Pratiche sleali nel commercio ortofrutticolo

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Disciplina dei contratti di cessione dei prodotti ortofrutticoli ai sensi del D.Lgs. 198/2021 sulle pratiche commerciali sleali“, è stato il tema di un convegno tenutosi a Vittoria (RG), lo scorso 7 marzo 2025, allo scopo di mettere a confronto gli operatori della filiera.

Il tavolo dei relatori nella fase conclusiva dei lavori

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La premessa è che i mercati ortofrutticoli rappresentano il centro nevralgico di tutta la transazione commerciale ortofrutticola, proprio come quello di Vittoria. Questo territorio è una delle zone più importanti per il comparto, non solo in termini di produzione, ma anche di commercializzazione.

Le diverse relazioni dei funzionari presenti hanno messo in luce le diverse anomalie che si riscontrano maggiormente nei rapporti commerciali, lungo la filiera.

Ne ha parlato, a margine dei lavori, in un’intervista, Felice Assenza, Capo Dipartimento dell’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e della Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari: “Oggi è una giornata molto importante, mi auguro che abbia una sua efficacia sugli operatori. Infatti, vogliamo analizzare bene insieme agli attori della filiera tutti i risvolti del decreto legislativo 198 del 2021 sulle pratiche sleali”.

Anche i gestori dei mercati segnalano le anomalie, come previsto nell’art. 3 del D.lgs.

“Vi sono degli elementi importanti che afferiscono alle competenze all’interno del mercato ortofrutticolo, in particolare per quanto riguarda i contratti di gestione – prosegue il Capo Dipartimento dell’ICQRF – ma mi riferisco anche agli accordi quadro, nonché a quanto statuito dal legislatore di recente in materia di mercati ortofrutticoli e mercati all’ingrosso, all’interno del decreto legislativo del 2021. In particolare, mi riferisco alla responsabilità in capo ai concessionari, ma anche ai direttori dei mercati ortofrutticoli”.

Nella slide sopra si legge, tra l’altro, che è vietata l’imposizione di vendita a prezzi al di sotto dei costi di produzione

“Oggi è una giornata di formazione e di informazione – spiega ancora Assenza – Mi auguro che sia anche un dialogo costruttivo e un confronto con gli operatori. Noi siamo l’autorità competente per il contrasto alle pratiche sleali, quindi, al di là di tutte quelle che sono le procedure anche sanzionatorie, ci auguriamo sempre nel corso dei controlli che le leggi in materia siano sempre rispettate. Questo per diversi motivi. Innanzitutto, perché ciò vuol dire difendere e rafforzare la posizione dell’anello più debole della filiera, che è l’agricoltore. In secondo luogo, rispettare queste prescrizioni vuol dire rendere trasparente l’intera filiera agroalimentare e, in terzo luogo, significa renderla bilanciata, il che vuol dire che la distribuzione del valore aggiunto e del reddito all’interno della filiera è una distribuzione equa e ragionevole”.

Alcune pratiche, se non concordate preventivamente, sono vietate, come la restituzione di prodotti invenduti.

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Cosa prevede concretamente il decreto legislativo del 2021
“Il decreto legislativo del 2021 per tanti aspetti non prevede nulla di nuovo – risponde Assenza – nel senso che le previsioni sono già in vigore dal 2012, come l’obbligo di contratti scritti, qualora ci sia una cessione di prodotti agricoli e agroalimentari da parte dei fornitori. Il decreto legislativo del 2021 ha però esteso il campo a tutto l’agroalimentare, nel senso che per fornitori e acquirenti si intendono praticamente tutti i soggetti che intervengono nell’ambito di transazioni commerciali sui prodotti, il che vuol dire che l’ambito va sino alla distribuzione organizzata, a esclusione dei consumatori”.

La “lista nera” evidenzia le pratiche sempre vietate, come il pagamento a 60 gg per prodotti deperibili, per esempio.

“Quindi il decreto legislativo ha esteso il campo di applicazione – rivela il dirigente – e ha rafforzato diversi aspetti, stabilendo anche delle norme per gli accordi quadro. Questa è una grande novità. Il decreto legislativo è stato innovato e di recente irrobustito, tenendo in considerazione anche i costi di produzione e quindi prevedendo il divieto di imporre dei prezzi che siano al di sotto dei costi di produzione. Quindi credo che ci siano delle novità. Ma è tutto in itinere, in continua evoluzione. È un decreto su cui noi stiamo vigilando tantissimo”.

Le sanzioni, in alcuni casi, possono essere molto pesanti

“Ricordo inoltre che in 9 anni di precedente autorità competente erano stati effettuati 600 controlli – fa presente l’intervistato – In 3 anni e mezzo, il dipartimento che io dirigo ha fatto più di 1.300 controlli. Di questi, 800 controlli sono stati effettuati solamente nel 2024”.

Come si inquadra la figura dei cosiddetti mediatori “appoggiati” che collaborano con i vari posteggi
“Allora, è chiaramente una figura un po’ anomala, sebbene presente nell’ambito di un circuito commerciale, non solo per l’ortofrutta – risponde ancora Assenza – È chiaro che nelle realtà del mercato ortofrutticolo questa figura assume un rilievo molto più incisivo e molto più importante. Oggi con me ci sono presenti i principali attori istituzionali, dai direttori generali ai dirigenti. Ne discuteremo. Vi sono delle soluzioni che vanno lette nell’ambito del decreto legislativo. Laddove è possibile intervenire, interverremo”.

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Ai lavori hanno infatti partecipato anche Angelo Faberi, Direttore Ufficio Territoriale ICQFR Sicilia; Roberto Tomasello, Direttore Gen. Direz. per il contrasto alle pratiche commerciali sleali e procedure sanzionatorie; Paolo Tolomei, Dirrettore Ufficio Contrasto pratiche sleali; Marina Fiori, Dirigente Masaf. L’evento è stato fortemente voluto dal Sindaco della città, Francesco Aiello.



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