Pellegrino, che impatto con la Serie A: il Parma ritrova un 9 argentino dopo Crespo

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Mateo è la nuova arma salvezza. Hernan: “Mi piace, ha fame”




Giornalista

Chi frequenta i campi di Collecchio, e ha la possibilità di vedere qualche spezzone d’allenamento, anche prima della doppietta di sabato al Torino aveva garantito che Mateo Pellegrino era un talento già pronto per rendersi utile alla causa. Durante le partitelle, in area di rigore arrivava sul pallone sempre prima degli altri, e questo è un segnale significativo: vuol dire che il ragazzo ha nel suo dna l’istinto del killer e ha quell’entusiasmo che, forse, finora era mancato ai suoi compagni, depressi dopo tre mesi vissuti in apnea che li hanno trascinati in piena zona retrocessione. È come se Pellegrino, con quel tiro di sinistro e quella zuccata su calcio d’angolo, avesse riacceso il fuoco che dormiva sotto le ceneri. Cristian Chivu, da tre partite sulla panchina del Parma, ne ha dosato le energie, aveva bisogno di conoscerne il carattere (come quello di tutti i giocatori) e di non stravolgere le gerarchie dello spogliatoio: prima una decina di minuti contro il Bologna e contro l’Udinese, e poi trentacinque minuti contro il Torino, proprio quando l’acqua si stava alzando e si rischiava la “piena”. La risposta di Pellegrino è di quelle da segnare sul calendario, logicamente per i due gol realizzati, ma anche per la volontà, per la grinta, per lo spirito di sacrificio che lo ha spinto a rincorrere gli avversari in ogni zona del campo. 

Come Hernan

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Per guadagnarsi il futuro il ventitreenne argentino ha lottato, e non poco. Nel senso che è entrato nell’ufficio del presidente del Velez Sarsfield e gli ha detto chiaramente che voleva essere ceduto al Parma. Poi è andato dall’allenatore Sebastian Dominguez, gli ha spiegato le sue ragioni e gli ha domandato di non farlo giocare nella partita successiva, creando qualche problema con i tifosi del Velez. Trattativa conclusa nell’ultimo giorno di mercato: 2 milioni di euro al Velez più il 50 per cento sull’eventuale rivendita. Per Pellegrino un contratto fino al 2029. Le sue prime parole, appena sbarcato in Italia: “Ho deciso di venire a Parma perché a questo punto della mia carriera era il passo giusto da fare. Qui hanno giocato tanti argentini, che si sono sempre trovati magnificamente, e soprattutto questa maglia l’ha indossata Hernan Crespo che per me è un modello di riferimento”. Oggi, dopo aver applaudito i primi gol italiani di Pellegrino, Crespo ne esalta le qualità senza dimenticare di proteggerne la crescita: “La gente di Parma ha conosciuto un altro centravanti argentino che sa buttarla dentro, e questo non può che farmi piacere, visto che a Parma sono molto legato. Mateo lo seguo da diverso tempo, ha un fisico importante, è bravo di testa e in area di rigore ha fame, che è la dote migliore di un attaccante. Non so dove possa arrivare, ma so che non gli si deve mettere pressione e lo si deve lasciar crescere con calma. Il Parma ha trovato un ragazzo che può dare una mano a raggiungere la salvezza”. 

famiglia

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Lui, che da bambino ha frequentato per qualche mese le squadre giovanili dell’Inter, quando il padre Mauricio (ora allenatore del Lanus) era il vice di Rafa Benitez in nerazzurro, non è tipo da montarsi la testa. La famiglia gli ha trasmesso valori solidi, e tra questi l’umiltà sta al primo posto. Dopo il pomeriggio da incorniciare e dopo aver telefonato alla fidanzata cui ha dedicato la doppietta, ha chiamato i genitori. E Mauricio, che il mondo del calcio lo ha frequentato ad alti livelli (Barcellona, Valencia, Liverpool tra gli anni Novanta e i Duemila) prima di diventare allenatore, avrà trovato le parole giuste perché suo figlio tenga sempre la testa bassa e le orecchie aperte per ascoltare i consigli che possono aiutarlo a crescere. Il talento da centravanti c’è, ora si tratta di affinarlo e proteggerlo. Per il suo bene e per quello del Parma.





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