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Il progetto di razionalizzazione dei Reparti Prevenzione Crimine (RPC) continua a suscitare forti preoccupazioni tra gli operatori del settore, i rappresentanti sindacali e la comunità locale. Tra le chiusure previste, quella del reparto di Siderno è tra le più contestate, soprattutto per le possibili ripercussioni sulla sicurezza nella Locride e, più in generale, in Calabria.
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La posizione del SIULP: no alla chiusura dei reparti in Calabria
Il Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia (SIULP) di Reggio Calabria ha preso una posizione netta contro la proposta ministeriale di chiudere i tre reparti Prevenzione Crimine presenti in Calabria – Siderno, Vibo Valentia e Cosenza – per accorparli in un unico reparto con sede a Catanzaro. Una misura che, secondo il SIULP, rischia di compromettere la capacità di presidiare il territorio e di rispondere in maniera tempestiva ed efficace alle sfide della criminalità organizzata.
Secondo il segretario generale provinciale del SIULP di Reggio Calabria, Giuseppe De Stefano, i presidi della Polizia di Stato sono avamposti fondamentali di legalità, specialmente in una regione come la Calabria, dove la ‘ndrangheta ha storicamente rappresentato una minaccia per la sicurezza pubblica e lo sviluppo economico e sociale.
“Non possiamo accettare che la politica calabrese avalli la chiusura di uffici di Polizia per favorire l’apertura di un unico reparto in una provincia a discapito delle altre. La sicurezza non è una voce di bilancio da tagliare, ma un investimento indispensabile per la collettività”, afferma il SIULP.
Il Reparto Prevenzione Crimine di Siderno è stato istituito per contrastare l’influenza della criminalità organizzata nella Locride, un territorio che ha vissuto momenti drammatici di violenza mafiosa. La sua presenza ha contribuito a rafforzare la sicurezza, favorendo un recupero della vita civile, sociale ed economica della zona. Secondo il SIULP, smantellare un presidio di tale importanza significherebbe fare un passo indietro rispetto ai risultati ottenuti nella lotta alla ‘ndrangheta.
Il secondo incontro del 6 marzo: le preoccupazioni per il personale
Il 6 marzo si è tenuto il secondo confronto tra l’Amministrazione e i sindacati per discutere il piano di razionalizzazione. L’ipotesi al centro del dibattito resta quella iniziale: un solo Reparto Prevenzione Crimine per regione, con la chiusura di Siderno, Rende, Lecce, Potenza, Reggio Emilia, Perugia e San Severo, mentre un nuovo reparto sarà istituito a Gorizia.
Il focus dell’incontro è stato la gestione del personale coinvolto nella chiusura. Attualmente, circa 250 operatori sui 350 interessati hanno già presentato domanda di trasferimento verso altri uffici. Per questi, l’Amministrazione ha garantito la presa in carico delle richieste attraverso i prossimi avvicendamenti. Per il restante personale, sono state promesse soluzioni di ricollocazione sia in ambito provinciale che interprovinciale, con un’attenzione particolare alla tutela salariale.
Il SIULP e il SIAP hanno sollevato diverse perplessità, sottolineando come la chiusura di questi reparti rischi di trasformarsi in un semplice aumento numerico degli organici senza un reale potenziamento dell’operatività. Un altro tema delicato riguarda la perdita di retribuzione per gli operatori trasferiti in altri uffici, motivo per cui i sindacati hanno chiesto di garantire collocazioni che permettano di mantenere inalterato il livello salariale.
Un confronto con la politica e la necessità di più risorse
I sindacati hanno ribadito la necessità di coinvolgere la politica in questa discussione, chiedendo un incontro con le istituzioni prima di dare seguito al piano di razionalizzazione. Secondo il SIULP, prima di avallare la chiusura dei reparti, bisognerebbe affrontare temi urgenti come il potenziamento degli organici, le dotazioni di mezzi e le condizioni di lavoro degli operatori di polizia.
“Se la politica vuole realmente aiutare la Polizia di Stato, dovrebbe occuparsi dei ritardi nei pagamenti delle prestazioni straordinarie, della scarsità di risorse per il rinnovo dei contratti, delle criticità alloggiative del personale e della carenza di mezzi adeguati” afferma il SIULP.
La sicurezza non può essere ridimensionata
Il SIULP e il SIAP restano fermi sulla loro posizione: la sicurezza è un obiettivo comune che non può essere sacrificato in nome del risparmio economico. La chiusura del Reparto Prevenzione Crimine di Siderno, così come quella degli altri reparti in Calabria, non solo indebolirebbe la capacità di contrasto alla criminalità organizzata, ma rischierebbe di vanificare i progressi ottenuti negli ultimi decenni.
Il prossimo incontro sarà cruciale per definire il futuro della riorganizzazione. Nel frattempo, il SIULP invita tutti gli attori istituzionali e politici a riflettere sulle conseguenze di questa scelta, con l’auspicio che venga privilegiata la sicurezza dei cittadini e il rafforzamento delle forze dell’ordine sul territorio.
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