Teatro, e l’Italia spiccò il volo … “Nel Blu”

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Richiedi prestito online

Procedura celere

 


MODENA _ Prendendo a morsi la vita. Domenico, detto Mimmo, oppure come lo chiamavano in casa, giù a Polignano a Mare nel Salento, Mimì. In tutto il mondo è Mister Volare, per via della canzone con cui vinse a Sanremo ma anche perchè, scompaginando il rigido cerimoniale di allora, cantava scomposto, con le mani che si allargavano e non rientravano nell’inquadratura delle telecamere della tivù in bianco e nero, quasi dovesse abbracciare il mondo o spiccare il volo. Appunto Volare. Da “Nel blu dipinto di blu”, come gli omini dipinti da Marc Chagall che galleggiano nel cielo: è questa l’immagine che battezzò il brano vincitore del Festival dei fiori, Olimpo sacro della canzone tricolore, che da quel dì smise di essere solo rifugio di papaveri e papere, bianche colombe e lacrime d’amore. Su quella scena infatti, era piombato un tornado: Domenico Modugno, lo scapigliato rivoluzionario pop, innamorato e affamato della vita tanto da inseguirla e stanarla in ogni angolo possibile, con la rabbia e il furore che solo i grandi artisti possiedono.

Aggiungendo un’altra importante e significativa pagina al personale album di personaggi made in Italy, Mario Perrotta, only one man show del teatro italiano, dopo l’intenso ritratto di Italo Calvino, “Come una specie di vertigine”, ha appena completato quello di un altro protagonista della cultura italiana nel mondo in “Nel Blu” (sottotitolo: “avere tra le braccia tanta felicità”) andato in scena nei giorni scorsi in prima nazionale al Teatro Storchi di Modena. Uno stimolante puzzle, fatto di diversi fermi immagine su un gigante come Modugno, colui che aveva cambiato per sempre la canzone d’autore aprendo la via, prima ai vari Paoli, Lauzi e Bindi e poi a De Andrè etc…

Mario Perrotta interpreta “Nel Blu” , ritratto teatrale di Domenico Modugno di cui è anche autore, in prima nazionale al Teatro Storchi di Modena (Foto di Luigi Burroni)

Lo spettacolo, fatto di musica e parole – ha rivelato tra l’altro, insospettabili doti canore dell’autore e interprete di quello che sta a metà tra recital e concerto d’autore – prodotto da Permar / Compagnia Mario Perrotta ed Emilia Romagna Teatro ERT/Teatro Nazionale è un omaggio non oleografico, realistico e documentato della personalità di questo straordinario ed effervescente conterraneo di Perrotta stesso, nato nel 1928 a Polignano a Mare, in Puglia.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Focus dello spettacolo è il periodo a cavallo tra secondo dopoguerra e boom economico, anni in cui Modugno, dopo aver salutato il paese natale approda prima a Torino e poi, nel 1949, dopo il servizio militare a Bologna e poi a Roma, per realizzare il sogno di diventare attore frequentando il Centro Sperimentale di Cinematografia. Sono gli anni delle comparsate cinematografiche (la sua prima apparizione è proprio nel 1949 nel film di Mario Mattoli “I pompieri di Viggiù”) ma anche, dopo aver preso il diploma al Centro Sperimentale (1953), delle esibizioni nel Circolo di via Margutta a Roma con un repertorio di canzoni in salentino. Il dialetto utilizzato da Modugno è quello di San Pietro Vernotico, paese della provincia di Brindisi dove il padre, comandante della polizia locale, era stato trasferito. Questa parlata, imparentata con quella siciliana, sarà impiegata dall’artista per comporre canzoni. E anche oggetto delle serenate cantate sotto le finestre di qualche giovane con l’innamorato nascosto dietro un muro… e magari finiva poi che le fidanzate prendessero una cotta proprio per il cantante, un “femminaro” bello e straffottente come gli eroi del film di quegli anni, “Poveri ma belli” di Dino Risi. Il repertorio musicale, soprattutto nella prima lunga fase artististica è quindi fortemente ancorato alla cultura e ai costumi del Mezzogiorno. Folk songs fatte di immagini e melodie inedite di sapore popolare. Come la “Ninna nanna” che Modugno interpreta nel 1953 durante una puntata della trasmissione radiofonica “Radioscrigno”, ospite Frank Sinatra che manifestò interesse per quel brano (ma poi non incise). Perrotta racconta come Mimmo, dopo essere riuscito a far scrivere lo spartito della “Ninna Nanna” (Modugno non scriveva sul pentagramma) con un taxi cercò di raggiungere all’aeroporto “The Voice” , in partenza per l‘America. La speranza era di potergli consegnare lo spartito immaginando un colpo di fortuna che non arrivò. Mimmo comunque, nel tempo si riscattò. Anni più tardi infatti, all’apice del successo, con l’amico Franco Migliacci incontrò Elvis Presley a Los Angeles. E il re del rock and roll nel 1963 incise la ballata “Io” di Modugno intitolandola “Ask me”

