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L’esercito israeliano ha reso noto di aver condotto un attacco aereo oggi contro militanti che piazzavano un ordigno esplosivo nel nord di Gaza. Alcuni funzionari di Hamas avrebbero incontrato il capo dell’agenzia di intelligence generale egiziana, Hassan Mahmoud Rashad, al Cairo per discutere dei progressi nell’attuazione del cessate il fuoco. \”La delegazione ha sottolineato la necessità di aderire a tutti i termini dell’accordo, di procedere immediatamente all’avvio dei negoziati per la seconda fase, di aprire i valichi di frontiera e di consentire l’ingresso di materiali di soccorso a Gaza senza restrizioni o condizioni\”, ha affermato il movimento, come riporta al Jazeera.
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Hamas sostiene la proposta guidata dall’Egitto per la ricostruzione di Gaza, inclusa la richiesta di un governo di transizione per gestire il territorio fino a quando non si potranno tenere le elezioni. talia con Francia, Germania e Gran Bretagna: \”Bene piano arabo per Gaza\”.
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L’accordo per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza è scattato il 19 gennaio. Durante la prima delle tre fasi saranno in tutto 33 le persone riconsegnate allo Stato ebraico (anche se quelle vive sono 25). In cambio vengono liberati centinaia di prigionieri palestinesi. Dalle donne portate via dai kibbutz israeliani ai partecipanti rapiti durante il festival di Nova: ecco chi sono gli ex ostaggi. DI CHI SI TRATTA
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Mosca e Teheran sono sempre più vicini. I presidenti Putin e Pezeshkian hanno firmato un \”trattato di partenariato strategico globale\” con cui è stata potenziata la cooperazione militare e d’intelligence. Un accordo definito \”una vera svolta\” che amplierà la proiezione russa nel settore dell’energia nucleare iraniana. LEGGI L’ARTICOLO
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L’attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. IL PUNTO
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Una devastazione senza precedenti. Oggi, più della metà della Striscia di Gaza è completamente rasa al suolo. Secondo gli esperti, non si è mai registrato un simile livello di distruzione in un’area così piccola e densamente popolata. Le stime per la ricostruzione di Gaza, che potrà essere avviata solo dopo il completamento delle tre fasi dell’accordo di tregua tra Israele e Hamas, sono esorbitanti. Ecco le ultime stime su quanto costerà ricostruire Gaza dopo la devastazione causata dal conflitto tra Hamas e Israele e sulla conta dei danni. PER SAPERNE DI PIÙ
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L’amministrazione curda semi-autonoma della Siria ha condannato le violenze contro i civili sulla costa mediterranea del Paese, dove si sono verificate uccisioni di massa ai danni della comunità alawita. L’amministrazione curda nel nord e nell’est della Siria \”condanna fermamente i crimini commessi contro il nostro popolo sulla costa e sottolinea che queste pratiche ci riportano a un periodo oscuro che il popolo siriano non vuole rivivere\”, ha affermato in una dichiarazione in cui si chiede che i responsabili siano perseguiti.
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Dallo scoppio della guerra tra Israele e Hamas si è aggravata la situazione degli sfollati palestinesi che da anni trovano accoglienza nei Paesi dell’area come Giordania e Libano. Mentre la tregua vacilla, la proposta del presidente americano Trump sul futuro della Striscia rischia di aumentare il numero di rifugiati. Anche di questo si è parlato nella puntata dell’11 febbraio di \”Numeri\”, approfondimento di Sky TG24. LEGGI QUI
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La decisione di Israele di interrompere la fornitura di energia elettrica alla Striscia di Gaza nel tentativo di fare pressione su Hamas per liberare gli ostaggi ancora detenuti \”è un ricatto inaccettabile\”. Ad affermarlo è Izzat al-Rishq, membro dell’ufficio politico di Hamas. \”Condanniamo con fermezza la decisione dell’occupazione di tagliare l’elettricità a Gaza, dopo averla privata di cibo, medicine e acqua\”, afferma Izzat al-Rishq. Si tratta, aggiunge, \”di un tentativo disperato di fare pressione sul nostro popolo e sulla sua resistenza attraverso tattiche di ricatto a buon mercato e inaccettabili\”.
