Le immagini della 50km a skating femminile di ieri che ha chiuso i Campionati del Mondo di Trondheim sono state emblematiche. Una gara già molto dura, al punto che al via si sono presentate solo una trentina di atlete e che, dopo una selezione iniziale, ha portato solo un quartetto di atlete a giocarsi il podio, è stata profondamente influenzata dalle condizioni dei tracciati di Granaasen. La neve, danneggiata dalle precipitazioni e dalle temperature elevate, ha reso alle atlete il lavoro difficilissimo, con diverse cadute e distacchi siderali. In Norvegia, i commentatori hanno definito la pista “senza fondo” perché in diversi tratti gli atleti si sono ritrovati ad affondare con gli sci nella neve.
Diverse sono le critiche arrivate agli organizzatori, in primis da Astrid Øyre Slind; una delle principali speranze della Norvegia per questa gara, grazie alla sua esperienza nel mondo delle gare di lunga distanza e che in Coppa del Mondo in stagione aveva ottenuto ben 12 podi, oggi si è dovuta accontentare di un magro decimo posto, a ben 9’35 da Frida Karlsson. “Sono delusa. Si potrebbe dire che i Mondiali sono un sogno, ma ora è un incubo” ha detto a VG. La trentasettenne ha mantenuto il ritmo delle migliori per i primi chilometri, ma ha avuto difficoltà e non è riuscita mantenere il passo, oltre ad essere poi caduta lungo il percorso. Ad un certo punto, ha anche pensato di fermarsi: “È solo per rispetto verso coloro che non hanno potuto essere al via oggi che ho finito la gara, ma mi sono vergognata un po’. La gente applaudiva e si alzava in piedi, e io non ho avuto la possibilità di andare veloce. È stato difficile”.
Slind, che è salita sul podio solo in occasione della staffetta, ritiene e che le pessime condizioni abbiano reso quasi impossibile sciare al meglio delle proprie possibilità. “Trovo seccante che durante tutte le gare le condizioni siano state così pessime al punto da rendere difficile sciare bene. Certo il tempo è pessimo, e non so se fosse possibile rendere le piste più battute o se si tratta di un errore da parte dell’organizzatore. Ma di certo è stato difficile sciare bene”.
Therese Johaug che partiva per vincere l’oro e ha dovuto accontentarsi della medaglia di bronzo, ha definito la gara, molto diplomaticamente, come “speciale”.
“Pratico sci di fondo da diversi anni e non mi era mai capitato di percorrere una pista come questa. È facile diventare dei pessimi perdenti quando si critica il percorso, quindi non voglio trovare scuse e incolpare la pista, ma non è degno di un Mondiale gareggiare in queste condizioni. Questo però non significa che il risultato sarebbe stato certamente diverso in altre circostanze” precisa, intervistata da VG e sostenendo il lavoro non semplice degli organizzatori “Non credo siano orgogliosi quando vedono le piste mostrate in TV. Hanno cercato di fare tutto il possibile per creare condizioni eque per tutti noi, ma non ha avuto nemmeno gli dei del meteo dalla loro parte”.
Nonostante l’incetta di medaglie al femminile, anche dalla Svezia non arrivano complimenti all’organizzazione per la neve trovata in pista ieri mattina: “Quando siamo arrivati e abbiamo visto le condizioni, non ci credevamo quasi” ha raccontato a VG Ebba Andersson, protagonista di una sfortunatissima caduta proprio quando la battaglia per il podio stava entrando nel vivo ed era tra le principali indiziate per salire uno di quei gradini “È stata una delle esperienze più difficili che abbia mai vissuto. Certamente si sarebbe potuto fare qualcosa di diverso. Anche (Martin Løwstrøm) Nyenget non è riuscito a vincere due potenziali medaglie, e non dovrebbe essere così“.
Il direttore di gara Daniel Myrmæl Helgestad, spesso interrogato nelle ultime settimane quando il meteo ha rovinato tracciati e piste, ha affrontato la questione di petto, spiegando che le terribili condizioni di domenica erano qualcosa su cui purtroppo non si poteva in alcun modo intervenire.
“Il fatto che non abbiamo avuto le condizioni di oggi (domenica) già all’inizio del Campionato è un’autentica fortuna. Abbiamo avuto il peggior tempo degli ultimi 130 anni, con tempeste, 8-9 gradi centigradi e niente neve. La neve che abbiamo è del novembre 2023 e se la raccogli nel pugno ottieni delle biglie di ghiaccio. È terribilmente difficile creare del grip su questa neve. Nel team abbiamo qualcuno con un dottorato sugli effetti del sale sulla neve, quindi chi pensa che non siamo preparati si sbaglia.“
Helgestad prosegue inoltre spiegando che le temperature gelide di sabato notte hanno reso inutile spargere sale sui tracciati. A quel punto c’erano due cose che avrebbero potuto fare: avrebbero potuto rimuovere tutta la neve dal sentiero e metterne di nuova o posticipare l’inizio della gara di un paio d’ore, cosa che avrebbe permesso l’uso del sale grazie alla pioggia caduta durante la gara. Tuttavia, una partenza tardiva, nell’ultima giornata del campionato, rischia di essere comunque “problematica”.
Non sapremo mai, proprio come detto da Johaug, se l’esito della gara sarebbe stato diverso con condizioni differenti. Sicuramente però lo scenario di ieri non ha aiutato a perorare la causa di una gara difficile, con poche partenti e un divario spropositato tra le atlete.
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