Mario Perrotta al centro con il trio di musicisti (Vanni Crociani, Giuseppe Franchelucci, Massimo Marches) nello spettacolo “Nel Blu” (Fotografia di Luigi Burroni)

Ed è così un lungo e prolungato colpo d’archetto ad introdurre come un lamento “Amara Terra mia!” apertura del recital interpretato in modo coinvolgente da Mario Perrotta: “Cieli infiniti e volti come pietra/ Mani incallite ormai senza speranza/ Addio, addio, amore/ Io vado via/ Amara terra mia/ Amara e bella…” Il brano, rielaborazione di un motivo abbruzzese, con la musica di Giovanna Marini, riarrangiato da Modugno stesso, autore del testo con Enrica Bonaccorti, viene ripreso sul palcoscenico in modo originale dal quartetto di Perrotta, che si avvale di un trio di eccellenti strumentisti (Vanni Crociani, pianoforte e fisarmonica, Giuseppe Franchelucci, violoncello e Massimo Marches, chitarra e mandolino).

Opening perfetto per un viaggio attorno al Modugno meno conosciuto e celebrato di uomo del Sud che ne cantava le radici e la gente. Non solo il Salento ma tutto il Meridione. Sarà ancora più evidente questo – come racconta Perrotta -nel momento in cui verrà chiamato in Rai per un ciclo di trasmissioni e dove, per evidenti motivi di marketing, gli sarà appiccicata addosso -con la vivace contrarietà dei suoi compaesani- l’etichetta di cantautore siciliano. La Sicilia, all’epoca, era di sicuro più popolare del Salento.

Amara terra mia”, canzone dell’esilio e dell’amore per la terra ha dentro i temi poetici dell’avventura musicale dell’artista di Polignano a Mare. Racconta del distacco e la sofferenza dell’emigrante, la lontananza e il dolore per dover partire. L’incipit dello spettacolo illumina così sul cordone ombelicale di questo vulcanico e instancabile artista. L’imprenscindibile legame con le origini, paesaggio e suoni sedimentatisi dentro fin dalla nascita. Così raccontò nell’intervista rilasciata a Maura Nuccetelli e Tommaso Di Francesco il 23 ottobre del 1979, riportata nel libro di Gianni Borgna, “La grande evasione – Storia del festival di Sanremo” edito da Savelli (1980, pag. 184).

Una notte – narra l’autore di “Volare”– quando avevo tre anni, fui svegliato da un suono bellissimo, che solo in seguito decifrai come il canto di un carrettiere: fu la mia prima esperienza musicale, quella per me fu la “musica” per molto tempo. Per questo ho iniziato a cantare con quelle canzoni: il cantastorie stava dentro di me, non era una scelta precisa». Il cantautore o “cantastorie” come si definiva lui stesso non è stata quindi “una scelta precisa”. E Perrotta lo segnala come uno dei fili conduttori del suo racconto. I genitori lo volevano carabiniere o ragioniere. Ma il fine principale per Mimì era calcare il palcoscenico e girare film. Eppure musica e canzoni progressivamente occuperanno sempre più uno spazio importante nella sua storia.