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L’esercito israeliano ha annunciato la nomina di un nuovo portavoce per sostituire il contrammiraglio Daniel Hagari, diventato il volto dello sforzo bellico del Paese e che dovrebbe dimettersi. In una nota si precisa che il capo di Stato maggiore, Eyal Zamir, \”ha nominato (il generale di brigata) Effie Defrin come portavoce delle Idf\”.
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Defrin \”ha combattuto ed è stato ferito nella seconda guerra del Libano\” nel 2006, si legge nella nota, aggiungendo che ha continuato a servire in \”ruoli chiave\” dell’esercito e più di recente come capo della Divisione per la cooperazione internazionale.
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Da giovedì in alcune zone del Paese sono in corso scontri armati fra le forze di sicurezza di Damasco e i miliziani alawiti, minoranza sciita che sosteneva il regime di Bashar al Assad, accompagnati da stragi di civili. \”Quello che sta succedendo è fra le sfide che erano prevedibili. Possiamo vivere insieme\”, ha detto il presidente ad interim Ahmad al-Sharaa (al-Jolani). Dopo le pressioni internazionali, annunciata la creazione di una \”commissione d’inchiesta\” indipendente per indagare sui massacri di civili. LEGGI L’ARTICOLO
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Il presidente siriano ad interim Ahmed al-Sharaa ha promesso che chiedera’ conto ai responsabili delle violenze contro i civili avvenute durante la sanguinosa repressione della minoranza alawita, che sosteneva il deposto regime di Assad, avvenuta nei giorni scorsi nell’Ovest del Paese. \”Chiederemo conto, con fermezza e senza clemenza, a chiunque sia coinvolto nello spargimento di sangue di civili o abbia ecceduto i poteri dello Stato\”, ha affermato in un video pubblicato dall’agenzia di stampa ufficiale siriana Sana.
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Secondo l’anticipazione riportata da La Stampa e La Repubblica l’aumento sarebbe da attuare nell’arco temporale di cinque/otto anni, arrivando a circa 135 mila soldati ordinari. Il ministro Crosetto ha smentito: \”La consistenza delle Forze Armate è fissata da una legge. Non ho problemi a dire, come ho già detto più volte che quel modello ormai è inadeguato e va cambiato. Lo si farà in Parlamento. LEGGI QUI
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Il presidente ad interim della Siria Al Jolani ha giurato che il suo governo riterrà responsabile chiunque è coinvolto nelle uccisioni dei civili, dopo giorni di violenza nel paese. \”Riterremo responsabile, con fermezza e senza clemenza, chiunque è coinvolto nello spargimento di sangue di civili… o che ha oltrepassato i poteri dello Stato\”, ha detto in un video pubblicato dall’agenzia di stampa statale Sana, aggiungendo che sarebbe stato formato un comitato per \”proteggere la pace civile\”.
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La decisione di Israele di interrompere la fornitura di energia elettrica alla Striscia di Gaza avrà effetto solo su una sola struttura, l’impianto di desalinizzazione vicino a Deir el-Balah, nella parte centrale dell’enclave palestinese. Lo ha sottolineato un funzionario israeliano, commentando al Times of Israel la decisione del ministro dell’Energia, Eli Cohen.
