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Rottamazione quater e quinquies: nuove sanatorie in arrivo per chi non ha pagato. Le situazioni che permettono di sanare la situazione debitoria con il Fisco che sono in ballo sono due: la riammissione alla rottamazione quater per i decaduti e la rottamazione quinquies per chi ha debiti pendenti.
La riammissione alla rottamazione quater dei decaduti è stata prevista dal decreto Milleproroghe. Si tratta di una sorta di nuova proroga che riapre i termini della rottamazione quater ai decaduti entro il 31 dicembre 2024 per non aver versato una rata. A questa si somma la nuova rottamazione delle cartelle che è attualmente in discussione. Si tratta di due misure importanti sia per i contribuenti che per le casse dello Stato
Quando si conteggia il gettito nelle casse statali con la lotta all’evasione un capitolo corposo è rappresentato dalle sanatorie. Basti pensare che la rottamazione quater, quella del 2023, ha già garantito entrate pari a 6,8 miliardi di euro, quasi un quarto delle entrate delle scorso anno dalle cartelle esattoriali. Il dato non è definitivo, visto che ci sono dilazioni ancora in corso.
Proprio per l’impatto che le sanatorie hanno sui conti pubblici, visto che permettono di rientrare dei crediti, la maggioranza ha voluto riaprire i termini per aderire alla rottamazione, o quanto meno per rimettere in gioco i decaduti. La riapertura delle possibilità per i decaduti della rottamazione quater potrebbe garantire nuove e corpose entrate con l’obiettivo di utilizzare i fondi per diminuire ulteriormente le tasse il prossimo anno.
Riammissione alla rottamazione
Per i decaduti della rottamazione quater entro il 31 dicembre 2024 c’è la possibilità di presentare domanda di riammissione al piano di dilazione entro il 30 aprile 2025. In questo modo il debito residuo potrà essere spalmato su 10 rate, la prima della quale da versare entro il 31 luglio 2025.
La possibilità per i riammessi è quella di pagare in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2025 o scegliere il pagamento rateale: per non far scivolare le scadenze oltre quanto previsto per la definizione agevolata, però, si dovrà rateizzare il versamento delle rate residue in 10 rate di modo che anche i decaduti riammessi terminino di pagare tutto il dovuto entro la fine del 2027.
Questo comporterà, però, un piano di dilazione con rate sensibilmente più alte: le rate previste inizialmente dalla rottamazione quater, infatti, saranno maggiorate anche da un ulteriore 10% dell’importo delle rate non versate fino a ora che, nella migliore delle ipotesi sono almeno 3 (quella di novembre 2024, quella di febbraio 2025 e quella di maggio 2025, ma è ovvio che potrebbero essere anche di più).
In arrivo la rottamazione quinquies?
Va ricordato che la definizione agevolata non conviene solo al contribuente con cartelle esattoriali ma anche all’Erario che, scontando interessi e sanzioni, si assicura il gettito dei crediti che avanza.
I crediti fiscali in magazzino, secondo gli ultimi dati , dell’Agenzia delle Entrate Riscossione ammontano a oltre 1.267 miliardi di euro. Molti di questi debiti sono irrecuperabili perché intestati a persone decedute o nullatenenti o imprese cessate, in larga parte riguardano soggetti verso cui già sono stati svolti atti senza successo.
Proprio per questo motivo da diversi mesi la Lega si batte per una nuova versione della rottamazione che vada a superare le criticità delle versioni precedenti:
- piano di dilazione più lungo;
- un maggior numero di rate a cadenza mensile;
- una decadenza più difficile.
La rottamazione quinquies sulla carta sembra essere la soluzione definitiva per i debitori, ma si tratta di una misura ancora in discussione.
Cosa prevede la rottamazione quinquies di diverso? Innanzitutto si vuole permettere al cittadino con debiti di pagare senza sanzioni e interessi in 10 anni (le versioni precedenti della rottamazione si sono sempre articolate in 5 anni), in 120 rate mensili (contro le 18 previste negli anni passati) tutte di uguale importo (senza, quindi, le prime due maxi rate iniziali). Inoltre la decadenza è prevista quando risultano non pagate 8 rate (nelle precedenti edizioni della definizione agevolata bastava un singolo giorno di ritardo per decadere).
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