Un momento particolarmente intenso dello show di Mario Perrotta “Nel Blu” presentato in prima nazionale al Teatro Storchi di Modena (Fotografia di Luigi Burroni)

Perrotta ripercorre questo itinerario tra pubblico e privato disegnandone un ritratto palpitante. Alternando motivi interpretati con un approccio da crooner al racconto biografico fatto di squarci di intimità. Sono le telefonate al padre che scandiscono gli anni e fotografano la crescita e i cambiamenti dell’uomo e dell’artista come gli incontri. Dall’incontro e il flirt con l’attrice Giulia Lazzarini compagna di corso a Roma -be poi insieme anche nell’”Opera da tre soldi” di Brecht con la regia di Strehler– all’inseparabile amicizia con Franco Migliacci, illustratore, produttore ed editore discografico, nata nel 1952 durante i provini del film “Carica eroica” di Francesco De Robertis. Insieme daranno forma alla mitica “Nel Blu dipinto di blu”. Al Centro Sperimentale conoscerà Franca Gandolfi, suo grande amore che sposò nel 1955 e a cui restò legato tutta la vita, nonostante le innumerevoli scappatelle.

Nel momento del distacco dagli affetti, quando si ritroverà solo, darà prova di carattere, caparbiamente deciso ad andare avanti: “Sono pronto ora, a prendermi tutto”. Dove quel “prendersi tutto” è la voglia di scalare il cielo, desiderio emblematico per un uomo venuto dal Sud. 

Il 1953 è l’anno del contratto discografico con la RCA. L’anno dopo registra “La sveglietta”, “La donna riccia” (terzo singolo a 78 giri) invito a diffidare da una donna con i ricci, avvenente e bella ma che potrebbe piantare in asso: “Pigghiate cu ti pare,/ si vo’ ti sposi,/però nun ti pigghiari/ ‘na donna riccia./Cu ricci e ricciteddi/ issa t’incanta/però dopo du’ misi/voli ti pianta./ no, no, no, no,/
Riccia… NO!/…”. Ma più avanti recita: “«Poi la incuntrai e le parlai/le dissi «Senti bedda mia te vogliu beni/ dei ricci e dei capricci nun me ne importa niente/torna a me…”. Nel lato B aveva “Lu pisce spada”, storia d’amore tragica di una coppia di pesci spada sintonizzata con il meglio della tradizione popolare. La femmina viene presa nella mattanza e il maschio invece di fuggire si lascia peacre per morire assieme a lei. Perrotta non perde un colpo, traccia una storia parallela tra Modugno e l’Italia del tempo, due storie intrecciate in cui si legge la voglia di cambiare e crescere lasciandosi dietro le spalle la guerra. Il tutto è scandito e accompagnato da interpretazioni intense e ben orchestrate dal trio. In questo “Nel Blu” Mario Perrotta ha costruito un piccolo gioiello scenico: unisce infatti godevole e raffinato entertainment a riflessioni storiche e politiche sul Belpaese.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

L’attore e il narratore, il cantante e affabulatore con il progredire dello show diventa sempre più l’alter ego di Modugno, cantando ed evocando intriganti e sanguigne pagine di vita. Dal mondo degli ultimi del Sud alla Dolce vita è il salto con “Vecchio frack” ispiratogli dalla storia d’amore del principe romano Raimondo Lanza di Travia che si tolse la vita per amore dell’attrice Olga Villi. Segue l’idillio con la musica napoletana e, assieme a Riccardo Pazzaglia conosciuto al Centro Sperimentale Modugno scriverà pagine indimenticabili come “Resta cun me” (censurata per la strofa “Nun m’mporta d’o passato/ Nun m’mporta e’chi t’avuto” : non va dimenticato che l’Italia di quel tempo era fortemente bigotta), “Lazzarella” fino al capolavoro “Tu si na cosa grande” del 1964.