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Il capo di stato maggiore dell’Idf, il tenente generale Eyal Zamir, ha effettuato una visita alle truppe israeliane nella zona cuscinetto, all’interno della Siria meridionale. Lo riferisce il quotidiano Times of Israel. Secondo la stessa fonte, il generale Zamir ha visitato l’area e ha tenuto una valutazione con gli ufficiali, tra cui il capo del comando settentrionale, Ori Gordin, e il comandante della 210ma Divisione regionale Bashan, Yair Peli. La visita del generale Zamir in Siria avviene mentre il controllore dell’Idf, Ofer Sarig, sta effettuando un’ispezione della prontezza, della disciplina e delle attività di routine del comando nord. L’Idf ha descritto la sua presenza nella zona cuscinetto della Siria meridionale come una misura temporanea e difensiva, anche se il ministro della Difesa, Israel Katz, ha dichiarato che le truppe rimarranno dispiegate in nove postazioni dell’esercito nell’area \”a tempo indeterminato\”. In Israele, il livello di allerta è molto alto per la situazione in Siria, a maggior ragione ora, per le gravi violenze esplose nelle province di Latakia e Tartus, con un bilancio di 1.300 morti, per lo più militari e civili della minoranza alawita del presidente deposto Bashar Al-Assad.
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Questa decisione arriva dopo che Israele ha annunciato il blocco dell’ingresso degli aiuti umanitari e altre merci a Gaza, accusando Hamas di rifiutare una proposta per prolungare la prima fase dell’accordo di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi. Israele ha inoltre minacciato \”ulteriori conseguenze\” e un possibile ritorno alla guerra. Il primo ministro Benyamin Netanyahu aveva dichiarato la scorsa settimana di essere pronto ad aumentare la pressione su Hamas e non aveva escluso un’interruzione totale dell’elettricità se il gruppo non cambierà posizione nei negoziati.
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Il ministro dell’Energia israeliano Eli Cohen ha ordinato alla Israel Electric Corporation di interrompere la fornitura di energia elettrica alla Striscia di Gaza, una mossa che sembra voler aumentare la pressione su Hamas, che ha in mano ancora 59 ostaggi israeliani.
L’esercito israeliano ha reso noto di aver condotto un attacco aereo oggi contro militanti che piazzavano un ordigno esplosivo nel nord di Gaza. Alcuni funzionari di Hamas avrebbero incontrato il capo dell’agenzia di intelligence generale egiziana, Hassan Mahmoud Rashad, al Cairo per discutere dei progressi nell’attuazione del cessate il fuoco. “La delegazione ha sottolineato la necessità di aderire a tutti i termini dell’accordo, di procedere immediatamente all’avvio dei negoziati per la seconda fase, di aprire i valichi di frontiera e di consentire l’ingresso di materiali di soccorso a Gaza senza restrizioni o condizioni”, ha affermato il movimento, come riporta al Jazeera.
Hamas sostiene la proposta guidata dall’Egitto per la ricostruzione di Gaza, inclusa la richiesta di un governo di transizione per gestire il territorio fino a quando non si potranno tenere le elezioni. talia con Francia, Germania e Gran Bretagna: “Bene piano arabo per Gaza”.
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Tregua Israele-Hamas, chi sono gli ostaggi liberati finora
L’accordo per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza è scattato il 19 gennaio. Durante la prima delle tre fasi saranno in tutto 33 le persone riconsegnate allo Stato ebraico (anche se quelle vive sono 25). In cambio vengono liberati centinaia di prigionieri palestinesi. Dalle donne portate via dai kibbutz israeliani ai partecipanti rapiti durante il festival di Nova: ecco chi sono gli ex ostaggi. DI CHI SI TRATTA
Dalla difesa alle infrastrutture, Russia e Iran sempre più vicini
Mosca e Teheran sono sempre più vicini. I presidenti Putin e Pezeshkian hanno firmato un “trattato di partenariato strategico globale” con cui è stata potenziata la cooperazione militare e d’intelligence. Un accordo definito “una vera svolta” che amplierà la proiezione russa nel settore dell’energia nucleare iraniana. LEGGI L’ARTICOLO
La questione israelo palestinese, cos’è e come è nata
L’attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. IL PUNTO
Quanto costerà ricostruire la Striscia di Gaza? La conta dei danni
Una devastazione senza precedenti. Oggi, più della metà della Striscia di Gaza è completamente rasa al suolo. Secondo gli esperti, non si è mai registrato un simile livello di distruzione in un’area così piccola e densamente popolata. Le stime per la ricostruzione di Gaza, che potrà essere avviata solo dopo il completamento delle tre fasi dell’accordo di tregua tra Israele e Hamas, sono esorbitanti. Ecco le ultime stime su quanto costerà ricostruire Gaza dopo la devastazione causata dal conflitto tra Hamas e Israele e sulla conta dei danni. PER SAPERNE DI PIÙ
I curdi siriani condannano i “crimini contro i civili”
L’amministrazione curda semi-autonoma della Siria ha condannato le violenze contro i civili sulla costa mediterranea del Paese, dove si sono verificate uccisioni di massa ai danni della comunità alawita. L’amministrazione curda nel nord e nell’est della Siria “condanna fermamente i crimini commessi contro il nostro popolo sulla costa e sottolinea che queste pratiche ci riportano a un periodo oscuro che il popolo siriano non vuole rivivere”, ha affermato in una dichiarazione in cui si chiede che i responsabili siano perseguiti.
