leader del Paese durante la Seconda guerra mondiale condannato a morte per il suo ruolo nell’olocausto, e di Corneliu Zelea Codreanu, a capo del movimento fascista antisemita della ‘Garda de Fier’ (Guardia di ferro) attivo negli anni Trenta.

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