“Le coque Rouge dans la nuit/ Il gallo rosso nella notte” del pittore francese di origine russa Marc Chagall è il quadro che ha ispirato il motivo “Nel Blu dipinto di blu”

L’anno 1958 è di quelli che fanno da cerniera tra vecchio e nuovo. O meglio è il biennio 1957-1958. Modugno conquista Sanremo con quella che diventerà più sinteticamente “Volare”, mentre vengono firmati i Trattati che daranno vita alla Unione Europea. Si avvia la costruzione dell’Autostrada del Sole e viene prodotta in migliaia di esemplari l’utilitaria Fiat Cinquecento. Per Modugno d’ora in poi tutto sarà in discesa. Verranno altri brani dal successo garantito come “Meraviglioso”, “Dio come ti amo” e altri ancora. Soprattutto, come ricorda Perrotta, per Modugno era giunto il momento, quello inseguito e cercato, auspicato e profetizzato da Migliacci e dalla moglie Franca Gandolfi. Giunge magicamente dopo un sogno di Migliacci che si sveglia e vede sulla parete della stanza le riproduzioni dei quadri di Marc Chagall: “Le Coque rouge dans la Nuit” e “Le peintre et son modéle”. Butta giù i versi che Mimmo modellerà musicalmente. A Sanremo nessuno degli artisti più famosi vuole interpretare quel brano. Toccherà così proprio a lui interpretare sé stesso.

Canta e vince. “Eppure, il suo vero sogno – come racconta Mario Perrotta – era il teatro. Sapeva di essere un attore prima ancora che un cantante. Ma la vita lo ha portato altrove, e lui ha saputo ascoltarla, non senza un tormento interiore. Ha capito che l’arte non è solo ciò che scegliamo, ma anche ciò che ci sceglie”. Così quando tutti attorno a lui la sera della vittoria al Festival dei Fiori sono in festa, Modugno ha un velo di tristezza e confessa alla sua metà, la moglie Franca: “Adesso non mi chiameranno più a teatro o al cinema”.

Nel Blu” di Mario Perrotta è così la genesi della costruzione ostinata, giorno per giorno, di un successo, raccontato fino ad interrompersi nel momento in cui questo prende forma e sta, metaforicamente, per prendere il volo.

Nel palcoscenico il trio inizia a suonare: “Penso che un sogno così non ritorni mai più/ mi dipingevo le mani e la faccia di blu”. Il buio totale cala come un colpo al cuore … ma la platea continua a cantare: “…Poi d’impovviso veniva dal vento rapito/ E incominciavo a volare nel cielo infinito…” Sipario.

Nel blu- Avere tra le braccia tanta felicità” uno spettacolo di e con Mario Perrotta; collaborazione alla regia Paola Roscioli; musiche Domenico Modugno; arrangiamenti ed ensemble Vanni Crociani, Giuseppe Franchellucci, Massimo Marches, Mario Perrotta. Produzione Permar, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale Repliche:13 marzo, Cinema Teatro Walter Mac Mazzieri – Pavullo (Modena); 14 marzo, Teatro Girolamo Magnani – Fidenza;15 e 16 marzo, Teatro degli Industri – Grosseto; dal 18 al 23 marzo, Teatro Franco Parenti – Milano; 27 marzo, Teatro Inzino – Gardone Val Trompia (Brescia); 30 marzo, Teatro Manlio – Magliano Sabina (Rimini)

Mario Perrotta in un momento dello spettacolo teatrale “Nel blu”, di cui è anche autore, dedicato al grande cantautore Domenico Modugno (Foto Luigi Burroni)

 

Conto e carta

difficile da pignorare

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link