Nuovo ospedale Terni, pressing sulla Regione: «Proietti chiarisca modi e tempi»

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di C.P. e M.R.

Lunga discussione ma l’intesa c’è. Durante il consiglio comunale di lunedì mattina si torna a parlare del nuovo ospedale di Terni. In aula infatti si è nuovamente discusso l’atto di indirizzo presentato lo scorso 5 marzo dal consigliere Massimo Francucci (Ap) e firmato da altri consiglieri della maggioranza. Il documento, in sostanza, chiede risposte precise sui tempi e le modalità di realizzazione del nosocomio, invitando in aula anche la presidente di Regione, Stefania Proietti. Nel merito è intervenuto il consigliere Marco Celestino Cecconi (FdI) proponendo un emendamento che riguarda soprattutto le premesse dell’atto, poi approvato all’unanimità dei presenti.

Atto di indirizzo «È un po’ di tempo che dell’ospedale di Terni si parla e non si parla – aveva esordito la scorsa seduta il consigliere Francucci (Ap) -. Per far questo credo sia necessario partire dalla storia, dato che il nostro ospedale è il più vecchio di tutta la regione. L’area individuata fu scelta in epoca fascista, inizio lavori nel 1957 e conclusione nel 1973. Colle Obito fu scelto perché era il punto in cui, nelle torride estati ternane, garantiva temperature leggermente più basse e un’aria più salubre. Una scelta dell’ubicazione legata dunque a motivi sanitari e ambientali, che va in contrasto con proposte più attuali, come quella di spostarlo in zona Maratta, tra le più insalubri. A novembre del 2023 – prosegue la ricostruzione del consigliere – la giunta regionale aveva prodotto un documento istruttorio, in cui confermava che l’attuale ospedale presentava elementi di criticità» su più fronti. E, dalla relazione sanitaria dell’azienda ospedaliera, «protocollata in Regione nel 2022, è emerso che era opportuno ripensare la struttura e l’organizzazione».

Ubicazione nuovo ospedale Dunque «ritenuto che la ricerca di terreni alternativa appare immotivata e illogica per motivi economici sanitari e logistici. Economici perché negli ultimi anni sono stati compiuti interventi di riqualificazione nella struttura ospedaliera, denaro che andrebbe dispero se si abbandonasse la struttura esistente. E motivi logistici perché la sede dell’università di Medicina si trova in prossimità del ‘Santa Maria’ e pensare a un’altra sede obbligherebbe studenti e docenti ad inutili viaggi: si impegna sindaco e giunta ad interloquire con la Regione per avere risposte precise su tempi e modalità di realizzazione».

Regione Il consigliere Francucci, durante la seduta di lunedì, ha presentato un emendamento, chiedendo di modificare il punto in cui si chiedeva di invitare la presidente di Regione ad una seduta della Seconda commissione consiliare, chiamandola invece a partecipare direttamente in consiglio comunale. «Quel che dobbiamo fare prima di tutto è ascoltare la presidente e ascoltare questa nuova amministrazione e capire quali sono le loro intenzioni. Noi come Comune di Terni dobbiamo avere voce in capitolo, ma alla fine sappiamo benissimo che chi deciderà non siamo noi», interviene in merito la consigliera Elena Proietti Trotti (FdI). Alla fine, l’emendamento è stato approvato con 24 voti favorevoli e 2 astenuti. E così, anche l’atto di indirizzo presentato da Alternativa popolare passa con 20 voti favorevoli, 5 contrari e 5 non espressi.

VIDEO Proietti sul nuovo ospedale di Terni: «Approfondimenti da fare. Verrò al consiglio comunale aperto»

Emendamento Lunedì mattina il consigliere di Fratelli d’Italia, Marco Celestino Cecconi ha presentato un emendamento all’atto affinché «questo consiglio comunale nella sua interezza sia sollecito e capace di essere ad una voce per produrre un documento che sia nella disponibilità del sindaco e possa metterlo in una condizione di discutere con più autorevolezza nei confronti della Regione». Sostanzialmente, vengono modificate le premesse del documento originale, producendo un atto «più asciutto», che è stato discusso anche in conferenza dei capigruppo. Il documento, così modificato, è stato firmato dai consiglieri di Fratelli d’Italia, dal consigliere Orsini (Masselli Sindaco), dai consiglieri del Gruppo misto, dai consiglieri del Pd e dal consigliere Fiorelli (M5s). L’atto è «una sintesi di quanto ascoltato sin qui – spiega Cecconi – e fa il focus sugli impegni che il consiglio comunale affida il sindaco. Ad interloquire con la Regione Umbria al fine di avere risposte precise su tempi e modalità. E a richiedere l’audizione della presidente Proietti al consiglio comunale di Terni. La premessa è di quelle che aprono al dialogo e al dibattito». In conclusione, l’atto è stato approvato all’unanimità dei presenti, con 31 voti favorevoli.

Bandecchi «Ringrazio le opposizioni e potrei anche approfittare di questo vostro grande assist. La sanità non dipende dal Comune, ma dalla Regione. È vero a livello giuridico, è vero perché la Regione gestisce i soldi che gli dà lo Stato italiano. Sul fatto che il sindaco non possa fare niente non sono d’accordo. La giunta regionale, che viene proprio oggi a Terni, si è dimenticata di invitarmi a questa inaugurazione di un reparto dell’ospedale. La Regione è bella confusa, in tre mesi doveva ridurre le liste d’attesa, le ha triplicate. E oggi si è accorta che l’ossessione elettorale per la sanità pubblica, in realtà è anche privato. Nel nostro atto d’indirizzo ricordiamo che il 20 settembre il ministro Giorgetti ha detto: ‘Ci sono i soldi per costruire l’ospedale a Terni, sono già disponibili’. Faremo fare questo ospedale a Terni, altrimenti faremo arruolare un gruppo di persone che ogni giorno davanti alla Regione per i prossimi 5 anni starà con i cartelli ‘Sanità pubblica anche per i ternani’. Pur di non parlare dell’ospedale di Terni – chiosa il primo cittadino – si parla ancora di quell’altro di Narni o di dove cavolo è».

Comitato difesa ospedale E il monito, perché i tempi e le modalità di realizzazione del nosocomio siano chiarite, arriva anche dal comitato ternano dedicato, all’interno del quale orbitano anche convincti sostenitori della presidente Proietti. Ebbene sono gli stessi che ultimamente dicono di fiutare il rischio che la giunta Regionale possa cedere agli interessi dei privati nell’ambito del settore edilizio, perdendo di vista il contenuto della struttura che è considerato la vera criticità nosocomiale. In linea con quanto dichiarato dal principio, per il comitato basterebbero alcuni interventi di riqualificazione dell’esistente, rendendo gli spazi più funzionali a un sistema che ci si aspetta sempre più efficiente. Il nuovo ospedale inteso come immobile, per gli attivisti, tra i quali diversi medici, è solo una scatola: «E sia chiaro – avvertono – che ci opporremo in ogni modo a qualunque soluzione che possa far leva sulle risorse aziendali. Quelle vanno tutelate per le prestazioni sanitarie. Per l’edilizia ospedaliera si vada a Roma a chiedere fondi statali art. 20 della legge 67/1988».

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