Medioriente, Israele blocca fornitura di elettricità a Gaza. VIDEO
La situazione a Gaza e il ruolo degli Usa: i possibili scenari su rifugiati e aiuti
Dallo scoppio della guerra tra Israele e Hamas si è aggravata la situazione degli sfollati palestinesi che da anni trovano accoglienza nei Paesi dell’area come Giordania e Libano. Mentre la tregua vacilla, la proposta del presidente americano Trump sul futuro della Striscia rischia di aumentare il numero di rifugiati. Anche di questo si è parlato nella puntata dell’11 febbraio di “Numeri”, approfondimento di Sky TG24. LEGGI QUI
Hamas: “Da Israele inaccettabile ricatto con lo stop della fornitura elettrica”
La decisione di Israele di interrompere la fornitura di energia elettrica alla Striscia di Gaza nel tentativo di fare pressione su Hamas per liberare gli ostaggi ancora detenuti “è un ricatto inaccettabile”. Ad affermarlo è Izzat al-Rishq, membro dell’ufficio politico di Hamas. “Condanniamo con fermezza la decisione dell’occupazione di tagliare l’elettricità a Gaza, dopo averla privata di cibo, medicine e acqua”, afferma Izzat al-Rishq. Si tratta, aggiunge, “di un tentativo disperato di fare pressione sul nostro popolo e sulla sua resistenza attraverso tattiche di ricatto a buon mercato e inaccettabili”.
Siria, oltre 1000 morti nella resa dei conti contro alawiti. VIDEO
Effie Defrin nuovo portavoce delle Idf
L’esercito israeliano ha annunciato la nomina di un nuovo portavoce per sostituire il contrammiraglio Daniel Hagari, diventato il volto dello sforzo bellico del Paese e che dovrebbe dimettersi. In una nota si precisa che il capo di Stato maggiore, Eyal Zamir, “ha nominato (il generale di brigata) Effie Defrin come portavoce delle Idf”.
Defrin “ha combattuto ed è stato ferito nella seconda guerra del Libano” nel 2006, si legge nella nota, aggiungendo che ha continuato a servire in “ruoli chiave” dell’esercito e più di recente come capo della Divisione per la cooperazione internazionale.
