Questa settimana si annuncia come quella importante fattivamente nell’ambito delle indicazioni del ministro Adolfo Urso che aveva indicato, lo scorso sette febbraio, una ‘road map’, per arrivare entro la metà di marzo, cioè tra pochi giorni, ad un tavolo di sistema che coinvolga anche gli altri ministeri competenti, la Regione Siciliana, le Province di Siracusa e Ragusa, i Comuni, Confindustria, aziende dell’area e organizzazioni sindacali così da arrivare in tempi ragionevoli a un risultato positivo.
E’ risaputo che il Polo Industriale di Siracusa, è uno dei più grandi a livello europeo, e rappresenta un asset fondamentale per il territorio e per l’intero sistema Paese contribuendo alla sicurezza energetica nazionale. L’area infatti comprende settori strategici come quelli della raffinazione, dell’energia, della petrolchimica, del cemento, dei gas industriali e vanta importanti infrastrutture come i porti di Augusta e Siracusa.
Confindustria Siracusa ha stilato, insieme ad Ambrosetti e con le sette principali aziende insediate, uno studio strategico per individuare le traiettorie di transizione e a questo sono state aggiunte una serie di proposte per migliorare la situazione delle aziende già da oggi.
«Abbiamo incontrato il Ministro Urso e la prospettiva adesso è di aprire un tavolo per il nostro Polo industriale, per la transizione energetica; al quale abbiamo già individuato, e preparato, e auspichiamo che come promesso dal ministro Urso questo tavolo si apra nella seconda metà di marzo, prestissimo, coinvolgendo tutte forze sociali, il territorio e gli altri ministeri della regione siciliana», afferma il presidente di Confindustria Siracusa, ing. Gian Piero Reale.
Confindustria: «Costi energetici troppo alti, Governo intervenga»
«Un tavolo per la transizione, per la individuazione di soluzioni che possono già da oggi alleviare il costo della tassa sulla CO2, che come sappiamo è la più punitiva per le aziende. Solo il nostro polo industriale già oggi paga circa 250milioni di tassa per l’emissione delle CO2 e negli anni futuri, secondo il meccanismo previsto, quest’ammontare crescere considerevolmente».
Definire soluzioni strategiche e condivise per rendere il Polo industriale di Siracusa un modello di riconversione sostenibile a partire dai settori della raffinazione, dell’energia e della petrolchimica.
Questo l’obiettivo della riunione per la ‘road map’ convocata dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Sen. Adolfo Urso, a Palazzo Piacentini con le aziende della zona industriale siciliana.
Presenti all’incontro Confindustria, Confindustria Siracusa, Sonatrach, Isab, Versalis, B2G Sicily, Sasol Italy, Air Liquide Italia, Buzzi e The European House – Ambrosetti che ha presentato uno studio strategico sulla necessità di un approccio integrato per la trasformazione industriale dell’area.
«Vogliamo che il Polo industriale di Siracusa diventi un modello di riconversione sostenibile, pienamente competitivo in settori fondamentali per lo sviluppo del Paese, a partire da quello petrolchimico ed energetico. Siamo al lavoro per cambiare le politiche industriali e ambientali europee, affinché sia superata l’impostazione ideologica del Green Deal e si coniughino finalmente le esigenze produttive e sociali con quelle della decarbonizzazione. Nel nostro Mezzogiorno le crisi generate dal disaccoppiamento tra industria e ambiente dovranno rappresentare sempre più nuove opportunità di sviluppo», ha dichiarato Urso menzionando casi simili nell’area pugliese e nel Sulcis.
Analisi approfondita dello scenario attuale e delle prospettive future del Petrolchimico
Lo studio è stato promosso da Confindustria Siracusa in collaborazione con TEHA Group-The European House – Ambrosetti e sette aziende del Polo – Air Liquide, B2G Sicily, Buzzi Unicem, ISAB, Sasol, Sonatrach e Versalis, offre un’analisi approfondita dello scenario attuale e delle prospettive future del petrolchimico.
Lo studio evidenzia le criticità strutturali che compromettono la sua sopravvivenza e delineando una roadmap strategica in grado di garantirne la sostenibilità e la competitività.
L’analisi evidenzia come le aziende del Polo si trovino oggi in una condizione di pressione crescente, a causa dell’esigenza di conciliare gli obiettivi europei di decarbonizzazione con la necessità di competere in mercati globalizzati, caratterizzati da regole meno stringenti e costi di produzione, soprattutto energetici, significativamente inferiori.
Tra i principali fattori di crisi, sono individuati il costo elevato dell’energia, l’alto costo delle emissioni e la crisi dei settori industriali chiave, in particolare la chimica.
La proposta contiene un piano di intervento articolato in tre fasi
La prima fase, denominata ‘Fase 0’, prevede interventi immediati per salvaguardare la continuità produttiva del Polo e il processo di trasformazione in atto, accelerando gli investimenti già programmati, garantendo l’accesso sicuro e competitivo all’energia e assicurando tempi autorizzativi certi, nonché il supporto all’innovazione verso business sostenibili.
La successiva ‘Fase 1’, punta ad assicurare nel breve termine l’accesso a leve di decarbonizzazione competitive, come CCS e idrogeno blu, e incentivare la riconversione industriale verso filiere circolari e bio-based.
La ‘Fase 2’, prevede nel medio termine il posizionamento del polo industriale siracusano nel ruolo di catalizzatore della trasformazione industriale, promuovendo la produzione di materiali e vettori energetici sostenibili a beneficio della sostenibilità delle filiere delle catene del valore industriali. I presupposti perché il piano possa concretizzarsi, secondo lo studio di Confindustria, sono la capacità di assicurare un accesso competitivo all’energia e la possibilità di bilanciare le politiche di decarbonizzazione con quelle di competitività, garantendo una transizione sostenibile senza compromettere la solidità e lo sviluppo del sistema industriale.
Tra le 10 proposte contenute nello studio, per il riposizionamento industriale del polo industriale, c’è l’istituzione di un Tavolo permanente presso il Mimit, per garantire un confronto continuativo e strutturato tra governo, imprese, sindacati per di affrontare e coordinare le questioni legate alla competitività e sostenibilità del Polo, accelerando l’attuazione degli investimenti. Tra le altre proposte c’è l’accesso competitivo all’energia per garantire la continuità industriale, e il sostegno allo sviluppo della Carbon Capture and Storage come leva di decarbonizzazione più efficiente.
Occorre fare il punto sulla situazione del più grande polo di raffineria industriale d’Italia, che occupa 10 mila lavoratori che arrivano a 40 mila con l’indotto, e le cui aziende stanno vivendo una fase produttiva difficile legata anche al processo di decarbonizzazione; la cui ‘road map’ al Mimit possa diventare, come ha dichiarato il ministro Urso: «Un modello di riconversione sostenibile».
09 Marzo 2025 | 22:44
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