Siria, scontri tra islamisti e alawiti: oltre mille morti, strage di civili
Da giovedì in alcune zone del Paese sono in corso scontri armati fra le forze di sicurezza di Damasco e i miliziani alawiti, minoranza sciita che sosteneva il regime di Bashar al Assad, accompagnati da stragi di civili. “Quello che sta succedendo è fra le sfide che erano prevedibili. Possiamo vivere insieme”, ha detto il presidente ad interim Ahmad al-Sharaa (al-Jolani). Dopo le pressioni internazionali, annunciata la creazione di una “commissione d’inchiesta” indipendente per indagare sui massacri di civili. LEGGI L’ARTICOLO
Siria, al-Sharaa: chiederemo conto ad autori violenze su civili
Difesa, 40mila soldati in più. Crosetto: no aumento organici, numeri fissati da legge
Secondo l’anticipazione riportata da La Stampa e La Repubblica l’aumento sarebbe da attuare nell’arco temporale di cinque/otto anni, arrivando a circa 135 mila soldati ordinari. Il ministro Crosetto ha smentito: “La consistenza delle Forze Armate è fissata da una legge. Non ho problemi a dire, come ho già detto più volte che quel modello ormai è inadeguato e va cambiato. Lo si farà in Parlamento. LEGGI QUI
Jolani: “Nessuna clemenza per chi ha ucciso i civili”
Il presidente ad interim della Siria Al Jolani ha giurato che il suo governo riterrà responsabile chiunque è coinvolto nelle uccisioni dei civili, dopo giorni di violenza nel paese. “Riterremo responsabile, con fermezza e senza clemenza, chiunque è coinvolto nello spargimento di sangue di civili… o che ha oltrepassato i poteri dello Stato”, ha detto in un video pubblicato dall’agenzia di stampa statale Sana, aggiungendo che sarebbe stato formato un comitato per “proteggere la pace civile”.
Media: “Lo stop all’elettricità di Gaza bloccherà solo l’impianto di desalinizzazione”
La decisione di Israele di interrompere la fornitura di energia elettrica alla Striscia di Gaza avrà effetto solo su una sola struttura, l’impianto di desalinizzazione vicino a Deir el-Balah, nella parte centrale dell’enclave palestinese. Lo ha sottolineato un funzionario israeliano, commentando al Times of Israel la decisione del ministro dell’Energia, Eli Cohen.
Siria, capo Idf visita truppe israeliane nella zona cuscinetto
Il capo di stato maggiore dell’Idf, il tenente generale Eyal Zamir, ha effettuato una visita alle truppe israeliane nella zona cuscinetto, all’interno della Siria meridionale. Lo riferisce il quotidiano Times of Israel. Secondo la stessa fonte, il generale Zamir ha visitato l’area e ha tenuto una valutazione con gli ufficiali, tra cui il capo del comando settentrionale, Ori Gordin, e il comandante della 210ma Divisione regionale Bashan, Yair Peli. La visita del generale Zamir in Siria avviene mentre il controllore dell’Idf, Ofer Sarig, sta effettuando un’ispezione della prontezza, della disciplina e delle attività di routine del comando nord. L’Idf ha descritto la sua presenza nella zona cuscinetto della Siria meridionale come una misura temporanea e difensiva, anche se il ministro della Difesa, Israel Katz, ha dichiarato che le truppe rimarranno dispiegate in nove postazioni dell’esercito nell’area “a tempo indeterminato”. In Israele, il livello di allerta è molto alto per la situazione in Siria, a maggior ragione ora, per le gravi violenze esplose nelle province di Latakia e Tartus, con un bilancio di 1.300 morti, per lo più militari e civili della minoranza alawita del presidente deposto Bashar Al-Assad.
Tel Aviv, famiglie ostaggi protestano davanti base militare. VIDEO
Stop elettricità a Gaza: Israele minaccia conseguenze se non tornano tutti gli ostaggi
Questa decisione arriva dopo che Israele ha annunciato il blocco dell’ingresso degli aiuti umanitari e altre merci a Gaza, accusando Hamas di rifiutare una proposta per prolungare la prima fase dell’accordo di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi. Israele ha inoltre minacciato “ulteriori conseguenze” e un possibile ritorno alla guerra. Il primo ministro Benyamin Netanyahu aveva dichiarato la scorsa settimana di essere pronto ad aumentare la pressione su Hamas e non aveva escluso un’interruzione totale dell’elettricità se il gruppo non cambierà posizione nei negoziati.
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